1) LA CANCELLAZIONE DELLA FAMIGLIA NATURALE In Canada si prevede la sostituzione, nella legislazione federale,…
Domani entrano nel vivo le votazioni per la legge Cirinnà. Mentre molti stanno a guardare, disorientati da un’informazione battente e a senso unico, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, nel nostro piccolo continuiamo ad informare a favore della famiglia naturale, ben consapevoli che siamo una voce fuori dal coro, e altrettanto certi di interpretare il pensiero della stragrande maggioranza degli italiani.
Siamo arrivati sabato mattina al Circo Massimo dopo aver percorso 650 Km per unirci a tantissimi altri italiani che vogliono fermare il devastante ddl Cirinnà, con l’unica arma rimasta: esserci!
Esserci, per testimoniare la bellezza della famiglia naturale. Esserci, per vedere di persona e contare il fiume interminabile di amici! Un popolo intero che a gran voce grida verso i palazzi del potere che l’Italia non è il fanalino di coda dell’Europa, ma al contrario è il faro che deve illuminarla su una realtà fondamentale: l’unica famiglia possibile è formata da mamma, papà e figli.
Torniamo in valle con il cuore pieno di entusiasmo perchè abbiamo visto con i nostri occhi l’Italia di cui non si parla né sui giornali nè in TV, ma che ora si è alzata in piedi; nessuna lobby opulenta, bensì gente come noi, mossa dalla profonda convinzione che la famiglia naturale sia un bene insostituibile per tutti, credenti e non.
Torniamo a casa con la forte consapevolezza che ogni essere umano sia un valore unico, cioè senza prezzo, e di conseguenza i bambini non si possano vendere e comperare e neanche si possano usare le donne come incubatrici!
Gente di Fiemme e Fassa riscopriamo nelle nostre radici la bellezza e l’unicità della famiglia e continuiamo a vigilare attentamente su cosa viene deciso nelle camere del potere.
Riappropriamoci del diritto di manifestare le nostre opinioni, facciamo uno sforzo in più se necessario: il lavoro non è finito qui anzi, ci sarà sempre più bisogno di persone disposte a mettersi in campo.
Infine ringraziamo tutti coloro che, non potendo venire a Roma, ci hanno comunque incoraggiati e sostenuti in tanti modi. Nicola, Loretta, Anna, Anna, Carlo, Beatrice, Sofia
“[...]Con quale diritto, dunque, una coppia di omosessuali (maschi o femmine) chiede d’adottare un bambino? Con quale diritto pretende d’allevare un bambino dentro una visione distorta della Vita cioè con due babbi o due mamme al posto del babbo o della mamma?
E nel caso di due omosessuali maschi, con quale diritto la coppia si serve d’un ventre di donna per procurarsi un bambino e magari comprarselo come si compra un’automobile? Con quale diritto, insomma, ruba a una donna la pena e il miracolo della maternità?
Il diritto che il signor Zapatero ha inventato per pagare il suo debito verso gli omosessuali che hanno votato per lui?!?
Io quando parlano di adozione-gay mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non ho bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio.
E nell’immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria Vergine e San Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata. E come cittadina. Sicché offesa e umiliata dico: mi indigna il silenzio, l’ipocrisia, la vigliaccheria, che circonda questa faccenda.
Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l’ambiguità delle parole «genitori» e «coniugi» le Leggi della Vita. Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma.
E a chi ricatta con la storia dei bambini senza cibo o senza casa (storia che oltretutto non regge in quanto la nostra società abbonda di coppie normali e pronte ad adottarli) rispondo: un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. E’ un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti o presunti diritti di due omosessuali con le smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita nella nostra specie. Cosa più che possibile con una madre senza marito. Del tutto impossibile con due «genitori» del medesimo sesso.”
Oriana Fallaci
Atrofia dell’esperienza. Non si capisce di cosa stiamo veramente parlando quando parliamo di “progresso”, “diritti”, “amore”, “famiglie arcobaleno” e, dunque di legge Cirinnà, se stiamo attaccati alle chiacchiere di Luxuria, ai like di Facebook, alle chimere dei discorsi campati per aria.
