Cassa Rurale di Fiemme in prima fila per la conciliazione famiglia – lavoro

Da il 19 ottobre 2009

%name Cassa Rurale di Fiemme in prima fila per la conciliazione famiglia   lavoroL’Italia che cresce    – a cura di Michele Cènnamo - Avvenire 19/10/2009
Il progetto innovativo ha meritato il nono posto nella graduatoria del bando promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che l’ha finanziato con 330mila euro.
Lavorare e nello stesso tempo stare vicino alla famiglia? È una sfida che tante mamme e tanti papà hanno ben presente. La partita comincia in genere alle sei del mattino e si conclude solo a tarda sera, e quasi mai si risolve in un pareggio. Quando entrambi i genitori lavorano, crescere i figli diventa molto complicato. E se poi la famiglia si dissolve, spesso l’impresa diventa ardua.
Eppure l’ambiente di lavoro può essere un luogo dove conciliare tempi ed esigenze diverse. Soprattutto, un luogo dove vivere serenamente il proprio impegno professionale migliora la motivazione e quindi anche la produttività. La Cassa Rurale di Fiemme scommette che si può fare, e lo dimostra con un progetto cominciato il primo agosto che durerà due anni, finanziato con 330mila euro dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che l’ha posizionato al nono posto tra le centinaia di progetti arrivati da tutta Italia.
Nel pomeriggio di ieri, nella sala polifunzionale di Castello di Fiemme, la Cassa Rurale di Fiemme ha invitato a parlare di questi temi le istituzioni della valle, dal presidente del Comprensorio ai sindaci e amministratori pubblici, ed ha presentato in dettaglio questo percorso innovativo che non lascia indietro le donne e, anzi valorizza la maternità e la famiglia.
“Una organizzazione basata sulla gerarchia del controllo non è più sufficiente – ha detto il vicedirettore della Cassa Rurale Massimo Piazzi – e non bisogna aver paura di puntare sulle donne. Noi abbiamo ottenuto il risultato di associare qualità dei risultati e qualità del lavoro. Oggi su 82 dipendenti 12 sono a part time”.
Goffredo Zanon, presidente Cassa Rurale di Fiemme, ha spiegato le motivazioni che hanno portato al progetto: “la Cassa Rurale ha contribuito allo sviluppo del nostro territorio, siamo arrivati ad un benessere condiviso, ma non possiamo accontentarci a considerare solo il punto di vista economico. La gestione del tempo libero, la cura della famiglia o degli anziani parenti, è un dovere morale di fronte al quale anche e aziende devono fare la loro parte”.
L’iniziativa in dettaglio è stata presentata da Viviana Cassari, la consulente che ha curato il progetto: “la Cassa Rurale ha attivato cinque contratti a part time orizzontale, l’orario flessibile, ed assunto due persone a tempo pieno per sostituire i colleghi part time. Inoltre il percorso prevede percorsi di supporto, formazione e aggiornamento per il rientro dopo il congedo di maternità.
Sono previsti contributi economici erogati sottoforma di buoni servizio. Mille euro per il servizio di tagesmutter per figli fino ai tre anni di età, e buoni di 50 euro per le attività estive dei figli da 6 a 14 anni. In cantiere anche due ludoteche a Castello e Ziano, aperte a tutti, dove saranno organizzati anche corsi di sostegno allo studio”.
“Con questo progetto la Cassa Rurale fa propria una condotta di impresa socialmente responsabile, che significa gestire le risorse umane in un’ottica di valorizzazione delle specificità”, ha commentato la consigliere di parità della Provincia autonoma Eleonora Stenico.
L’iniziativa della Cassa Rurale si inserisce in un contesto già favorevole. La valle di Fiemme da tempo discute sul modello di vivibilità, con progetti importanti sulla mobilità alternativa all’uso delle auto private anche in chiave turistica. Tanto che si pensa di costituire un vero e proprio distretto della famiglia.
“Stiamo vivendo una primavera della famiglia – ha commentato Luciano Malfer, dirigente provinciale – ci sono segnali positivi da tante associazioni e a tutti i livelli. La giunta sta creando il contesto amministrativo istituzionale all’interno del quale calare le nuove politiche”.
Entro il prossimo anno partiranno due nuovi asili nido in valle per 82 piccoli ospiti, tanto per fare un esempio, si lavora sulla cultura, sulla formazione dei cittadini, sullo sport sostenibile in un’area che si prepara al suo terzo mondiale di sci nordico nel 2013.
La cooperazione trentina è molto impegnata su queste attività, che vanno dalla gestione di asili nido alle attività più ludiche alla formazione. “Dobbiamo avere chiaro in mente – ha affermato il consigliere Michele Odorizzi a nome della Cooperazione Trentina – che esiste una modalità diversa e autentica e richiama direttamente le persone a mettersi in gioco personalmente. La cooperazione è figlia del nostro tempo e sa assumersi responsabilità rispetto all’oggi”.

Avvenire
 

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