Dopo il Family Day e nonostante il monopolio mediatico Lgbt sul tema, crolla il consenso…
Sabato 30 gennaio 2016 al Circo Massimo di Roma la manifestazione in difesa della famiglia e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.
Mentre molti stanno a guardare, disorientati da un’informazione battente e a senso unico, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, noi vogliamo essere la voce fuori dal coro, dando spazio e voce a quanti sostengono e difendono la famiglia naturale. Ecco alcuni pensieri di persone che hanno deciso di non stare a guardare ma hanno deciso di partire dalle valli di Fiemme e Fassa per raggiungere il Family Day di Roma.
” Io vado con gente della val di Fassa perchè purtroppo, le persone che ho contattato sono nella posizione di avere tutti delle scuse, più o meno valide, per non venire. Io sono una di quelle persone che non vuole lamentarsi di quello che non va o che dovrebbero fare gli altri. Per cambiare il mondo bisogno essere disposti a metterci la faccia senza se e senza ma.”
“Le mie motivazioni sono molto semplici. Lavoro in ostetricia all’ospedale di Cavalese, dove ogni giorno lavoriamo sul rapporto indispensabile fra madre e bambino fin dal concepimento, da sempre lavoro per la dignità di ogni essere umano dal concepimento in poi. Per me è disumano negare questa relazione, per un ipotetico diritto ad avere un figlio.
“Il figlio non è merce di scambio, non sono nostri nemmeno i nostri figli, ci sono stati affidati per un periodo per dar loro una mano a crescere . Per crescere hanno bisogno di radici, mamma papà, nonni. zii. Soprattutto hanno bisogno di verità. La verità non è un fatto soggettivo, non è un opinione, è una realtà. La realtà parla chiaro: da due uomini o da due donne non nascono figli. Vado a Roma per testimoniare questo.”
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E’ un grave errore quello di risultare discriminatori. Le barricate al grido di “la famiglia è superata”, sono inopportune e inaccettabili. In questa storia è proprio il punto di partenza a essere sbagliato, perché manca la ricerca del dialogo.
E così vediamo connazionali che ancora una volta vengono contrapposti, messi l’uno contro l’altro anche per colpa dell’incapacità dei nostri governanti di legiferare. Se il Parlamento fosse fatto da chi conosce il Paese, se vi sedesse chi davvero lo rappresenta, non saremmo arrivati a questo punto.
Il pasticcio Cirinna, che per ingordigia ha voluto inserire nel ddl di tutto e di più, ha sciupato quella che per loro poteva essere l’occasione di portare a casa il risultato sperato. Non si è stati capaci di realizzare una proposta di legge fluida, chiara e senza arroganza, cadendo così nel solito torbido.
Io sono contrario alle unioni civili, perché l’Italia è già un grande Paese civile, molto aperto, tollerante su tutti i fronti. Fa tristezza sentirci dire di essere retrogradi perché non abbiamo parificato certi bisogni “di parte” all’istituzione famiglia. Questa nazione invece di sentirsi inferiore alle altre, dovrebbe orgogliosamente essere un punto di riferimento per i valori e per quelle radici cristiane che appartengono a tutta l’Europa.
La contrapposizione creata, invece, è voluta da coloro che non hanno scrupoli nel pretendere addirittura che si coinvolgano la vita, la crescita e la formazione interiore dei bambini. In modo mascherato si vuole creare una famiglia parallela e alternativa alla famiglia naturale. Il discorso sulle adozioni, ad esempio, è tristemente evidente. Ma cosa c’entrano i bambini? Lasciateli fuori da queste strumentalizzazioni.
La famiglia non può diventare plurale perché può soltanto fondarsi sul matrimonio tra un uomo e una donna. La nascita di un figlio è un dono di Dio che passa attraverso un amore vero, gratuito e non artificioso. Purtroppo anche tante coppie di sposi pensano che un figlio si possa prenotare in qualche modo, o volerlo a tutti i costi. Anche la scienza medica è venuta incontro a questo bisogno molto umano ed egoistico superando tanti limitI.
