1) LA CANCELLAZIONE DELLA FAMIGLIA NATURALE In Canada si prevede la sostituzione, nella legislazione federale,…
Dopo il Family Day e nonostante il monopolio mediatico Lgbt sul tema, crolla il consenso degli italiani sul ddl Cirinnà e sulle adozioni gay. Quel 50% di favorevoli diventa 35 se si dice chiaramente che le unioni civili sono un vero e proprio matrimonio gay mascherato. Continuiamo ad informare.
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha rilasciato dichiarazioni pesanti ai microfoni dell’Agenzia Vista.
“Le donne non sono forni in cui cuocere delle torte per altre persone, Penso che non ci sia niente di più crudele che far nascere un figlio ad una donna povera e poi toglierglielo”.
Sulle adozioni omosessuali che passeranno con il ddl Cirinnà sulle Unioni Civili: “I bambini hanno diritto ad avere una mamma e un papà. Faccio un appello laico alle donne del Parlamento affinchè vengano rispettati i diritti delle donne e dei bambini”.
Termina dicendo che non si può, di nascosto, aprire a pratiche illegali e proibite.
35 milioni e 800 mila schiavi nel mondo. La schiavitù non appartiene solo alla storia. Dall’antica Roma all’Africa, fino all’Asia la schiavitù persiste oggi con un nuovo volto. Donne e bambini ne sono i protagonisti. Dalla prostituzione, al traffico di organi, dall’immigrazione clandestina, allo sfruttamento sul lavoro…
Il progresso avanza ogni giorno e con lui anche la criminalità diventa sempre più organizzata.
Una nuova forma di sfruttamento sta sempre più emergendo, si chiama: “Maternità Surrogata” o “Utero in affitto”, un business colossale!!!
Un business che agisce mascherato e venduto alla popolazione come atto d’amore. In realtà è un mero atto commerciale che prevede la vendita di bambini e lo sfruttamento di donne, spesso in stato di indigenza, per realizzare il capriccio egoistico di alcuni soggetti e lo sviluppo di un nuovo business… quello degli “allevamenti di esseri umani”. Donne sfruttate facendo leva sulla povertà, sulla assenza di cultura. Bambini venduti, strappati dal seno materno nei primi istanti di vita! Un business molto più semplice da sviluppare per gli sfruttatori, un business più redditizio…
Quindi organizzazioni, reclutano donne con l’inganno, gestiscono la loro vita per 9 mesi, le privano di ogni forma di libertà. Si perché il contratto di maternità surrogata prevede proprio questo!
Ignare di cosa le aspetta, vivono questa condizione per ottenere quel minimo di sopravvivenza economica. Private di dignità, della loro maternità, da esseri umani vengono mutate in contenitori, in oggetto.
Partoriranno un figlio che qualora non rispettasse le attese, non verrà mai alla luce perché la coppia richiedente potrà richiedere la soppressione del feto senza che la madre possa opporsi.
Se la gravidanza avrà complicazioni e sfocerà in un aborto spontaneo… nessun problema, si ricomincerà da capo tutta la pratica.
Donne tramutate in una foto e una riga di curriculum di un listino di vendita. Listino soggetto a scoutistiche e offerte last minute!
La schiavitù esiste! Nonostante che il nostro codice penale la classifica come DELITTO, negli articoli 600 e 601, viene praticata e in una sua forma, quella della Maternità Surrogata, vuole essere legalizzata da alcuni soggetti!
La chiamano “maternità surrogata”, ma dovrebbero chiamarla “surrogante”, chiarisce Elisa Anna Gomez, madre “per sostituzione a pagamento”, che ha vissuto e vive il calvario della sua maternità negata, “schiavizzata”, dice. Ha portato la sua dolorosa testimonianza alla conferenza stampa promossa, martedi 2 febbraio, dall’associazione ProVita Onlus insieme al senatore Lucio Malan, proprio al Senato, dove si discuteva in aula del ddl Cirinnà, con il suo contestatissimo articolo 5, che prevede la possibilità di adozione del figlio del partner della coppia omosessuale e che, a detta dei più stimati e autorevoli giuristi, sarebbe un lasciapassare per la regolarizzazione di fatto dei figli “procurati” all’estero con la pratica del cosiddetto “utero in affitto”, nel nostro Paese vietata dalla legge n. 40/2004.
