Lech Walesa, uomo-leggenda della lotta nonviolenta al comunismo e fondatore di Solidarnosc, verrà in Trentino, fra poco più di un mese. E non si tratterà di una visita lampo ma di un vero viaggio tra i monumenti sacri del Trentino: quattro giorni ricalcando le orme del suo connazionale Karol Wojtyla, dall’Adamello a Stava, e pronunciando una lectio magistralis nell’aula magna dell’Università di Trento. E, soprattutto, Walesa sorvolerà in elicottero il “Cristo Pensante” del Castellazzo.
Lo ammirerà dal cielo e lo “benedirà” dall’alto, senza allacciare scarponi e senza fare trekking. D’altra parte gli scarponi li ha usati per anni nei cantieri navali di Gdansk, e il suo trekking (dalle fabbriche al carcere) per la libertà gli è valso il premio Nobel per la Pace.
Questo viaggio di Lech Walesa, atteso a Trento il 13 settembre, nasce proprio dalla voglia trentina di mettere un timbro internazionale sul “Cristo Pensante” delle Dolomiti. Un’operazione di alto prestigio, in verità, che si gioca fra le alte cime della spiritualità e del turismo. Anzi, una perfetta operazione di immagine e di sostanza: icona mondiale dell’anticomunismo, con quel baffo proletario da vero uomo del popolo, insuperabile sintesi di cultura cristiana e impegno sindacale, Lech Walesa scenderà in Trentino e farà da testimonial al Cristo Pensante, opera recentissima (installata appena lo scorso anno, il 16 giugno 2009) e che già sta superando i limiti di immaginazione dei suoi costruttori e ideatori. La statua in marmo bianco di Predazzo, con a fianco la croce in ferro, attrae ogni giorno centinaia di visitatori: anzi in queste settimane è davvero una processione di turisti-pellegrini. Che pregano, riflettono, pensano, guardano il cielo, oppure semplicemente s’affacciano da questa terrazza sulle Dolomiti per farsi suggestionare dalla potenza del Cimon della Pala che gli sta dinanzi. Il “Cristo Pensante”, fortissimamente voluto (e ottenuto) da Pino Dellasega, non è solo una meta per chi crede nei misteri di Medjugorje o per tanti focolarini che vi leggono un omaggio a Chiara Lubich, che proprio poco sotto il Castellazzo, a Tonadico nel Primiero, ebbe l’intuizione di fondare il suo movimento. Il “ Cristo Pensante” corre veloce nei cuori e nell’immaginazione dei turisti-pellegrini. E il suo trekking (tra frasi e pensieri, lungo il percorso, di papa
Wojtyla, san Francesco, madre Teresa, padre Pio) riprende una tradizione di fede polacca e sviluppa una folgorazione di Dellasega, che ebbe il primo lampo proprio 26 anni fa, nella piazza di Varsavia, fra mille bandiere di Solidarnosc.
Il racconto di questa folgorazione ha commosso anche Walesa. Contattato poco meno di un anno fa, il fondatore di Solidarnosc non ha saputo resistere al fascino di questa nuova “luce” dell’e nrosadira. Ha accolto con gran piacere l’invito, anche se le trattative e i dettagli del viaggio, fino ad oggi rimasti segreti, sono stati lungamente discussi. Con tanto di sopralluogo di un uomo del suo staff. Ora il viaggio è pronto (anche se manca qualche minimo dettaglio per dare ufficialità) ed è una vera coreografia fra i tesori del Trentino. In realtà, garantiscono dalla Giunta Provinciale (che è il vero regista di tutta l’operazione, con il contributo logistico di Trentino Spa, e quindi con la presenza in prima linea dell’assesore Tiziano Mellarini) non si tratta neppure di una spesa rilevante: un evento di grandi proporzioni con l’i mpegno di qualche decina di migliaia di euro.
Il 13 settembre, dunque, il padre storico di Solidarnosc è atteso all’aeroporto Marco Polo di Venezia per salire a Trento nel pomeriggio dove incontrerà il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e le altre autorità in Sala Depero; poi, in serata, cena di Gran Gala al Castello del Buonconsiglio. Di buon mattino, il giorno successivo Walesa salirà sull’elicottero per raggiungere passo Rolle, dove sorvolerà il Cristo Pensante, gli manderà un pensiero e poi ritornerà in val di Fiemme, fino a Tesero. Visita ufficiale a Stava, nei luoghi della memoria, a 25 anni dal disastro, e poi un incontro nel Palazzo della Magnifica Comunità a Cavalese, con le autorità della valle. E nel pomeriggio giù, fino a Rovereto, alla Campana dei Caduti, per ascoltare, alle 19, i
rintocchi di Pace (sempre che la Campana non faccia i capricci come al concerto per Morricone). Il 15 settembre invece via di nuovo in elicottero ma per andare nel Trentino occidentale, per assistere a una santa messa celebrata dal vescovo Bressan in alta quota: al Rifugio ai Caduti dell’Adamello, che per due volte ospitò Papa Wojtyla. Quindi pranzo a Madonna di Campiglio e nel pomeriggio incontro con la comunità religiosa in Duomo. Una tappa, quest’ultima voluta proprio da Walesa.
Infine, ultimo capitolo, al mattino del 16 settembre la lectio magistralis all’Università di Trento, con cui Walesa spiegherà il suo cammino per la pace. Un percorso che continua a portarlo nel mondo, ovunque accolto come un testimone di un tempo indimenticabile. E lui, statene certi, non parlerà come se si sentisse un pezzo da museo: perché il suo spirito combattivo non è mai domo, perché nonostante gli antichi successi e le più recenti (e clamorose) sconfitte politiche, Walesa non smette di impegnarsi. E’ stato lui a indicare e proporre Komorowsky come presidente della Polonia. Komorowsky in giugno ha vinto e quindi Walesa non si sente affatto decorativo. A 67 anni non molla la presa. E la sua testimonianza resta viva nel presente.
Paolo Mantovan - Il Trentino
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