E soprattutto se ci facciamo adescare dai filmati tv che servono gli occhi di tutti noi e le emozioni di ciascuno di noi con le immagini Mulino Bianco delle felicissime coppie gay che tengono in braccio dolcissimi bebè.
Solo una grave atrofia dell’esperienza, naturalmente supportata dall’illusionismo digitale e dal bombardamento mediatico del virtuale, può far perdere di vista la realtà contenuta nelle narrazioni zuccherose svolte per immagini zuccherine. Nessuno che lavori nel marketing e nei backstage delle tv ci crede. Nessuno degli operatori televisivi ha occhi ed emozioni per quello che vediamo e emoziona noi. È un lavoro come gli altri versare atropina digitale negli occhi del pubblico e produrre nello spettatore emozioni. Tutto questo si chiama vendere un prodotto. LEGGI TUTTO
«Mi fa impressione che si debba usare la scienza per dimostrare che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà». Le parole sono dell’americano Robert Oscar Lopez (foto a fianco), che lo scorso martedì, ad un incontro (foto in fondo) organizzato da Fondazione Tempi, Alleanza Cattolica e Obiettivo Chaire ha raccontato il suo dramma. Cresciuto da una madre lesbica e dalla sua compagna, oggi Lopez è docente di letteratura inglese alla California State University. «Mancante». Così si è sentito per trent’anni della sua vita. Dopo anni di silenzio lo ha voluto raccontare a tutti, incominciando dai parlamentari degli Stati Uniti impegnati nella corsa frenetica per la legalizzazione del matrimonio gay.
Professore, cosa le mancò da bambino?
È semplice: un padre. Nel 1973, quando avevo 2 anni, mia madre divorziò e mi crebbe insieme alla sua amante. Ricordo che in classe io ero il più problematico, anche rispetto ai compagni che avevano i genitori separati oppure morti. Sono tutte sofferenze, ma nel caso di un genitore defunto esiste la rievocazione, la memoria: non c’è un adulto che decide deliberatamente di privarti di una figura di riferimento. E mentre i figli di separati conoscevano la differenza fra femminile e maschile, io non sapevo come… LEGGI TUTTO
E come mai allora non viene dato spazio al dramma del vuoto d’origine che o dalla parte del padre o dalla parte della madre affligge e affliggerà i figli delle coppie omogeneri?
E non si dica che tale dramma può essere aggirato semplicemente facendo leva sulla trasparenza dell’informazione perché il figlio, in quei casi, non accede al padre ma ad un donatore di seme o peggio non incontra una madre ma una donna che ha venduto il suo corpo… e il genitore sarebbe quello che l’ha comprato. E non servono certo gli abbellimenti semantici che trasformano l’utero in affitto in gestazione di sostegno o addirittura in gestazione per altri, a rispondere alla domanda di senso dei figli. LEGGI TUTTO
Come volevasi dimostrare. Era nell’aria. L’offensiva ai danni dellareversibilità delle pensioni sta per realizzarsi.
È il preoccupante allarme lanciato dal segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti. Questi, dalle pagine dell’Huffington Post, denuncia l’arrivo di un disegno di legge delega del Governo alla commissione lavoro della Camera: tale disegno di legge racchiude un punto decisivo, che non deve sfuggire. Esso andrebbe a colpire il diritto alla reversibilità delle pensioni. Proviamo a spiegarlo nel modo più semplice e diretto: LEGGI TUTTO
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle elites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che … LEGGI TUTTO
Non ci stancheremo di ricordare che le persone non sono cose, i figli non si pagano, gli uteri non si affittano, i malati non si ammazzano e ai più deboli (nascituri, bambini, donne in particolare se bisognose, anziani e sofferenti) deve essere riconosciuto il massimo della tutela.
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Loretta
16 febbraio 2016 at 20:15
Caro Mauro,sono una delle fassane partecipanti al Family day. Volevo ringraziarti per tutto quello che, con coraggio, pubblichi in questo blog!!so che questo per te è anche causa di insulti e cattive parole…ma tu non molli! È una bella testimonianza, grazie di cuore! sosteniamoci a vicenda… Ciao Loretta
anna
18 febbraio 2016 at 23:05
Vai avanti Mauro, non sei solo. Alla fine la verità e la capacità di pensare col proprio cervello e non con quello che i mass media vogliono farci credere avrà la meglio.