L’obiettivo è quello di pianificare con i dirigenti tre corsi di formazione utili alla gestione…
Due serate per presentare il progetto di Lifeline Dolomites in Zimbabwe per la diagnosi precoce del carcinoma del collo dell’utero
Un ponte di solidarietà collega le Dolomiti con l’Africa: dal 2000, Lifeline Dolomites Onlus sostiene il lavoro del medico trentino Carlo Spagnolli, dal 1975 impegnato in progetti medico-umanitari in vari Paesi africani, in particolare nello Zimbabwe. L’associazione, che ha sede a Pozza di Fassa, organizza, in collaborazione con la Comunità Territoriale della Valle di Fiemme e La Rosa Bianca, due serate informative sulla propria attività.
Gli incontri si terranno il
21 ottobre a Predazzo, alle 20.30 nella sala polifunzionale della scuola, e il
27 ottobre, sempre alle 20.30, a Cavalese, nell’auditorium dell’istituto d’istruzione.
Verrà proiettato il documentario “Sulle ali della speranza”, che racconta il progetto di Lifeline Dolomites dedicato alla diagnosi precoce e alla cura del carcinoma del collo dell’utero, finanziato dalla Provincia di Trento. “In tre anni, con questo programma di screening in diversi centri sanitari dello Zimbabwe, abbiamo visitato 16.000 donne in età riproduttiva: grazie alla diagnosi e all’intervento precoce sulle lesioni precancerose ne abbiamo salvate 1.000. L’obiettivo è quello di sradicare dallo Zimbabwe questo tipo di tumore, seconda causa di morte tra le donne in Africa subsahariana dopo l’Aids.
Per riuscirci abbiamo formato 108 medici e paramedici locali“, spiega Claudio Merighi, responsabile del progetto, di cui Carlo Spagnolli è responsabile sanitario. Lifeline Dolomites in Zimbabwe ha a cuore in particolar modo la formazione del personale medico, anche grazie alla collaborazione di numerosi professionisti trentini che mettono volontariamente a disposizione il loro tempo e le loro conoscenze.
Tra i vari progetti, si possono citare quello che ha portato alla apertura della prima unità coronarica dello Zimbabwe, per affrontare le emergenze cardiologiche, e quello più recente che intende diffondere l’utilizzo della laparoscopia, metodo meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale: l’associazione ha inviato le apparecchiature necessarie e sta provvedendo alla formazione dei professionisti.
Alle serate di Predazzo e Cavalese parteciperanno i medici Carlo Spagnolli e Dario Visconti e Claudio Merighi: un’occasione per parlare di sanità e solidarietà, ma anche della condizione femminile e della società africana.
Una serata di riflessione e incontro aperta a studenti, genitori e a tutti coloro che vogliono conoscere, magari per esserne parte, quel ponte che dalle Dolomiti porta in Africa. Monica Gabrielli
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