Eppure persino molte persone omosessuali non tollerano questa forzatura del “figlio a tutti i costi”, ma a loro non viene data voce, anzi il linciaggio è alle porte per chiunque provi a pronunciarsi contro una certa lobby. Questa guerra fratricida però a chi serve di fatto? Siamo certi che tutto sia finalizzato ad assicurare qualche diritto in più oppure c’è dietro qualcos’altro… il dio denaro? Siamo a un punto di non ritorno, dove il business domina sulle scelte di un popolo spesso anche inconsapevole. LEGGI TUTTO
Sabato 23 gennaio in 98 città, le associazioni LGBT sono scese in piazza per chiedere l’introduzione del “matrimonio” gay.
“Svegliati Italia” è stato il nome della manifestazione con cui si è voluto dare un segnale al Governo affinché non retroceda in tema di unioni civili e stepchild adoption.
Oltre ai soliti slogan, è superfluo evidenziare che tutti i media hanno dato ampio risalto all’evento, mettendo invece in secondo piano le affollatissime veglie delle Sentinelle in piedi che si tengono in tutta Italia.
Quanto alla manifestazione dei gruppi omosessuali, Arcigay ha dichiarato alla stampa che vi hanno preso parte 1 milione di persone. Sarebbe stato dunque un successo clamoroso, segno della volontà di cambiamento del popolo italiano, pronto a concedere figli alle coppie dello stesso sesso felicemente sposate. Nonostante giornali e tv abbiano fatto da grancassa al tutto, i dati reali forniscono altre informazioni e ci aiutano ad arrivare a ben altre conclusioni.
Certo, diranno che quanti contestano le cifre dell’Arcigay sono omofobi e razzisti. Ma sappiamo bene che l’insulto è l’unica arma disponibile quando non si hanno argomenti. E poi, viste pure le esperienze passate, quanto scommettiamo che metteranno in dubbio il numero di partecipanti al Family day del 30 gennaio? .. LEGGI TUTTO
Il critico d’arte: “La famiglia è un padre e una madre”. E su Facebook si scatena il dibattito LEGGI TUTTO
Denise Shick è cresciuta negli Stati Uniti con un padre “transgender” e il 24 marzo ha raccontato alla Corte Suprema americana «l’ossessione di mio padre transessuale» e la «sua infelicità anche quando ha ottenuto ciò che pensava di desiderare». Shick è stata chiamata a raccontare la sua storia ai giudici federali e si è opposta alla legalizzazione dei matrimoni tra persone omosessuali.
«MIO PADRE NON ERA FELICE». Shick ha ricordato quando all’età di 9 anni si sentì dire da suo padre che… LEGGI TUTTO
Da tempo la psicoanalisi ha perso la capacità di sollecitare la riflessione collettiva sulle strutture profonde che reggono l’identità individuale e sociale e ciò proprio nel momento in cui si delineano radicali trasformazioni. A rompere questo silenzio giunge quanto mai opportuno l’invito che Ernesto Galli della Loggia rivolge agli psicoanalisti perché non temano di far sentire la loro opinione, anche quando non è conforme al «mainstream delle idee dominanti». LEGGI TUTTO
“E’ Davide contro Golia, c’è gente che sta rinunciando alla giacca nuova per venire a Roma”. La giornalista membro del Comitato difendiamo i nostri figli, Costanza Miriano, racconta lo sforzo del popolo del Family day che si appresta a raggiungere la Capitale. “L’aggressività di chi ci denigra – dice Miriano ad IntelligoNews – è messa in crisi da questa mobilitazione dal basso”. LEGGI TUTTO
”I pastori devono camminare con le proprie pecore e dunque io penso che ci sarò sabato al Family Day. Non per gridare contro qualcuno o per fare uno show ma per sostenere i valori in cui crediamo”. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, è uno dei vescovi che si sono maggiormente esposti in questi giorni a sostegno della mobilitazione cattolica di sabato al Circo Massimo.
