Fiemme e Fassa: L’assessore Mauro Gilmozzi replica a Girardi sul progetto di Transdolomites

Da il 27 gennaio 2010

casanova mauro gilmozzi02 Fiemme e Fassa: L’assessore Mauro Gilmozzi replica a Girardi sul progetto di Transdolomites«Quello è un progetto preoccupante»FIEMME – L’assessore provinciale Mauro Gilmozzi replica a Massimo Girardi , in quella che ormai pare una partita a ping-pong, se non fosse che in ballo ci sono la mobilità futura di tre valli e una montagna di milioni di euro in opere pubbliche. Gilmozzi aveva giudicato lo studio ferroviario presentato da Transdolomites «una riga sulla carta»; Girardi aveva replicato parlando invece di studio approfondito. «Prendo atto che ciò che ho definito “riga sulla carta o poco più” è invece molto più preciso e approfondito – scrive Gilmozzi -. Allora c’è di che preoccuparsi. Restando in Fiemme, a Predazzo il progetto cancella la pista della Marcialonga e la pista ciclabile. A Ziano, dopo il transito in zona industriale, il treno supera in un sol tratto la strada di fondovalle e l’Avisio, con opere di grande impatto paesaggistico. In direzione Panchià, il treno distrugge l’ultimo tratto ancora naturale del corso del torrente Avisio, torrente che, più di una volta, viene ulteriormente e pesantemente penalizzato da questa infrastruttura. La linea si sviluppa poi verso Tesero, su un versante molto scosceso e si ferma sotto l’attuale scuola alberghiera, per proseguire con un tunnel sotto Pedonda e un viadotto sopra il rio Stava. Dopo aver rovinato gli ultimi pascoli sul versante a nord della frazione di Marco, la linea raggiunge Cavalese, attraverso il vecchio tracciato della ferrovia, ignorando che esso oggi è una viabilità locale al servizio di insediamenti abitativi che, colà, insistono da decenni. Dopo la galleria del vecchio treno, il tracciato, con un viadotto di non meno 300 metri , raggiunge il campo sportivo e da lì scende a Molina e così via, con tunnel, viadotti, opere di un impatto devastante per una valle che non può certo permettersi una terza infrastruttura per la mobilità tra la provinciale di fondovalle e la strada stratale 48». Oltre a ciò, scrive Gilmozzi, «non sembrano considerati problemi di natura urbanistica, geologica, archeologica, idraulica né logistica. Infatti si suppone che, ad ogni fermata, debba almeno corrispondere una viabilità di accesso e un parcheggio di attestamento che non ci sono». «Il progetto non affronta – prosegue l’esponente Upt – e men che meno risolve, il tema della mobilità interna agli abitati di Fiemme, che è invece affrontato dal progetto mobilità curato dall’Apt. Il “progetto” di Transdolomites, infatti, non solo non considera alcuni comuni (Castello Varena, Daiano, Carano, Valfloriana), ma lascia irrisolti i collegamenti con i poli scolastici, giudiziari, sanitari eccetera della valle di Fiemme e in particolare di Cavalese, che risulta essere il maggior attrattore di traffico da questo punto di vista. Sarebbe allora stato meglio, come ipotizzato nella stessa relazione, segnare le stazioni sul fondovalle e proporlo per ciò che è, ovvero un’idea sulla quale confrontarsi nel contesto dell’elaborazione del piano provinciale della mobilità». «Nella redazione del Piano urbanistico provinciale, è stato affrontato anche il tema della mobilità sulla base di analisi, studi e discussioni che hanno coinvolto migliaia di persone, tutti i Comuni e hanno tenuto conto di un dibattito sulla mobilità che dura da decenni in Trentino. La logica del Pup si fonda sulla realizzazione di sistemi di mobilità locale e di connessioni con altri sistemi di uguale livello, o di livello nazionale e internazionale. Questa è, evidentemente, un’idea diversa da quella di Transdolomites, che si riferisce ad un modello ottocentesco, oggi – a mio avviso – superato dalle esigenze locali».

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