Informare i giovani sulle conseguenze negative del bere, educarli ad un consumo che non sfoci nell’abuso e rinvigorire, al tempo stesso, le misure di protezione in loro favore. Solo così, dice l’Oms,sarà possibile creare una cultura alternativa a quella del bere.
Solo una reale consapevolezza dei danni indotti dall’abuso di alcol può contrastare il forte potere attrattivo che tale sostanza esercita sui ragazzi.
Combattendo, al tempo stesso, le strategie di vendita e sponsorizzazione, sempre più subdole, messe in atto dalle multinazionali.
E’ quanto si propone di fare l’Oms per sviluppare valide alternative alla cosiddetta “cultura del bere”, secondo il programma fissato nella Declaration on Young People and Alcol, ratificata nel corso della Conferenza ministeriale congiunta Oms-Ue svoltasi a Stoccolma.
La Dichiarazione pone alcuni fondamentali obiettivi da raggiungere, così riassumibili:
- ridurre il numero dei giovani che iniziano a consumare alcol
- ritardare l’età in cui i giovani cominciano a bere
- diminuire le occasioni e la frequenza del consumo ad alto rischio
- migliorare la formazione degli operatori a contatto con adolescenti e giovani adulti
- coinvolgere attivamente i giovani nello sviluppo di politiche aventi per fine la loro salute
- incrementare l’informazione e l’educazione dei giovani sull’alcol
- azzerare o ridurre al minimo le pressioni esercitate sui giovani per indurli al consumo (pubblicità, distribuzione gratuita ecc.)
- combattere la vendita illegale di alcol
- migliorare l’accesso ai servizi sanitari e sociali
- ridurre i danni alcol-correlati (incidenti, aggressioni, atti di violenza).
Obiettivi che rientrano a pieno titolo nello sviluppo delle seguenti quattro macroaree:
- la promozione di una maggior comprensione riguardo alle conseguenze negative del bere sull’individuo, la famiglia e la società, il che implica una serie di misure che vanno dalla formazione del personale responsabile del servizio in bar, ristoranti e locali all’istituzione del divieto ferreo di vendita di alcolici a minori e persone in stato di etilismo acuto; dal rafforzamento di misure e sanzioni relative alla guida in stato di ubriachezza al miglioramento dei servizi sanitari e sociali;
- il rinvigorimento di misure di protezione dei bambini e degli adolescenti dalla promozione e sponsorizzazione di alcol;
- l’incremento del livello di consapevolezza nei giovani degli effetti collaterali derivanti dall’assunzione di bevande alcoliche, con il conseguente sviluppo di programmi di educazione in materia;
- la creazione di alternative alla cultura del bere, supportando gli ambienti di vita (famiglie, scuole, ecc.) e migliorando la formazione teorica e pratica di quanti lavorano a contatto con i giovani.
Fonte: Ufficio stampa – Istituto Superiore di Sanità
Per quanto riguarda la situazione in Valle di Fiemme e Trentino vi segnaliamo 10 articoli che potete trovare sul sito dell’ACAT Val di Fiemme http://www.acatvaldifiemme.it/domande-e-risposte
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