Uno studio svolto tra maggio e agosto 2010, finanziato nell’ambito del Programma
Safer Internet che promuove un uso più sicuro di Internet per bambini e giovani e la lotta contro i contenuti e i comportamenti illegali o nocivi, dimostra che i rischi che i giovani corrono su Internet non sono poi così elevati. Lo studio è stato finanziato dalla UE e i risultati sono un prodotto di un sondaggio condotto da
EU Kids Online. La rete di ricerca è coordinata da esperti della London School of Economics nel Regno Unito.
Il sondaggio, condotto in 25 nazioni europee, evidenzia due punti fondamentali: solo una piccola parte di giovani hanno problemi conInternet e di questi una piccola frazione ha avuto conseguenze in base a questi problemi. I dati evidenziano il modo di uso, i rischi, la sicurezza e l’esperienza dei bambini tra i 9 e i 16 anni e i loro genitori per un totale di 25.140 utenti.
In particolare lo studio dimostra che nella gestione di internet il rapporto genitori-figli è meno conflittuale che con la televisione.
Il dato rilevante è che in caso di problemi dei figli solo in 50% dei genitori se ne sono accorti, su questo dato è doveroso richiamare quanto spesso affermiamo, cioè che la vista e il controllo diretto nell’uso di Internet rimangono il mezzo più sicuro di prevenzione. L’abilità dei figli nell’utilizzo del mezzo è l’arma con il quale spesso aggirano i sistemi di prevenzione attuati dai genitori.
Quantità della navigazione e ruolo della scuola
Lo studio prosegue con i dati sulla navigazione in termini di ore passati davanti al pc, più avanza l’età dei bambini e maggiore è il tempo che vi trascorrono. I navigatori più giovani sono danesi e svedesi, che iniziano a 7 anni. La casa (87%)il luogo dove si utilizza principalmente e al secondo posto si colloca la scuola (67%). Ciò che segue evidenzia che alla scuola (ancora una volta) è affidato il compito favorire l’utilizzo adeguato e responsabile del mezzo, lo studio sottolinea infatti come gli insegnanti possono avere un ruolo fondamentale di sostegno, in particolare riguardo gli adolescenti più grandi e i bambini provenienti da famiglie di basso livello socioeconomico.
Essere se stessi online
Circa la metà afferma di trovare più facile essere “se stessi” online, ma di avere difficoltà quando si trova in un ambiente “faccia a faccia”. Sono per lo più ragazzi e bambini provenienti da famiglie di basso livello socioeconomico a descriversi in questo modo. I risultati evidenziano che un bambino su quattro comunica con estranei attraverso giochi, chat o mondi virtuali. Questo a significare che il 25 % dei bambini si espone ad un rischio evidente, e non si tratta certo di un dato confortante perchè è anche indicatore della solitudine dei bambini.
I social network
Moltissimi sono i giovani che partecipano a social network. Manco a dirlo il più utilizzato è Facebook. Tale attività aumenta con l’età. L’81% dei ragazzi di 15-16 anni ha un profilo in un social network, contro il 59% dei ragazzi di 9-16 anni e il 26% dei bambini di 9-10 anni. Quasi un quarto dei profili sono pubblici e sono più spesso le ragazze a mantenere privati i profili. La maggior parte dei ragazzi comunica con persone che conosce o con amici di amici.
Anche qui è ravvisabile una situazione di consistente pericolo se pensiamo che una gran parte degli abusi avvengono nella cerchia delle conoscenze familiari. Ritenere sicuri i figli su internet perchè comunicano solo con le cerchia dei conoscenti è pericoloso quanto e se non di più, che stare in un ambiente del tutto sconosciuto.
I problemi collegati all’utilizzo di Internet
Per quanto riguarda i due maggiori problemi collegati a Internet che interessano i bambini, gli esperti indicano l’uso eccessivo di Internet e l’accesso da parte dei giovani a contenuti non appropriati: il 12% del contenuto inappropriato è legato a messaggi di odio diretti contro gruppi specifici; il 10% è pro anoressia nervosa; il 7% incoraggia l’automutilazione; il 7% incoraggia l’assunzione di droghe e il 5% riguarda il suicidio. Lo Stato Membro dell’UE ad avere meno problemi con i contenuti non appropriati è la Francia con appena il 14% dei propri giovani coinvolti contro il 21% di tutti i giovani europei e il 43% dei giovani provenienti da Repubblica Ceca e Norvegia. I dati indicano che il 23% dei ragazzi di 11-16 anni che vanno incontro a esperienze negative hanno problemi di insonnia, difficoltà a scuola e trascurano gli amici. Gli esperti dicono che i bambini più colpiti da problemi online sono una piccola minoranza del 12%.
Indirettamente lo studio fornisce elementi in base ai quali osservare con maggiore attenzione la fascia degli studenti della scuola Secondaria di Primo e Secondo grado. Più che al semplice disagio familiare, cui la scuola fa spesso riferimento, gli alunni andrebbero osservati anche durante le sedute nel laboratorio di informatica. Se ne ricaverebbero utili spunti di lavoro per approfondire la qualità del loro rapporto con internet tenedo conto che il semplice divieto nell’uso non è garanzia di evitamento del problema.
Conclusione
Se da un lato lo studio ci rassicura sulla reale quantità dei problemi che i bambini incontrano su Internet, da un lato parecchi numeri evidenziati inducono alla prudenza, ad una maggiore attenzione ed una vigilanza stretta del tipo “marcatura a uomo” e d’altronde il fatto che il 50% percento dei bambini preferisce usare internet nella propria camera è un dato che parla da solo. Ancora una volta è alla scuola che si affida la maggiore responsabilità di educare i bambini all’utilizzo responsabile. Per un bambino che nasce con il pc quasi a braccetto, non c’è miglior “fatto educativo” che il primo esempio della famiglia, esempio nel saper dosare e nell’alternare le dovute esperienze pratiche.
Alla scuola poi il compito di innestare il contenuto educativo, certamente non sempre sufficiente a rimuovere percezioni quali “tanto c’è il monitor davanti non mi può accadere nulla”.
fonte: Crescerecreativamente
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