“An der Front” giornata commemorativa a Cheta – Le foto

Da il 10 agosto 2015
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Si è svolta domenica 9 agosto a Cheta di Bellamonte, nel Comune di Predazzo, la commemorazione dei caduti della Grande Guerra con la benedizione della nuova croce alla presenza delle autorità valligiane, e delle compagnie Schützen. 

Una cerimonia intensa e molto partecipata con la celebrazione della S.Messa, la benedizione della croce e i discorsi dei sindaci che hanno rappresentato le genti di Fiemme. E’ poi seguito il pranzo e la visita al Forte Dossaccio, punto strategico della difesa austriaca di 100 anni fa.

Un’occasione per riscoprire una pagina di storia  che ci appartiene, ricordando i molti giovani caduti per difendere la nostra terra.

La giornata di Cheta rientrava nel grande progetto “An der Front”.

L’iniziativa che ha previsto la deposizione di circa 70 croci metalliche predisposte dalle 440 Schützenkompanien di Tirolo, Sudtirolo e Trentino per ricordare e commemorare i caduti tra le fila dei Tiroler Standschützen, ovvero – per chi ancora non lo sapesse, i Tirolesi che – nell’estate del 1915, difesero i confini dell’Impero Austro-Ungarico dall’aggressione del Regno d’Italia. Il colossale progetto ha avuto inizio il 18 aprile 2015 in piazza Walther quando, le suddette croci, sono state benedette dai cappellani degli Schützen ed ha avuto poi il suo prosieguo, nelle scorse settimane, con la deposizione delle medesime da parte delle singole Schützenkompanien sui luoghi simbolo del fronte tirolese.

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Il Tirolo è diviso da più di 90 anni. Non si può riavvolgere la ruota del tempo, ma si può lavorare alla costruzione del presente e, sopratutto, si possono piantare i semi di un futuro comune.

Il ricordo dei nostri antenati, di tutti i Tirolesi e Austriaci che insieme, fianco a fianco, hanno affrontato le immani difficoltà della guerra, delle montagne e delle intemperie, è parte imprescindibile di questa prese di coscienza.

Il progetto “An der Front” offre a tutte le compagnie del Tirolo Storico, coordinate dalle singole segreterie federative, la possibilità di sentirsi nuovamente vicine e unite come un tempo, mentre, nei rispettivi settori, operano alla progettazione ed alla realizzazione della Commemorazione della Guerra combattuta fra le nostre montagne.

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La  compagnia  Schützen Fleimstal vuole vivere e, al tempo stesso, portare avanti la tradizione degli Schützen tirolesi, dei nostri avi, della nostra comunità e della nostra terra. 

Tramandare a chi ci sta intorno e alle generazioni che verranno la storia della nostra terra, ricca di ideali autentici come Dio, la famiglia e la patria, questi sono gli Schützen.
Gli Schützen di Fiemme incarnano la storia della Magnifica Comunità di Fiemme, ente che in passato rappresentava la valle, da Trodena a Moena. La Compagnia Schützen Fleimstal, rifondata nel giugno del 2008, si dedica a progetti di volontariato e collabora ad eventi sportivi, feste e giornate ecologiche per la pulizia di boschi e sentieri in valle. La Compagnia inoltre ha preso in gestione la chiesetta del Cristo in Val Cadino, che cura con i propri fondi.

Pubblicheremo presto un breve video della giornata di Cheta. Torna a visitarci.

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Appunti di storia degli Schützen di Fiemme e piccole considerazioni sul nostro compito oggi.

La storia degli Schützen in Fiemme in italiano, “Bersaglieri immatricolati” ( l’italiano era lingua ufficiale dell’Impero nel Tirolo Meridionale) percorre pari passo la storia della Magnifica Comunità di Fiemme.
Nel territorio di Fiemme sono presenti i tre gruppi linguistici che compongono il Tirolo storico, ladino a Moena, italiano da Predazzo a Castello e tedesco a Trodena, essa infatti può rappresentare un piccolo Tirolo nella volontà storico culturale di Andreas Hofer.
Questa autonomia è presente in Fiemme fino alle guerre napoleoniche, e rimane fino ai giorni nostri. Infatti la Magnifica Comunità di Fiemme gestisce la proprietà indivisa di boschi e pascoli dei Vicini di Fiemme.
L’autonomia di Fiemme ha affrontato nei secoli varie vicissitudini e la struttura federale imperiale ha sempre difeso questa autonomia, sino alle guerre napoleoniche. Infatti dopo la restaurazione (1815) la politica imperiale ebbe una ottica più accentratice.

L’autonomia di Fiemme si esplica anche nella formazione di compagnie di autodifesa territoriale. Il primo documento ufficiale che sancisce questa autonomia sono i “Patti Ghebardini” del 1111, poi confermata anche nel 1511 nel Landibell, trattato federativo di difesa tra le province che costituiscono il Tirolo Storico (i principati di Trento e Bressanone e la Contea del Tirolo).
Prima del 1511 i Fiamazzi avevano l’obbligo militare di presidiare i passi che immettevano nella Valle, con proprie“Milizie”, come prevedevano i patti Ghebardini, mantenendosi neutrali in caso di dispute, tra Principato vescovile di Trento e Contea del Tirolo (Castello di Fiemme Regola di Fiemme, a tutti gli effetti era sotto la giurisdizione della Contea del Tirolo). E’ da tener presente che caratteristiche di autogoverno nelle valli Trentine e Tirolesi sono sempre state presenti.

