LA SCUOLA PER EXPO 2015: LA CLASSE 2C DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO DI…
Un primo passo verso una scuola 2.0.
“Si può realizzare un modello alternativo di fare la scuola, dove invece di spendere in carta, distribuzione dei librai, si spendono soldi per dotare tutti gli studenti italiani di un pc, uno strumento più utile; permettendo così sia di limitare il digital divide che di incentivare la cultura informatica.”
Una classe senza libri cartacei, al posto della lavagna uno schermo interattivo multimediale, studenti e insegnanti che, tramite un netbook, studiano su un libro virtuale le cui pagine vengono arricchite da nuovi contenuti reperiti e condivisi dagli allievi stessi e validati dal docente.
Uno scenario da film di fantascienza? No, è ciò che sta avvenendo oggi in due classi di seconda liceo classico linguistico dell’Istituto Scolastico Suor Orsola Benincasa, a Napoli; è la sperimentazione di nuovi strumenti e tecnologie di didattica digitale avviata da Telecom Italia (attraverso la propria struttura TiLab, che cura i processi di innovazione del gruppo) e dalla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Si tratta della nuova piattaforma informatica per la didattica Ischool, le cui componenti software sono state sviluppate, a supporto di Telecom Italia, presso il Centro di Ricerca per l’Informatica e l’Automazione Industriale (Criai) di Portici.
Il docente spiega utilizzando una Lim (Lavagna interattiva multimediale) Oliboard fornita, congiuntamente ai netbook in dotazione agli allievi; a fine lezione tutte le annotazioni del docente, scritte alla lavagna, divengono esse stesse risorse da aggiungere alla piattaforma e vanno ad arricchire il testo del libro. Ma c’è di più; il docente può scegliere di registrare tutta la lezione, a beneficio di chi vuole rivederla e di eventuali allievi assenti per malattia. La lezione può quindi essere di nuovo fruita in maniera asincrona riascoltando la spiegazione del docente e seguendo di nuovo le azioni da lui eseguite alla lavagna (ad esempio in podcasting da casa). Ne abbiamo parlato con il Prof.Giorgio Ventre – Presidente del CRIAI
Come nasce il progetto ISchool?
Il progetto nasce dalla collaborazione di Telecom Italia, il CRIAI (Consorzio campano di ricerca per l’informatica e l’automazione industriale) e l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
L’iniziativa che si chiama appunto ISchool, nasce per favorire lo sviluppo di una piattaforma di condivisione in ambito scolastico. Non è una piattaforma di e-learning, quindi classica, di accesso alle informazioni per la didattica, ma piuttosto, uno strumento attraverso il quale una classe (intesa come studenti e docenti) condivide il materiale didattico lo elabora, lo commenta, ne fa un’ulteriore versione e poi la rende disponibile ad altri corsi, ad altre scuole, ad altre classi.
In una scuola degli Stati Uniti dal prossimo anno gli studenti adotteranno l’iPad come unico libro di testo
La notizia è di pochi giorni fa e arriva dalla CNN. In un liceo degli Stati Uniti – precisamente la Webb School, istituto privato di Knoxville, nel Tennessee – è in atto una vera e propria rivoluzione tecnologica: a partire dal prossimo anno, infatti, tutti gli studenti potranno finalmente dimenticarsi degli zaini pieni libri che tanto pesano sulle loro spalle.
Basterà solo un iPad.
La Webb School sarà, infatti, la prima scuola ad adottare l’iPad come “unico libro di testo”. Secondo il dirigente scolastico dell’istituto, che ha ottenuto il pieno consenso degli insegnanti, il laboratorio di informatica non sarebbe più sufficiente per gli studenti che devono poter utilizzare sempre le nuove tecnologie. Detto,fatto.
Oltre al progetto, risulta interessante anche la forma scelta per l’acquisto dei tablet: gli studenti, infatti, potranno chiedere un leasing alla scuola ad un prezzo “di favore” di circa 20$ al mese.
Ma non si può avere tutto.
Il sogno degli studenti di passare ore e ore a navigare su Facebook durante le lezioni è stato, infatti, immediatamente infranto: la scuola ha subito chiarito che, per evitare distrazioni, negli iPad scolastici il social network verrà bloccato.
Il caso della Webb School rappresenta una dimostrazione di come oltreoceano non ci si faccia scappare nessuna occasione per proporre qualcosa di veramente innovativo adeguandosi tempestivamente ai cambiamenti tecnologici.
Doveroso sottolineare che anche nel nostro Paese non mancano interessanti progetti volti a un ripensamento del sistema didattico in un’ottica digitale, come ISchool, il recente progetto in fase di sperimentazione in due istituti di Napoli. Anche l’Italia, dunque, sta dimostrando di non essere indifferente ai grandi cambiamenti tecnologici in atto.
Un primo passo verso una scuola 2.0.
Tratto da DMO
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