Sono numeri rilevanti quelli che animeranno la trentottesima edizione della 10 Giorni Equestre di Predazzo,…
Comunicato Stampa di Guido Travaglia:
L’annullamento della 10 GIORNI EQUESTRE, in via definitiva, merita di essere raccontato per come sono andate effettivamente le cose: lo si deve per rispetto verso quest’evento, importante e complesso, per rispetto verso la sua storia durata quasi 40 anni,e per rispetto verso coloro che l’hanno voluta, sostenuta e vi hanno speso energie importanti, di capitale finanziario e di risorse umane.
E questo, senza ricorrere a banali espedienti di comodo, e nel rispetto della verità.
Non è verità quella esposta in modo parziale, men che meno lo è quella tenuta nascosta.
(Riferimento giornale L’adige del 25 maggio 2016)
Scrivo nella veste di colui che per quasi 40 anni ha curato la gestione della 10 GIORNI EQUESTRE. Quindi con qualche cognizione di causa, sia in riferimento alla storia dell’Evento, che in riferimento agli ultimi accadimenti. Il Presidente del C.O. Renato Dellagiacoma, nell’intervista all’ giornale L’Adige, annuncia in via definitiva l’annullamento della 10 GIORNI EQUESTRE, ascrivendolo al “solito motivo di mancanza di risorse” e al fatto che “paese sembra addormentato, e senza più motivazioni”. Egli però dimentica, magari per un’esigenza di frettolosa sintesi, alcuni fattori ed elementi importanti che hanno portato alla decisione di annullare uno degli eventi storici del Trentino turistico, la 10 GIORNI EQUESTRE. Essa che per giro economico generato, e conseguenti ‘attenzioni’ provinciali, è sempre stato tra gli eventi TOP FIVE del Trentino.
La motivazione di annullare tutto viene imputata a carenza di risorse disponibili, finanziarie e di condivisione, vale a dire soldi e partecipazione del comparto turistico interessato; nello specifico si fa riferimento sia alla scarsa assegnazione di contributi da parte della PAT, che all’inerzia da parte degli operatori locali, e di Predazzo in particolare. Per ciò che riguarda questi ultimi, l’accusa di essere di essere “addormentati e senza motivazioni” è in effetti un accusare se stessi, se è vero che la Predazzo Eventi (C.O. dell’evento ndr) è espressione di quasi tutte le più significative associazioni che raccolgono gli operatori economici locali. Se è in parte vero che gli operatori individualmente sono stati un po’ tiepidi, non possono d’altra parte essere chiamati in causa per creare a se stessi degli alibi: agli operatori del commercio e del ricettivo dovrebbe essere richiesto, innanzitutto, far bene il loro lavoro, mentre competerebbe agli stessi, raccolti però in associazioni territoriali con adeguate rappresentanze, pensare al bene collettivo e promuovere più l’accoglienza che l’immagine della destinazione.
Per quanto riguarda poi l’affermazione che le risorse finanziarie sarebbero non sufficienti per sostenere le spese dell’Evento essa è troppo generica per essere esaustiva.
Chiariamo il costo dell’evento: l’ammontare delle spese complessive è mediamente di 330.000,00 euro; a fronte di ciò, la capacità di autofinanziamento (iscrizioni e vendita servizi) è di oltre il 55%, il resto è coperto da sponsor, contributi da Enti, provvigioni alberghiere, vendita spazi espositivi ecc. L’edizione 2014 ha chiuso con un utile di cassa di poco meno di € 10.000,00 ( anche se basta poco per avere un risultato in deficit). Visto l’avviamento consolidato e la capacità di sold out – esaurimento in poche ore delle disponibilità di posti cavallo pari a 350 box – delle ultime edizioni, queste dinamiche economiche possono essere considerate pressoché costanti edizione per edizione. Diversi sponsor hanno impegni a durata pluriennale, quindi tuttora in essere.
L’ultimo contributo provinciale è stato di € 49.703,64 al netto. Quello concesso per l’edizione 2016 ( Det. 110/2016 dir. ass. Turismo) è di € 29.400 ( e non 26.000 come riportato nelle dichiarazioni). La differenza è quindi di ca. venti mila euro (la metà di quelli dichiarati) per ciò che attiene i soli contributi. A fronte di
questo quadro è ragionevolmente giustificabile l’annullamento della manifestazione ? Certamente sì, se viene data priorità esclusiva ad un approccio meramente ragionieristico; certamente no se si mette in campo il coraggio di un approccio di tipo imprenditoriale, che dovrebbe essere l’humus che alimenta ogni iniziativa di questo tipo, e che è sempre stato lo spirito che ha guidato gli organizzatori delle precedenti edizioni.
