CAVALESE - Il Centro aiuto alla vita ed il Movimento per la vita di Fiemme e…
‘In nome della legge’ diciamo con tono perentorio, quasi sontuoso: già, in nome della legge si può spappolare un bambino. Ora da qualche anno si può avvelenare un bambino. Parlo di aborto, di pillola abortiva, di tutte queste schifezze che un mondo senza valori ha deciso di istituzionalizzare nell’illusorio tentativo di creare una società perfetta, un uomo perfetto. Sì, ora siamo perfetti anche quando spappoliamo un bambino: la legge ce lo consente, no?. Ci stanno e ci stiamo prendendo in giro da 30 anni. Tutti.
Nessuno ha più il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Feto, embrione, anzichè bambino: ma lo sai che anche tu che stai leggendo eri un feto, un embrione? E un feto, un embrione, è già un essere unico, irripetibile (lo dice la scienza), assolutamente indifeso.
C’è un problema: nell’epoca del voyeurismo e della tivù guardona che mostra incuriosità anche i cessi di casa del premier o i calzini di un magistrato, non ce li fanno vedere gli aborti. Fa male. Forse ci scuoterebbero. E forse, con questa campagna dell’oblio, neanche ci rendiamo più conto di che cosa siano. Cioè, se ne rendono conto solo le donne che lo fanno: spesso e volentieri dopo, purtroppo. Prendetevi cinque minuti, fate un giro qui per la rete e guardatevi un po’ di simpatiche foto di cosa vuol dire abortire.
Lo scrivo per la terza volta: si spappola un essere umano.Ma si può spappolare un bambino, la legge ci dà il via libera: è un simbolo di libertà se lo fai quando lui è ancora nella pancia, diventi un’assassina se lo fai un minuto dopo il parto. E perchè? Legge 194, 1978: è’ una delle leggi più ipocrite che esistano. E’ addirittura chiamata a tutela delle maternità. Tutela? Sì, già, perchè questa legge dice che l’aborto è consentito ‘se il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui e’ avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito’.
Novantanove volte su cento la salute fisica della mamma mancata, lo sappiamo tutti benissimo, non c’entra niente: c’entra che quel piccoletto che sta nascendo nel grembo è di troppo, dà fastidio, è ingombrante, perchè la vita è dura, perchè bisogna lavorare, perchè…. aggiungetevi voi mille umanissimi (per carità) perchè. Ma allora scusate, se è di troppo il piccolino, perchè non è di troppo il nonnino ormai ‘inutile’ che ci gira per casa, anzi non gira neanche più, è bloccato, immobile in una poltrona, dobbiamo accudirlo, nutrirlo, pulirlo, ci costa un sacco di soldi e lui neanche ci riconosce? Perchè non inventiamo la legge dell’aborto sul vecchietto (o sul disabile, o sul rompiscatole, o su chi volete voi?).Scrivo con amarezza queste righe dopo che, sempre in nome dell’ipocrisia, è passata ufficialmente in tutta Italia la pillola abortiva, che non spappola più un bambino: lo avvelena. Magari è meno cattiva nei confronti del piccolo, ma forse lo è di più nei confronti della madre. Adesso dicono che sarà applicata rispettando la legge 194. Balle. Balle perchè la legge 194 non è mai stata rispettata.
La legge 194, in teoria, dovrebbe consentire agli operatori di cercare in tutti i modi di convincere alla donna a non abortire. Non succede praticamente mai. Ormai è come una pratica burocratica, è sempre stato così. E il medico (medico: vuol dire cercare di curare una persona) io non so se cura la mamma mancata, di sicuro fa fuori un futuro bambino. E non credo, per fortuna, che sia un caso se ormai quasi il 70% dei nostri medici sia diventato obiettore, cioè non pratica più aborti, cioè non ce la fa più a fare certe cose, perchè loro, i medici, le vedono coi loro occhi certe cose, non vendono solo i calzini turchesi di un magistrato o i cessi di casa del premier.
Adesso hanno inventato questa pillola. Una volta lo chiamavano veleno. Adesso lo abbiamo ribattezzato farmaco, medicina. A casa mia una medicina, un farmaco guariscono, cercano di guarire: non ammazzano nessuno. I famraci moderni evidentemente ammazzano, sono rimasto indietro, sto invecchiando.Stiamo facendo i giochi di equilibrismo : la pillola abortiva dovrà rispettare la legge 194, insistono anche in buona fede tante brave persone, compresi alcuni politici che stanno cercando di frenare questa deriva, ma non ce la fanno.
Detto che la legge 194 non è già rispettata di per sè, è altrettanto evidente che la pillola abortiva la rispetterà ancora meno quell’ipocrita legge, perchè in fondo la natura della Ru486 è proprio quella di rendere più semplice, immediato, banale, meno ospedaliero, casalingo, fai da te _ tira lo sciacquone e via _ l’aborto. Ricordiamoci che quando parliamo di aborto o pillola abortiva c’è sempre di mezzo un soggetto (non un oggetto) che tendiamo a cancellare: una persona, un bambino, che decidiamo di non far nascere. Si è detto, si dice: l’aborto è sempre esistito e sempre esisterà. Almeno così si è tolto dalla clandestinità. Vero.
Torno al discorso iniziale: vogliamo l’uomo perfetto, vorremmo che i conti tornassero sempre, ma non è così e in fondo al nostro cuore lo sappiamo benissimo. Anche i furti, gli omicidi, le truffe, i reati, i peccati, le debolezze umane sono sempre esistite: mica depenalizziamo il tutto per sollevarci la coscienza… Eppure per l’aborto lo abbiamo fatto. Lo stiamo facendo per i disabili e malati gravi, in nome della presuntà libertà e autodeterminazione (così come per l’aborto 30 anni fa si invocava la libertà delle donne.
Io sottovoce dico: e quella del bambino mai nato?), fra qualche anno passeremo ai vecchietti. E ci sembrerà di essere bravi, umani, moderni. Avremmo bisogno di tante medicine per la nostra anima noi uomini moderni: medicine, non veleni.
Massimo Pandolfi Mar, 20/10/2009
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