Eleonora Cantamessa, uccisa mentre soccorreva un ferito

Da il 12 settembre 2013
eleonora cantamessa

«Mentre cercava di rianimare il ragazzo, chiamava i soccorsi. Era fatta così, non si tirava mai indietro. La sua cifra era la generosità, la pietà per le persone. Col suo lavoro poteva esprimerla a pieno». Così Silvano Cantamessa descrive a Repubblica Eleonora, la figlia ginecologa travolta da un’auto domenica sera sulla strada provinciale di Chiuduno (Bergamo) mentre cercava di soccorrere un uomo, rimasto ferito in seguito a una rissa tra due gruppi di indiani.

«NE’ RABBIA NE’ ODIO». Parla il papà di Eleonora, «Non ho né rabbia né odio, chi ha falciato Eleonora e l’altro disgraziato è un poverino che non aveva la testa a posto. Io voglio pensare che chi era al volante della Golf fosse, sì, accecato dalla rabbia, ma che in realtà non avesse visto che c’erano due persone lì a terra», continua Silvano. Anche perché a guidare l’auto che ha ucciso le due persone era il fratello dell’uomo a terra, ora indagato per omicidio volontario.

«LEZIONE ENORME, CRISTIANA, LAICA». L’inviato di Repubblica rimane stupito dalle parole miti, senza odio, di Silvano: «Non è soltanto la fede che mi muove: è proprio la lezione che mi ha lasciato Eleonora. Un insegnamento enorme , cristiano, laico». Che riassume così: «Eleonora non poteva fermarsi. Stamattina (ieri, ndr) ho tirato fuori dal Vangelo la parabola del Buon Samaritano. Se la leggi trovi delle somiglianze incredibili. È lei, è mia figlia. Passa uno, tocca agli altri… Passa un secondo, tocca sempre a un altro… Passa un terzo… Massì ci penserà qualcuno… Passa uno sconosciuto… E lei si ferma, si china, si prende cura di lui… Non sapeva nemmeno chi fosse quel ragazzo ma per lei era come tutti gli altri, era uno da soccorrere».

«CIÒ CHE DAI TORNA MOLTIPLICATO». Eleonora a Trescore aiutava molte immigrate in difficoltà, visitandole anche se non potevano pagare. Ed è proprio dalla sua grande disponibilità che Silvano ha imparato molto: «Ho imparato che devi dare agli altri più di quello che ricevi. Quello che dai ritorna moltiplicato, in tempi che non puoi predeterminare. Devi lasciare fare al destino, alla provvidenza, per qualcuno al disegno di Dio».

«VORREI UNA CAREZZA DEL PAPA». Anche la madre di Eleonora, Mariella, ricorda la generosità della figlia alla Stampa: «Io non ne sarei stata capace. Se fossi stata lì, in quel momento, le avrei preso un braccio, le avrei chiesto di non andare. Forse sarebbe ancora viva, o forse non mi avrebbe ascoltato e sarebbe andata così lo stesso. In fondo non ho mai capito la sua grandezza e se penso al suo sacrificio, mi sento una vigliacca. Si è fermata a soccorrere quello straniero perché mia figlia sapeva dare il giusto valore alla vita. Una che aiuta i bambini a venire al mondo, come faceva a non aiutare un uomo moribondo sul ciglio di una strada?».
Infine l’ultimo ricordo: «Ci saremmo dovute rivedere alla sera. Alle 11 ho detto il rosario e poi ho avuto un presentimento, ho cominciato a cercarla sul cellulare. Ma lei non rispondeva. Capisce? Era morta mentre dicevo le preghiere. Ora vorrei tanto una carezza del Papa. Eleonora se lo sarebbe meritata».   Tempi.it

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