Queste autonomie hanno sempre fatto sì che si siano formati dei corpi di autodifesa territoriale, sì fedeli all’Impero masoprattutto legati al proprio Territorio, “Heimat”. Per questo gli Schützen non sono mai stati riconosciuti come veri e propri soldati, perché un conto è la difesa dello Stato, che ha
confini variabili, un conto è la difesa della propria terra, che va oltre le divisioni ed interferenze che uno stato modernogenera. La struttura Federale dell’ Impero Asburgico ha sempre catalizzato queste forze autonome e di libertà organizzativa dei vicini ed anche di tutti i contadini tirolesi, a parte la parentesi della Guerra Rustica di Gassmaier, in cui Fiemme non si schierò mai contro l’Impero.

A partire dal 1511, con il “Landibell”, i Fiammazzi dovettero partecipare attivamente alle operazioni militari a fianco delle truppe regolari imperiali, sempre però, e questo va sottolineato, per scopo difensivo della Regione Tirolese, mai per scopi offensivi.
Più volte nel corso dei secoli la libertà di Fiemme e di tutto il Tirolo è stata minata da invasioni d’eserciti stranieri, tra cui spiccano le guerre contro la Serenissima Repubblica di Venezia, la Guerra di Secessione spagnola nel 1700, le guerre napoleoniche, le guerre risorgimentali, sino ad arrivare alla Prima Guerra Mondiale e all’annessione del Tirolo di lingua italiana (Trentino) e del Sud Tirolo, sino al passo de Brennero, al regno d’Italia. In tutte queste guerre e battaglie gliSchuetzen di Fiemme hanno partecipato attivamente e dolorosamente con grandi perdite.
Dopo il “Landibell” i Fiamazzi dovettero prestare, in accordo con l’Arciduca d’Austria, la loro opera come Milizieausiliarie “Miliziotti”, operando generalmente come truppe di supporto, anche a causa della non grandissima dotazione militare dei volontari fiemmesi. Dal 1700 invece furono impiegati come Bersaglieri “Schützen” in prima linea.
Dal 1500 in poi si formarono in Fiemme delle associazioni di tiro a segno. Gli elementi erano anche detti “taolazzani”, da taolazzo. Questi tiratori al bersaglio, o dicendola alla tirolese Stont, da cui Stant-schüzten, si riunivano principalmente la domenica, dopo la messa, per le esercitazioni. I fucili erano custoditi dal Parroco in Sacrestia (dimostrando ancora una volta l’attaccamento dei Fiammazzi e degli Schutzen ai principi di religiosità della Santa Romana Chiesa).
In caso di mobilitazione, i volontari d’ogni Regola si riunivano in due compagnie, una da Tesero compreso in dentro, l’altra da Tesero in fuori, e si scambiavano il ruolo ogni quindici giorni.
Le compagnie di Fiemme, come le altre del Tirolo, dovevano prestare servizio solo nel territorio della provincia del Tirolo (Dieta Tirolese) a cui spettavano l’armamento, il vitto e la paga. Gli Schützen erano pertanto le milizie provinciali, a cui la Magnifica Comunità si limitava a fornire le divise, arrotondare le paghe ed a custodire, in tempo di pace, le armi nella “Lozza”. Prima del 1700 però, il mantenimento delle compagnie di Bersaglieri era a totale carico della Comunità, che spesso ricorreva a dei mercenari, spesso della Valle di Non, ed al pagamento di essi anziché spedire proprie truppe di volontari. Dal 1511, ogni anno il Vicario di Fiemme, nominato dal Principe Vescovo di Trento, richiedeva alla Magnifica l’elenco dei “Vicini” atti alle armi e l’arma di cui potevano disporre. Altrettanto doveva fare il Vicario della Giurisdizione di Castello per la zona di sua competenza.

Nell’archivio della biblioteca Muratori di Cavalese esistono tuttora gli elenchi dei “Miliziotti”, altro modo per chiamare i difensori del Territorio “Schützen”, relativi al territorio della Magnifica Comunità ad eccezione di quelli di Castello. Questi, insieme agli uomini atti alle armi di Anterivo, Capriana e Valfloriana, erano tenuti in nota nella Giurisdizione di Egna e Caldif.
Gli Schuetzen di Fiemme hanno sempre difeso i valori della Religione, Dio al primo posto, il territorio in cui si vive, si lavora e si produce, la famiglia come caposaldo della società civile, senza mai recriminare la propria supremazia nei confronti d’altri popoli, semplicemente tentando di vivere in pace e difendendo la propria Terra, e la propria Autonomia.
Con un ottica sempre propositiva, mai contro.
Ai nostri giorni si spera di non doversi più difendere da attacchi militari, e il processo di integrazione europeo in questo sta dando un aiuto, ma altre sono le insidie della società moderna in cui Dio è abbandonato, così come la famiglia. Solo chi ama il proprio territorio può amare il prossimo, l’abitante d’altre terre, per affrontare consapevoli della propria storia e delle proprie origini, le sfide del terzo millennio.
Fabrizio Ciresa

BIBLIOGRAFIA:
• Candido Degiampietro “Le milizie locali Fiemmesi dalle
guerre napoleoniche alla fine della 1° guerra mondiale
(1796-1918), Villalagarina 1981.
• Marius De Biasi “Le pietre del giudizio” Ora 1997
• Erich Egg “La tradizione degli Schuetzen nel Tirolo di lin-
gua italiana” Matterello 2000
• Franz-Heinz v. Hye “ Gli schützen tirolesi e trentini e la
loro storia” Bolzano 2002
• Padre Angelico Boschetto…. Ricordi di nostre chiacchere

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