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In orbita il telescopio Keplero, cercherà pianeti simili alla Terra
Puo’ rilevare anche le sorgenti di luce piu’ deboli.
E’ partito con successo il satellite Keplero, l’osservatorio orbitante della Nasa, lanciato da Cape Canaveral a bordo di un razzo Delta II, per cercare pianeti simili alla Terra fuori dal sistema solare nella nostra galassia, la Via Lattea.
Il video del lancio:
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La sonda e’ equipaggiata con un potente telescopio da 1,03 tonnellate, uno specchio principale di 1,4 metri di diametro e un’apertura di 95 cm, capace di inquadrare un campo pari a 105 gradi quadrati di cielo.Lo strumento puo’ rilevare anche le sorgenti di luce piu’ deboli e l’offuscamento periodico di una stella causato dal passaggio di un pianeta. “Keplero”, ha detto Debra Fisher della San Francisco State University, “e’ una pietra miliare della ricerca astronomica per capire che tipi di pianeti si sono formati intorno alle stelle.
Quello che scopriremo sara’ usato per studiare l’atmosfera dei grandi esopianeti gassosi visti dal telescopio spaziale Spitzer e con i dati acquisiti sara’ possibile fare una statistica dei pianeti che si trovano in zone abitabili in considerazione della loro temperatura e posizione rispetto alla loro stella madre”.
Per la ricerca di una nuova Terra attorno ad un’altra stella della nostra galassia Via Lattea forse è arrivato il momento tanto atteso. Nella notte tra venerdì e sabato la Nasa ha lanciato con successo da Cape Canaveral «Keplero», il primo cacciatore spaziale di pianeti extraterrestri. È un corposo osservatorio alto cinque metri che nasconde al suo interno un telescopio di 1,4 metri di diametro capace di convogliare la luce cosmica su una camera con 95 milioni di pixel, la più potente mai lanciata. Il tutto è stato studiato appunto per scovare intorno a stelle simili al Sole nuovi pianeti della dimensione del nostro globo azzurro sistemati nella «zona abitabile», cioè alla giusta distanza dalla stella madre per consentire un equo flusso di energia in grado di alimentare la vita.
«Non speriamo di trovare Et — ha notato William Borucki del centro Ames della Nasa e coordinatore della missione — ma piuttosto la casa dove potrebbe vivere ». E questo sarebbe già un risultato straordinario. Ma l’impresa non sarà semplice. Finora con i telescopi terrestri a partire dal 1995 si è già rilevata la presenza intorno ad altre stelle della galassia di 340 pianeti. Però nella quasi totalità sono dei giganti gassosi come Giove. Di qualcuno roccioso ci sono solo indizi e per le immagini, finora solo il telescopio orbitale Hubble è riuscito di recente a cogliere una traccia che aiuta poco gli astronomi. Serviva proprio uno strumento concepito per l’ardua caccia e così la Nasa progettava Keplero investendo 600 milioni di dollari allo scopo di condurre il primo censimento dallo spazio di pianeti extrasolari. L’indagine riguarda solo una regione limitata della Via Lattea dove si possono scorgere le costellazioni del Cigno e della Lira, che hanno già attirato l’attenzione del cacciatori di pianeti. In questo territorio infatti hanno catturato da Terra quattro corpi «gioviani» che saranno utilizzati come campioni di riferimento per scovarne altri ma più piccoli.
Il metodo sarà sempre lo stesso: cogliere una variazione nella luminosità della stella quando il pianeta le transita davanti. Un altro metodo utilizzato da Terra con tutte le incertezze del tremolio atmosferico misura le anomalie nella posizione dell’astro causate dalla forza di gravità di un corpo che gli gira attorno. Per conquistare qualche risultato Keplero punterà per tre anni e mezzo il suo occhio sull’obiettivo scandagliando ogni mezz’ora centomila stelle. Le probabilità di cogliere un pianeta della nostra taglia su un’orbita come quella terrestre è dell’uno per cento. Se tutto andrà come ipotizzato dagli scienziati il risultato finale dovrebbe portare alla scoperta di alcune centinaia di nuove terre. «Se invece Keplero non le troverà — aggiunge Borucki — vuol dire che i pianeti come il nostro sono davvero rari nell’universo e noi siamo forse gli unici». «Quando volavo sullo shuttle — ricorda l’ex astronauta e astrofisico Umberto Guidoni — sognavo di poter viaggiare verso un altro pianeta. Ora Keplero porterà almeno il nostro occhio ».
E’ in orbita l’osservatorio che cercherà pianeti simili al nostro. Il video del lancio.
Usa. E’ in orbita l’osservatorio orbitante della Nasa, lanciato da Cape Canaveral alle 22.49 (ora locale) di ieri, a bordo di un razzo Delta II. Tutto è andato come previsto e il satellite Keplero è stata messo in orbita 62 minuti dopo il lancio e si è separato dal vettore Delta II a 721.53 km d’altezza. La sonda è equipaggiata con un telescopio da una tonnellata di peso e con uno specchio principale di un metro e quaranta centimetri di diametro, dotato del più grande obiettivo fotografico mai messo in orbita. La sonda per tre anni esplorerà una porzione di via Lattea per scoprire pianeti simili alla Terra.
Keplero è stata inviata in orbita eliocentrica e seguirà quindi la terra attorno al sole e punterà il suo telescopio tra le le costellazioni del Cigno e della Lira, alla ricerca di pianeti rocciosi con temperature simili a quelle terrestri e dove ci possa essere acqua in forma liquida.
Ovviamente la sonda dovrà puntare in direzione opposta a quella del sole per non danneggiare l’ottica del telescopio che è una sorta di gigantesca macchina fotografica da 95 megapixel.
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