Bregantini perché? ”Il motivo nasce da ragioni etiche. Noi comprendiamo e rispettiamo le scelte individuali di ogni persona, anche nell’ambito delle scelte specifiche riguardanti le tendenze omosessuali ma accanto al rispetto della dimensione soggettiva c’è la custodia, direi appassionata, della dimensione oggettiva per cui riteniamo che la famiglia, basata sul matrimonio tra uomo donna, debba essere tutelata come dice la Costituzione”… LEGGI TUTTO
Quando si parla di unioni civili, inevitabilmente, si parla di bambini. Sì, perché il vero obiettivo delle lobby Lgbt sono le adozioni gay: arrivare alla possibilità di “mettere al mondo” (lo mettiamo tra virgolette perché per fare un bambino servono, e serviranno sempre, due persone di sesso diverso!) e crescere un bambino già orfano di madre o di padre.
Le conseguenze della privazione di una delle due figure genitoriali di riferimento (ne abbiamo parlato qui e qui) sono, in Italia, un tema ancora abbastanza sconosciuto, dal momento che i piccoli cresciuti da coppie omosessuali non hanno ancora raggiunto l’età per poter raccontare la loro esperienza.
All’estero, però, le testimonianze di ragazzi e ragazze cresciuti in coppie omogenitoriali sono molte. Il portale Aleteia ha recentemente ospitato il racconto di Dawn Stefanowicz (della quale avevamo già parlato qui), residente in Canada, dove il matrimonio gay è consentito dal 2005.
La legittimazione della cosiddetta “omogenitorialità“, compresa la forma derivata della “stepchild adoption“, costituisce una palese violazione dei diritti e della dignità del bambino (cfr. Art. 7 Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia): non solo contrasta con l’evidenza (nessuno è figlio di due padri o due madri), ma riduce lo strumento dell’adozione ad un metodo per dare bambini a chi non può averne, dimenticando che l’adozione serve invece a dare un padre e una madre sostitutivi a chi li ha perduti, nell’interesse supremo del bambino. Quello che il ddl Cirinnà consentirebbe, contrasta inoltre con ciò che la scienza afferma sui danni che i bambini si trovano a subire in.. LEGGI TUTTO
Il voto sulle unioni civili si avvicina e dobbiamo far sentire più che mai la nostra voce a difesa della famiglia naturale.
Dottoressa Pérardel, perchè la “maternità surrogata” è una forma di schiavitù moderna?
«Perché è una pratica di strumentalizzazione della donna, che viene considerata esclusivamente come uno strumento per produrre bambini. Questo lo si può toccare con mano semplicemente osservando le modalità con cui viene realizzata: parti cesarei obbligatori senza ragioni di sanità, condizioni di vita atroci durante la gravidanza (donne spesso parcheggiate in dormitori di paesi poveri), separazione del bambino dalla madre, a volte anche qualche mese dopo la nascita perché alle madri è chiesto anche di allattare il bambini nei primi mesi».
Il bambino viene strappato alla madre… LEGGI TUTTO
Basta con la propaganda pro gender secondo cui tutto il mondo civile sarebbe ormai allineato nel mettere sullo stesso piano famiglia eterosessuale e unioni gay. «Non è vero. Esistono all’Onu più di 160 nazioni che indicano con chiarezza che la famiglia è quella formata da un uomo e da una donna. E non intendono fare passi indietro. Chi può affermare che questa sia una posizione segnata da inciviltà e chiusura?». La domanda arriva da Alexey Komov, … LEGGI TUTTO
Gentile direttore,
sono la persona che con ostinata caparbietà è ricorsa alla Corte europea dei diritti dell’uomo per ottenere un diritto che mi era stato precluso, quello, essendo stata adottata, di conoscere le mie origini biologiche. La Corte ha emesso sentenza favorevole il 25 settembre 2012 – sentenza ratificata dalla Corte costituzionale italiana il 18 novembre 2013. Alla sentenza è seguita una proposta di legge per sancire le modalità di applicazione di tale diritto (la conoscenza delle proprie origini biologiche) passata alla Camera dei deputati e in attesa di approvazione al Senato della… LEGGI TUTTO
Dalla prossima settimana è previsto l’inizio della discussione al Senato del testo sulle cosiddette “unioni civili”, un disegno di legge che demolisce l’istituto del matrimonio. Con questo testo il matrimonio diventa la legittimazione di una mera unione sentimentale, fondata sull’emotività e il figlio diventa un diritto, un oggetto da possedere legittimamente. Questo testo dunque smantella la famiglia, cellula base della nostra società, quindi smantella le nostre radici e il nostro futuro.