Senza lo spirito di affrontare un rischio calcolato, non si sarebbe arrivati alle 38 edizioni organizzate finora.
E quest’approccio di tipo imprenditoriale poteva essere messo in campo per due ragioni:
In primis perché l’assegnazione decurtata dei contributi deve ascriversi sia al mancato rispetto dei patti concordati a suo tempo che all’incapacità di fare rispettare gli stessi Bisogna precisare, infatti, che era stato fatto un accordo preciso tra Presidente dei Concorsi Dellagiacoma e l’Assessore Dallapiccola, che legava la sospensione dell’evento nel 2015 ad una compensazione attraverso l’assegnazione del 2016. Il rispetto di questo impegno doveva essere preteso con vigore e decisione da parte di chi lo aveva stipulato e ne era benificiario. Di contro non avrebbe avuto senso la sospensione per l’ anno 2015, avvenuta solo a condizione di un recupero significativo di risorse nell’anno successivo. Il fatto che ciò non sia avvenuto ha il sapore di vera e propria beffa! Quindi se fossero stati messi in campo tutti i poteri contrattuali in possesso, si sarebbero soddisfatte le aspettative, e tutto filerebbe per filo e per segno. In questo scenario è curioso che la professione di veterinario dell’assessore Dallapiccola, nonchè il suo ruolo di responsabile dell’agricoltura trentina, non abbia rappresentato un fattore aggiunto di sensibilità verso uno sport, l’equitazione, unica disciplina sportiva che vede gareggiare un binomio costituito da due esseri viventi, formato da concorrente e cavallo, un animale appunto, prodotto di avanguardia di un settore di specializzazione e di eccellenza dell’ attività agricola.
Ma si sa, il ‘pacta sunt servanda’ sembra non essere la prerogativa proprio di certi ambienti; non sarebbe politicamente corretto aggiungere altro. Ad ognuno le conclusioni del caso!
In secondo luogo più che le risorse è mancata la volontà del fare e di fare l’evento. Una domanda sorge spontanea: poteva l’evento essere conservato, anche in presenza di carenza dei contributi effettivamente concessi ? La risposta è ‘certamente sì’: bastava programmare un’ edizione della 10 GIORNI EQUESTRE che prevedesse un budget risultante da un business plan modulato su formule di gara diverse da quelle fin qui proposte, un piano finanziario con tipologie di concorsi con monte premi ridotti. L’Evento infatti non è vincolato a schemi rigidi, ma può essere molto duttile nella sua articolazione, con quasi infinite proposte di tipologie di gara, cui sono collegati altrettanti oneri di ordine economico. Ma per ottenere ciò bisognava lavorarci sopra con convinzione, con caparbietà, con in testa e nel cuore la volontà di conservare l’evento. Invece sembra si sia è preferito alimentare la disaffezione e ci si è abbandonati allo scoramento, e le vie d’uscita non si sono neppure cercate o fatte cercare a chi ne aveva le competenza. Se non si voleva cercare una soluzione positiva, per mancanza di motivazioni, la scelta dell’attuale C.O. doveva avere un solo sbocco: dimettersi e lasciare che si aprisse un confronto serio, approfondito, vasto e senza condizionamenti o scelte preconfezionate, tra tutti gli interessati, interni ed esterni al cerchio della comunità del Paese, in ossequio al fatto che la manifestazione era diventata patrimonio che travalica i confini del territorio in cui si attua. E ciò doveva avvenire prima di trasformare il comitato organizzatore in comitato liquidatore, veste questa da considerarsi, eventualmente, solo come ultima ratio, dopo aver percorso tutte le strade alla ricerca di una soluzione positiva.
Questo purtroppo non è avvenuto. Al contrario sono state messe in campo solo una serie di azioni dilatorie e omissioni sistematiche tese a conseguire una vera e propria eutanasia della 10 GIORNI EQUESTRE.
A riprova che quanto affermato corrisponda al vero, vale a dire che la volontà di azzerare tutto fosse ormai ritenuta essere la strada obbligata, c’è un fatto che pare dimostrare la fondatezza di tale scelta. Si tratta di questo.
