MIRTILLO si avvicina, guarda l’anello, gli gira intorno, lo annusa, lo tocca, era veramente buffo…
Marcello Pescegnocco non ce la faceva più: da un po’ di tempo la città gli sembrava fosse diventata invivibile, non si era mai accorto che vicino a casa sua i rumori erano continui tra cantieri, carrozzerie, traffico di giorno e allarmi che squillavano la notte. Durante il giorno se la cavava ma la notte no, non lo sopportava, non sopportava lo svegliarsi di soprassalto causa l’allarme di qualcuno che lo aveva montato male. E sì, pensava Marcello, solo quelli montati in officina da esperti erano buoni, gli altri arrangiati alla meglio erano quasi tutti difettosi!
Fatto sta che una notte, esasperato dal continuo suono degli allarmi, decide di contattare noi pescignocco per chiedere consiglio. Era notte fonda e uno dei pochi svegli era pescegnocco BU che stava finendo di leggere uno dei libri trovato nel grande baule, “Il grande gioco” di Peter Hopkirk.
“Non ce la faccio più” si sfoga Marcello “la vita è così stressante sia di giorno che di notte, traffico a tutte le ore, ma la cosa che mi urta di più sono gli allarmi… possiamo fare qualcosa per tacitarli, che dici?”.
Analizzato bene il problema, i due decidono di usare la magia in modo da far risuonare l’allarme nelle orecchie del proprietario della macchina o della casa o del negozio perché così, dato il fastidio, corra immediatamente a spegnerlo. L’ideale sarebbe stato anche far apparire sulla macchina o sulla casa o sul negozio la scritta SONO UN FARLOCCONE INQUINATORE ACUSTICO.
“Solo però per gli allarmi difettosi” dice Marcello.
Ok per il suono nelle orecchie ma la seconda magia, quella della scritta, non sapevamo come farla, ci saremmo accontentati della prima.
Così Marcello torna a dormire soddisfatto dell’idea ma anche pensieroso su come stava procedendo il mondo e si girava e rigirava nel letto cercando di prendere sonno con il gatto Gnoccolè che, desideroso di stargli accanto, non sapeva da che parte andare e alla fine sfiniti tutti e due si addormentano vicini, Marcello sul divano e il gatto ai suoi piedi sulla sedia!
IL SONNO AGITATO
Un’altra sera, era un venerdì qualsiasi, Marcello Pescegnocco dopo aver guardato un po’ di TV si era messo a letto perché nella settimana il lavoro di guardia giurata era stato impegnativo e la missione con noi pescignocco aveva richiesto un paio di interventi. Dopo essersi fritto un paio di uova con la pancetta e bevuto un buon bicchiere di vino cercando contemporaneamente di seguire un quiz alla tv, si era steso a letto in attesa di prendere sonno. Sarà stato per le uova o per la pancetta, fatto sta che aveva un sonno agitato finché si è svegliato all’improvviso sentendo un gran colpo.
Stava sognando di pescignocco giganti che lo volevano mangiare condito con un denso sugo verde e preso dal panico si era svegliato urlando… o almeno così gli sembrava, ma ascoltando meglio le urla venivano da… fuori… no… dall’appartamento sotto o sopra di lui o… accanto. Sì, sì, era accanto che stavano litigando forse tirandosi degli oggetti. Sentiva dei colpi!
Ed ecco una chiamata … anzi una vibrata di noi pescignocco, visto che le nostre chiamate gli causavano una specie di vibrazione della mano destra congiunta ad un cambiamento di colore. Quella sera con la vibrazione la mano era diventata di un bel verde fosforescente… così si poteva vedere al buio!
“AHI AHI quei burloni dei pescignocco” pensa Marcello. A noi pescignocco divertiva questo modo di contattarlo, lo trovavamo colorato e creativo, lui si divertiva di meno perché se stava insieme a delle persone non sapeva come giustificare la coloritura della mano.
Noi laggiù a Cala di Forno avevamo captato le urla colleriche che risuonavano nel mondo e chiedevamo l’intervento urgente di Marcello per far cessare quella sofferenza.
“Marcello, questa notte l’acqua quaggiù ad un certo punto si è increspata” diceva pescegnocco BU “e ci ha fatto sentire un suono disperato dal mondo, un suono di rabbia, di paura. Nonno PEPITO che ha già vissuto molto, dice che sono gli uomini invasi dall’avidità, dalla collera e dalla stupidità, c’è qualcosa che possiamo fare insieme per lenire questa pena?”.
“Vi avrei chiamati anch’io” dice Marcello. “Anch’io questa notte percepisco questo sentimento”.
Decidiamo insieme che per il momento ci accontentavamo di utilizzare la magia che blocca la persona mentre compie l’atto collerico, in attesa di poter affinare le nostre capacità magiche e magari trovare per il futuro un rimedio più adatto.
E così dopo un bel piatto di gnocchi al sugo con un po’ di menta, Marcello si addormenta e fa la magia.
Anche stavolta le persone si bloccano nell’attimo dell’eccesso di collera. Si potevano immaginare mani e piedi in atteggiamenti violenti, corpi furiosi, visi rabbiosi, maschere deformate di persone fuori di sé, sentimenti induriti nel tempo, pensieri corrotti dall’avidità… mani prive di carezze e sguardi disabituati all’amore.
Noi eravamo tranquilli, anche Marcello Pescegnocco, sapevamo che la magia non dava dolore e sarebbe finita in pochi giorni, salvo per ricascarci nel caso di nuova collera.
I pronto soccorso erano pieni di questi tipi strani che richiedevano cure per la loro immobilità, niente li poteva aiutare, ma intanto i medici si davano da fare.
MENTUCCIA che aveva una natura solare e pacifica, si struggeva dal dispiacere per tutte queste cattiverie del mondo e si chiedeva se magari anche noi pescignocco non esageravamo con le nostre reazioni magiche… Ci pensava a tranquillizzarla PREZZEMOLO che girava spesso per di là e le ricordava che noi usavamo… “la legge del farloccone, bellezza”.
L’INVITO A PRANZO
DRIN DRIN DRRRRIIINNNNNN….Marcello si sveglia all’improvviso, guarda l’ora, sono solo le nove di sera, gli sembrava di aver dormito tutta la notte, invece era passata solo mezz’ora, si era messo davanti alla TV per vedere come stavano andando le cose nel mondo ma poi si era addormentato… e adesso chi poteva cercarlo a quest’ora?
“Pronto pronto chi è?”
“Ciao Marcello, sono Ernestina, la cugina del negozio ti ricordi?… scusa ma forse ti ho disturbato?”
“Ciao Ernestina… no, nessun disturbo; mi ero appisolato sul divano, sai com’è… il lavoro è faticoso certi giorni e così quando arrivo a casa mi metto davanti alla tv e…”
“Volevamo invitarti a pranzo domenica prossima se sei libero da altri impegni”
Marcello ci pensa un attimo e accetta volentieri l’invito anche perché la volta precedente era dovuto scappare in fretta.
“Allora ti aspettiamo per l’una va bene? L’altra volta sei andato via in fretta e non ci siamo raccontati tutte le cose”.
“Grazie Ernestina, grazie dell’invito”.
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