Di fronte a questo, in questo momento storico, ciascuno di noi è interpellato personalmente e chiamato ad una presa di posizione pubblica. Stare a guardare significa legittimare la dittatura del sentimentalismo spinto che ogni giorno ci viene già propinato dai media, piegati alla cultura dominante. Oggi siamo di fronte al passo successivo, alla legittimazione, alla nobilitazione, di un’unione unicamente sentimentale, la legge italiana certificherà che questo è buono, e lo farà per altro sulle basi di una menzogna. LEGGI TUTTO
Firma anche tu la petizione “Tutti nasciamo da mamma e papà” CLICCA QUI
Non ci stancheremo di ricordare che i bambini hanno il diritto di avere una mamma e un papà.
Ed ora lanciateci pure le vostre pietre..
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anna
28 gennaio 2016 at 17:45
Hai ragione Franz, l’unica differenza è che non si è partiti da una bugia. Nessuno nasce da due papà o da due mamme. Comunque non ti preoccupare su qualsiasi canale televisivo trovi famiglie omogenitoriali, con la musichetta di sottofondo per creare un ambiente accogliente e pieno d’amore, ma la realtà rimane sempre la stessa: fin dall’inizio si nega un genitore.
Enrico
31 gennaio 2016 at 22:26
Mi stupisce soprattutto che si faccia pubblicità su una cosa tanto delicata su un blog che dovrebbe, a parer mio, essere super partes. Ma visto che così non è mi permetto di portare la mia opinione. La presunzione di sapere cosa DEVE essere una famiglia portata avanti come baluardo da molti mi fa sorridere. Davvero pensate che un uomo e una donna sposati possibilmente davanti a un prete e successivamente con la nascita di un figlio sia bastante per formare una vera famiglia??? MAGARI!!! Conosco tante ma tante MA TANTE “famiglie” così, che hanno cresciuto bambini con notevoli disagi e problematiche che li hanno spinti, appena possibile, a scappare da quella che per molti è la famiglia modello.
Conosco altresì un paio di famiglie omosessuali che, dopo la separazione di uno dei due dalla moglie, accudiscono e crescono i figli MOLTO meglio di quanto possano fare molte famiglie considerate “regolari”. Personalmente per quanto riguarda le adozioni credo che la maggior parte di noi, sia esso uomo o donna, abbia innato il senso di paternità e maternità, sia esso omosessuale o eterosessuale. Io ho 33 anni e so di cosa parlo, so di avere un compagno che amo e che mi ama e col quale ho costruito una famiglia (malgrado la legge non la riconosca) e che, come in tutte le coppie (ma proprio tutte) ci sono stati alti e bassi, difficoltà, ma grazie al profondo sentimento che ci lega le abbiamo affrontate e risolte. So di avere due famiglie (la mia e quella del mio compagno) che ci vogliono un’infinità di bene e ci sosterranno fino alla fine.
La spinta dell’essere padre che sempre più preme è frustrante, sapendo inoltre che da qualche parte nel mondo c’è un bambino in gravi difficoltà che non potrà vivere un’esistenza migliore, serena, circondato da persone che lo amano e che ama, a causa dei nostri governanti e di chi si attacca alla sacralità della famiglia benedetta da non si sa chi, manifestando in piazza senza sapere fino in fondo cosa vuol dire essere omosessuale, che non è una scelta (nessuno credo sceglierebbe una strada così ripida, in aggiunta alle difficoltà della vita quotidiana), omosessuali si nasce, non si diventa esattamente allo stesso modo di come nascono gli eterosessuali ai quali chiedo conferma, se mai uno dei genitori lo abbia indirizzato ad una scelta sessuale piuttosto che un altra. Roba da matti.