PROGRAMMA DI MASSIMA uscite infrasettimanali in ambiente e un paio nei fine settimana da decidere in…
Gennaio 2016, Abbazia di San Michele. “Non ti assolverò mai! Mai! Ricordatelo bene, mai! E non ti perdonerò” urla l’abate con voce carica di “costernazione e morte” a uno dei protagonisti. Inizia così, con un’assoluzione negata, l’avvincente racconto di Andrea Nicolussi Golo “Di roccia di neve di piombo” edito da Priuli & Verlucca nella collana “I licheni”, che sarà presentato giovedì 31 agosto alle ore 17.30 presso l’aula magna del municipio di Predazzo, ultimo appuntamento de “L’aperitivo con l’autore”.
Per scoprire il motivo di tanta determinazione, bisognerà immergersi nelle complicate vicende che hanno caratterizzato la metà degli anni Settanta del Novecento, fino ad arrivare alle ultime, sorprendenti, pagine del libro. La montagna, le rocce, la neve, i prati a primavera fanno da sfondo ad anni difficili. Sono gli anni delle rivolte operaie, dei turni massacranti alle catene di montaggio, degli scioperi, del volantinaggio, dei picchetti. Sono gli anni della lotta armata, dei “padroni”, dei crumiri, dei compagni, e delle Brigate Rosse. Fuggire dalla città, anche solo per una breve escursione in montagna, è un modo per scrollarsi di dosso la tensione, la paura e per sottrarsi agli “infiniti giorni di fabbrica e di rabbia”.
Accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna e già autore di titoli di successo come “Guardiano di Stelle e di vacche” e “Diritto di Memoria”, in questo nuovo libro Nicolussi Golo trascina il lettore nello scampolo di un’epoca che sembra ormai un lontanissimo passato. La storia ruota attorno a cinque protagonisti. Quattro uomini e una donna, Nives, capelli rossi e occhi di fustagno verde. Nives è nata all’ombra delle Pale di San Martino ma a venti anni lavora già alla catena di montaggio in una grande città. Ogni trenta secondi avvita quattro brugole su un pezzo, e ogni quarantacinque secondi passa a quello successivo: 120 colpi all’ora, 960 in otto ore “il cervello traballa come una sedia sghemba, sciaborda dentro il cranio come l’acqua in una bottiglia piena a metà”. Per lei andare ad arrampicare significa non sentirsi solo la “donna che avvita le brugole”.
Classe 1963, Andrea Nicolussi Golo lavora presso la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri in Trentino e collabora come operatore culturale con l’Istituto Cimbro di Luserna/Lusérnar Kulturinstitut. Ha vinto numerosi concorsi di poesia e lingua cimbra e nel 2013, su autorizzazione Einaudi, ha dato alle stampe la traduzione in lingua cimbra del capolavoro di Mario Rigoni Stern “Storia di Tönle”.
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