Ad inizio 2016, con la stagione agonistica 2016 alle porte, aumentavano le richieste di concorrenti che non vedevano l’ora di rimettere in calendario l’appuntamento di Predazzo, ma il C.O. locale non decideva il da farsi. In concreto non riusciva ad individuare le persone disposte ad affrontare l’onere organizzativo attraverso l’ASD Fiemme Cavalli, dato che nel frattempo la Predazzo Eventi scarl era stata chiusa. Per superare l’empasse che paralizzava qualsiasi iniziativa di tipo organizzativo, il sottoscritto, di concerto con il Dellagiacoma, si metteva alla ricerca di una soluzione sostenibile per assicurare a Predazzo e alla Valle continuità di effettuazione del prestigioso Evento. Venivano sentite diverse persone nel mondo dei cavalli; Risultato di questa verifica è stata un’offerta formale proveniente da Davide Gallo in rappresentanza di un team qualificato di persone che, “forti di una esperienza pluriennale nel settore salto ostacoli acquisita presso lo SPORTING CLUB PARADISO di Caselle di Sommacampagna (VR)”, si dichiarava onorato di subentrare in toto nell’organizzazione della 10 GIORNIEQUESTRE.
In concreto GALLO &C. manifestavano la volontà di assumerne la piena ed esclusiva titolarità di attuazione dell’ evento subentrando in tutte le posizioni con prospettiva futura. L’intenzione formulata con chiarezza era di liberare gli attuali organizzatori da ogni e qualsiasi onere per l’avvenire, “all’essenziale ed imprescindibile fine di avere la piena responsabilità esecutiva, amministrativa , finanziaria e fiscale dell’evento” (*) che proponevano organizzare già nel luglio del 2016.
Venivano così superati d’un colpo solo tutti i dubbi e perplessità che assillavano gli organizzatori locali.
E’ evidente che loro potevano contare, come valore aggiunto su sinergie virtuose legate alla loro veste e sul fattore know how derivante dall’essere impegnati nell’organizzazione di concorsi in modo professionale, quale attività abituale e continuativa a frequenza settimanale. La 10 GIORNI EQUESTRE poteva così continuare, assicurando tutti i benefici per Predazzo, la val di Fiemme ed il Trentino. Unica condizione posta, avere dalla propria parte, e convintamente, la località anche solo in termini di consenso nel senso di vicinanza morale. Veniva contestualmente fatta una ricognizione su quelle che preventivamente potevano essere le risorse che sarebbero state assegnate da Enti, Istituzioni e sponsor; pur verificando in detta fase una decurtazione delle assegnazioni (es. la PAT passava da ca. 50.000 a poco meno di 30.000 €), mantenevano inalterata la loro offerta sopra specificata: rimaneva da accertare la posizione del Comune di Predazzo e quella dell’ApT della val di Fiemme, cui spettava favorire e sostenere, a mezzo mantenimento delle risorse fin qui erogate, il richiesto subentro nel cambio di titolarità organizzativa.
Mentre il Comune di Predazzo, a mezzo la Sindaca Maria Bosin manifestava una sostanziale adesione alla proposta, riservandosi di concedere i terreni di anno in anno, L’ApT (il Presidente Renato Dellagiacoma era anche Presidente della Predazzo Eventi scarl organizzatore dal 2008 della 10GG) in un primo momento (riunione in municipio di Predazzo in data 5 aprile c.a.) negava ogni forma di contributo da parte dell’ApT stessa, causa decurtazioni dei trasferimenti della PAT; in un secondo momento, si presume dietro pressioni del Comune comunicava (lettera congiunta con il Comune di Predazzo di data 12 aprile)(**) un’ adesione parziale alla richiesta di sostegno ricorrendo alla bizantina formula di assicurare il doppio dell’apporto degli operatori locali, escluse le sponsorizzazioni, le inserzioni ecc. In concreto si trincerava dietro una capziosa e levantina formula per dire che la sovvenzione ApT sarebbe stata di ca 10/12 mila euro (pari al 3,6% del costo complessivi), a fronte di ca. € 28.000 (servizi compresi), erogati precedentemente, . Ma più che l’importo, ridotto comunque drasticamente, traspariva, dopo un tanto tira e molla fatto di posizioni ondivaghe, un atteggiamento di malcelato e scarso gradimento verso coloro che si erano detti disponibili e avevano richiesto questa investitura organizzativa, nonchè il coinvolgimento diretto ed esclusivo ad organizzatore la 10 GIORNI EQUESTRE edizione 39 del 2016. Non era quello che ci si aspettava, per un evento come la 10 GIORNI EQUESTRE, che era nato originariamente in seno all’Ente Turistico locale e pensato, fin dal 1977 come distintiva occasione di promozione turistica, mantenendo questa specifica connotazione nel corso di tutte le 38 edizioni successive.
Ciò ha fatto gettare la spugna ai pur entusiastici e positivi propositi del qualificato team veneto, stoppato nei suoi buoni e trasparenti propositi a seguito di una presa di posizione dell’ApT della val di Fiemme, francamente inaspettata ed incomprensibile!
