Se un esorcista in Vaticano scopre di avere molto da fare. Intervista a p. Gabriele Amorth.

Da il 2 marzo 2010

san michele Se un esorcista in Vaticano scopre di avere molto da fare. Intervista a p. Gabriele Amorth.     Escono  le “memorie” di padre Gabriele Amorth. Storie curiose e un monito alla chiesa che non crede più a Satana.

Satanisti in Vaticano? “Sì, anche in Vaticano ci sono membri di sètte sataniche”. E chi vi è coinvolto? Si tratta di preti o di semplici laici? “Ci sono preti, monsignori e anche cardinali!”. Mi perdoni, don Gabriele, ma Lei come lo sa? “Lo so dalle persone che me l’hanno potuto riferire perché hanno avuto modo di saperlo direttamente. Ed è una cosa ‘confessata’ più volte dal demonio stesso sotto obbedienza durante gli esorcismi”. Il Papa ne è informato? “Certo che ne è stato informato! Ma fa quello che può. E’ una cosa agghiacciante. Tenga presente poi che Benedetto XVI è un Papa tedesco, viene da una nazione decisamente avversa a queste cose. In Germania infatti praticamente non ci sono esorcisti, eppure il Papa ci crede: ho avuto occasione di parlare con lui tre volte, quando ancora era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Altroché se ci crede! E ne ha parlato esplicitamente in pubblico parecchie volte. Ci ha ricevuto, come associazione di esorcisti, ha fatto anche un bel discorso, incoraggiandoci e elogiando il nostro apostolato. E non dimentichiamo che del diavolo e dell’esorcismo moltissimo ne ha parlato anche Giovanni Paolo II”.

 Allora è vero quello che diceva Paolo VI: che il fumo di Satana è entrato nella chiesa? “E’ vero, purtroppo, perché anche nella chiesa ci sono adepti alle sètte sataniche. Questo particolare del ‘fumo di Satana’ lo riferì Paolo VI il 29 giugno 1972. Poi, siccome questa frase ha creato uno scandalo enorme, il 15 novembre dello stesso 1972 ha dedicato tutto un discorso del mercoledì al demonio, con frasi fortissime. Certo, ha rotto il ghiaccio, sollevando un velo di silenzio e censura che durava da troppo tempo, però non ha avuto conseguenze pratiche. Ci voleva uno come me, che non valeva niente, per spargere l’allarme, per ottenere conseguenze pratiche”.

Padre Gabriele Amorth è oggi uno dei più grandi esorcisti a livello internazionale.Svolge il proprio incarico nella città di Roma. Nelle sue memorie raccolte da Marco Tosatti in “Padre Amorth. Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana” (Piemme) è anzitutto una denuncia alla chiesa che intende fare. Alla chiesa e ai suoi vescovi: “Abbiamo moltissimi preti e molti vescovi che purtroppo non credono a Satana”, dice. E ancora: “Ci sono nazioni intere senza esorcisti: la Germania, l’Austria, la Svizzera, la Spagna, il Portogallo… Molti vescovi non credono nel demonio e arrivano addirittura a dire in pubblico: l’inferno non esiste, il demonio non esiste. Eppure Gesù nel Vangelo ne parla abbondantemente per cui verrebbe da dirsi, o non hanno mai letto il Vangelo o non ci credono proprio!”.

Molti vescovi non credono nel demonio, dunque. E, infatti, la battaglia di padre Amorth è su due fronti: contro l’avversario di sempre e contro il silenzio o l’incredulità della chiesa: “Il codice di diritto canonico dice che gli esorcisti dovrebbero essere scelti fra il fior fiore del clero”, spiega. E, invece, non avviene così. Spesso i migliori sacerdoti sono destinati dai vescovi ad altri incarichi. E quei pochi esorcisti che ci sono hanno poca esperienza. Dovrebbe essere l’opposto. Per tutti dovrebbe verificarsi quanto capitò a don Amorth: il cardinale Ugo Poletti lo affiancò a padre Candido Amantini che da quaranta anni era esorcista alla Scala Santa. Dice don Amorth: “Devo a lui tutto quello che so”. Racconta ancora don Amorth: “Ci sono vari episodi che mi raccontava padre Candido. Un giorno un sacerdote gli disse chiaramente che non credeva a nulla di tutto questo: demonio, esorcismi e così via. Padre Candido replicò: venga una volta ad assistere. Padre Candido raccontò che questo sacerdote stava con le mani in tasca, in piedi; alla Scala Santa gli esorcismi li fanno in sacrestia, e lui stava lì, con un’aria quasi di disprezzo. A un certo punto il demonio si è rivolto a lui e gli ha detto: tu non credi a me ma alle femmine ci credi, eccome se ci credi nelle femmine. Il sacerdote, camminando all’indietro, tutto vergognoso, ha raggiunto la porta ed è filato via”.

Don Amorth riceve nel suo studio centinaia di persone all’anno. Di queste soltanto poche sono davvero possedute. La maggior parte ha semplicemente gravi problemi psichici e psichiatrici. Ma i posseduti ci sono. Si presentano da don Amorth per essere liberati. Lo fanno spontaneamente seppure la “presenza” che si è impossessata del loro corpo faccia di tutto perché gli esorcismi non abbiano effetto. Come avviene la possessione? La maggior parte della gente rimane posseduta dopo aver partecipato a messe nere o a riti satanici. Dice don Amorth: “La principale caratteristica delle messe nere è che c’è il disprezzo dell’eucaristia. Nella vera messa nera c’è una donna nuda che fa da altare, e che dovrebbe essere vergine, e viene violentata da quello che fa da sacerdote e poi da tutti gli altri, dopodiché fra di loro succede di tutto. Ossia diventa un vero bordello. Per cui molti alla messa nera ci vanno per il ‘dopo’, per il bordello”.

Don Amorth ha un metodo – che a volte riesce altre no – per riconoscere se una persona è davvero posseduta: l’acqua benedetta. Ne parla raccontando di una donna che gli chiese di essere esorcizzata. Don Amorth non sapeva se si trattava davvero di una possessione. Così preparò sul tavolo due bicchieri, uno con acqua comune e uno con acqua benedetta: “Le offersi da bere l’acqua comune; mi ringraziò e bevve. Alcuni minuti dopo le porsi l’altro bicchiere, con l’acqua benedetta. La bevve, ma questa volta il suo aspetto cambiò di colpo: da bimba impaurita a persona in collera. Scandendo le parole con timbro di voce basso e forte, come se un uomo parlasse dentro di lei, mi disse: ‘Ti credi furbo, prete!’. Ebbe così inizio la preghiera di esorcismo e solo un’ora dopo, compiuto il rito, avvenne la liberazione in chiesa”.

Leggi L’ennesimo lapsus di Gianni Gennari dal blog Palazzo Apostolico

© 2009 – FOGLIO QUOTIDIANO

di Paolo Rodari

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