TRENTO - Già dal prossimo anno scolastico potrebbero accorciarsi le vacanze estive a favore di…
Fermi tutti, non si parte. Quest’anno molti studenti trentini dovranno rinunciare alla gita scolastica. Per tanti altri il viaggio sarà ridotto ad una sola giornata. Pochi i fortunati che potranno volare all’estero o visitare città d’arte in Italia. Questo l’effetto dello “sciopero” dei prof che, per protestare contro la riforma Dalmaso, hanno deciso di non accompagnare i ragazzi in gita.
La presa di posizione di circa 400 docenti risale all’i nizio dell’anno scolastico, quando in un documento espressero tutta la loro rabbia annunciando un boicottaggio delle gite scolastiche. «Troppe responsabilità per pochi soldi», dissero. Ora questo boicottaggio sta prendendo corpo. In questi giorni, all’interno degli istituti del Trentino, si stanno organizzando i viaggi d’i struzione e in molti casi le gite salteranno. O saranno drasticamente ridotte ad una sola giornata.
Il motivo della protesta è il seguente: per gli insegnanti, con la riforma Dalmaso che ha introdotto le lezioni di 50 minuti, le ore extra (solo quattro anche se poi la sorveglianza nelle gite è 24 ore su 24), anziché essere pagate come in passato rientrano nelle 70 ore da recuperare. Una questione economica, ma anche di principio che ha portato molti docenti a rinunciare all’a ccompagnamento impedendo, di conseguenza, il regolare svolgimento dei viaggi in diversi istituti. Una situazione simile a quella che si sta registrando nel resto d’Italia, con moltissimi insegnanti che per protestare contro il ministro Gelmini, che ha tagliato la diaria, hanno deciso di indire lo “sciopero delle gite”.
Ma torniamo in Trentino. Al liceo Da Vinci, ad esempio, solo il 60 per cento delle classi riuscirà quest’anno ad andare regolarmente in gita (escluse quelle del linguistico che prevedono scambi per curriculum). Nella maggior parte dei casi i viaggi di quattro-cinque giorni si ridurranno ad una sola giornata. Niente capitali europee, dunque, ma trasferte a Verona, Venezia, Bologna o Milano. Per qualcuno il viaggio d’istruzione si limiterà a qualche ora di rafting in Val di Sole. «In ogni caso la gita di una giornata dovrebbe essere garantita per tutti», spiega il preside Alberto Tomasi. Situazione piuttosto calda anche al Galilei dove circa la metà dei consigli di classe ha deciso di non organizzare i viaggi d’istruzione quest’anno, questione che sta creando inevitabilmente qualche malumore tra gli studenti. Al Tambosi la preside Francesca Carampin spiega che «è stato rivisto recentemente il regolamento interno e per contenere le spese si è deciso di fare in modo che più classi si aggreghino scegliendo la stessa meta».
Anche qui ci sono alcune classi che non partiranno a causa della protesta dei docenti. Chi partirà, invece, potrà raggiungere e visitare Firenze, Verona, ma anche Berlino e Atene.
Al liceo Russell di Cles la preside Franca Zappini afferma che «tutte le classi andranno regolarmente in gita». Soltanto due non partiranno, ma in questo caso il motivo va cercato nella scarsa adesione da parte degli studenti e non in un boicottaggio dei prof. «Qualche docente – spiega ancora Zappini – ha rinunciato, ma siamo comunque riusciti a trovare il numero necessario di accompagnatori anche accorpando alcune classi». Molte le destinazioni: Firenze, Roma, Arezzo e Torino in Italia, Parigi, Barcellona, Praga, Amsterdam e Salamanca per chi volerà all’estero.
Ci sono anche scuole dove, fortunatamente, è filato tutto liscio. All’Iti Buonarroti quasi tutte le classi andranno in gita. «Non ci sono variazioni rispetto agli anni scorsi», assicura il preside Paolo Dalvit.
Anche al liceo classico Prati, quest’anno i viaggi d’istruzione si svolgeranno regolarmente. «Sarà rispettato il calendario varato dai consigli di classe all’inizio dell’anno», garantisce la dirigente, Maria Pezzo.
Jacopo Tomasi
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