Allo stato quindi sembra scendere in via definitiva il sipario (come avrebbe detto il compianto Carlo Biffi) sulla gloriosa 10 GIORNI EQUESTRE. Credo però che finché rimane il campo ippico, cuore dell’evento, e sul quale tanto è stato investito in termini di risorse finanziarie da parte del Comune di Predazzo, la speranza debba essere l’ultima a morire.
E’ di questi giorni la proposta, proveniente da Selva di val Gardena, dove sarà organizzato dal 29 giugno al 3 luglio 2016 un Concorso Ippico Internazionale (DOLOMITESHORSESHOW) di alto livello, di costituire per i prossimi anni con PREDAZZO, riconosciuta location di prestigio per i cavalli, un TOUR dolomitico per i prossimi anni. A dimostrazione che i riconoscimenti, da fuori, non mancano!
La scelta dell’annullamento può ritenersi una scelta scellerata perché ha prodotto una serie di danni, al cui confronto le motivazione addotte possono ritenersi inconsistenti quanto pretestuose. Gli effetti prodotti in riferimento al brand e all’indotto economico sono questi:
- azzeramento dello staff organizzativo e relative competenze, vera e propria risorsa cresciuta negli anni (CAPITALE UMANO) che hanno via via gestito un evento non usuale per il territorio, apprezzato da concorrenti ed invidiato da competitors ;
- inutilizzo dell’area attrezzata a campo ippico , dove sono stati investiti dal Comune centinaia di migliaia di euro per renderlo specifico per l’equitazione con tutta la tipologia degli ostacoli naturali (talus, fossa ferrarese, riviere, fossi, scarpate ecc.) con il risultato di essere stato riconosciuto il migliore d’Italia per contesto ambientale;
- perdita secca del valore del parco ostacoli di proprietà, implementato di anno in anno e finora più che adeguato anche per eventi di carattere internazionali;
- azzeramento dell’avviamento commerciale e sportivo del brand, identitario per Predazzo (tanti sono i concorsi, ma unica è la 10 GIORNI EQUESTRE), di alto appeal al punto di ottenere il sold out delle iscrizioni in poche ore;
- perdita di un evento paradigmatico e perfetto per garantire promozione di immagine distintiva legata al profilo del cavallo ed a ciò che esso evoca in termini di eleganza, forza, armonia, avventura e natura integra e affascinante; inoltre esso contribuiva ad assicurare originalità nell’accoglienza e produrre nell’ immediato presenze turistiche di alta qualità in periodo di bassa stagione per l’intero ambito turistico, e non solo …;
- depauperamento dell’offerta turistica per perdita di fattori unici e non altrimenti riscontrabili sul territorio interessato, in grado di richiamare una tipologia di clientela che altrimenti mai approderebbe in Fiemme;
- abbattimento di una fetta interessante di indotto turistico nel comparto alberghiero, extralberghiero, della ristorazione, del commercio e dei servizi in genere, prodotto in bassa stagione;
- venir meno di integrazione al reddito per una quarantina di famiglie di Predazzo, che assicuravano il personale di supporto organizzativo regolarmente stipendiate;
- rinuncia ad utilizzare la 10GG quale player importante per strutturare un offerta turistica riferita ad una multidisciplinarietà sportiva (equitazione ma anche altro, ecc.) formidabile per aggiungere valore ad una strategia, anche comunicazionale, condizionata finora da un legame troppo stretto con un settore, quello degli sci stretti in salsa invernale ed estiva, che i dati dicono non abbia prodotto finora performance significative.
Non è nel nostro stile esemplificare con dei numeri quanto esposto; ci rendiamo conto, infatti, che sarebbe, per tante ragioni, sotto il profilo dell’effettiva attendibilità, arbitrario. Sarebbe troppo facile fare tot per tot per spesa tot uguale tot… Ma non sarebbe serio, non è serio! Al tempo stesso un vero e proprio “villaggio cavallo” che sorge ai margini del Paese con 350 box , tutti occupati da altrettanti cavalli di pregio, con quasi altrettanti cavalieri, con al seguito istruttori, uomini di scuderia, famigliari ed appassionati e per la durata 10 giorni in bassa stagione non può non portare assolutamente ad un risultato che lascia “tipidi” gli animi ed i portafogli degli operatori economici. Ben venga il confronto con qualsiasi altro evento!
Sarebbe inoltre impietoso quantificare il danno prodotto dal venir meno dei fattori di sviluppo qui sopra elencati e confrontarlo con le ragioni, ottusamente di tipo contabile, dell’annullamento dell’evento.
Dr.GUIDO TRAVAGLIA ( 3201770878 )
ALLEGATI
(*) Lettera di Davide Gallo (Eupallino sas)
(**) Lettera del Comune di Predazzo
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