Una pratica – ha affermato all’unisono con Gomez, con forza morale e disprezzo etico, anche il presidente di Pro Vita onlus Antonio Brandi – che è immorale, assolutamente sbagliata e incivile, sia che sia “altruistica”, a titolo gratuito, che commerciale, a pagamento. Nella Risoluzione del 5 aprile 2011, anche il Parlamento Europeo si è espresso contro la maternità in affitto, in materia di lotta alla violenza contro le donne, chiedendo agli Stati membri di “riconoscere il grave problema della surrogazione di maternità, che costituisce uno sfruttamento del corpo e degli organi riproduttivi femminili” (20), rilevando che “le donne e i bambini sono così soggetti alle medesime forme di sfruttamento e sono considerati merci sul mercato internazionale della riproduzione”, anche così “incrementando la tratta di donne e bambini, nonché le adozioni illegali transnazionali” (21). Già. Ma l’Europa è invocata quando e come conviene.
Insomma, la maternità surrogata costituisce una grave violazione dei diritti dell’uomo, della donna, del bambino. È la commercializzazione del rapporto che lega genitori e figli attraverso la gestazione per conto terzi, perlopiù dietro compenso economico. Per il suo carattere mercificatorio e mercantile e le pericolose ambiguità nella definizione della genitorialità contravviene ai diritti umani codificati nella Carta internazionale dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1948 e nella Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989, nella quale, tra l’altro, si riconosce il diritto alla verità sulle proprie origini. Di fatto, nega il principio naturale che è fondamento di ogni diritto, che “mater semper certa est” (“la madre è sempre certa”).
“Il bambino è un soggetto di diritti, non è un oggetto, un IPhone o una bella auto”, ha dichiarato Brandi. “Tutti noi abbiamo desideri. Il desiderio di avere un figlio è naturale. Ma non è un diritto. Non tutti i desideri si possono soddisfare”. Soprattutto se ledono i diritti dei bambini, previsti in tutte le convenzioni internazionali. La maternità surrogata, per esempio, che “non compare direttamente nel ddl Cirinnà, ma lo Stepchild Adoption la rende possibile”.
“Non togliete ai bambini i loro diritti prima che nascano”, è stato l’appello accorato di Elisa Anna Gomez agli italiani al termine del suo drammatico – e rischioso –racconto. Rischioso, sì. Perché un giudice le ha imposto il silenzio stampa sulla sua storia, dopo averla dichiarata semplice “donatrice di materiale genetico”, non madre, eppure condannandola al mantenimento della bambina che ha procreato e messo al mondo, ma che non può vedere. La donna, insomma, è trattata al pari di una “incubatrice”, una “fabbrica”, o meglio, una “industria di vita”.
La storia. Ovvero, la realtà di molte di queste maternità surrogate-surroganti, e non sono i casi peggiori. Elisa vive nel Minnesota, è madre di tre figli, è stata lasciata dal marito e ha dovuto da sola occuparsi dei ragazzi, con mille lavori. La figlia maggiore, al tempo sedicenne, mostra gravi difficoltà psicologiche-emotive da stress di abbandono del padre. Per curarla e per mantenere tutti i figli, nel… LEGGI TUTTO
Per alcune persone, la fecondazione eterologa e l’utero in affito sono le uniche possibilità per avere un bambino. Sono persone che soffrono molto, e la loro sofferenza ha donato loro una sensibilità particolare verso chi è nel dolore. Proprio per questo, probabilmente, sarebbero i primi a rinunciare al loro sogno di avere un figlio se sapessero cosa veramente c’è dietro queste due pratiche.
DONATORE?
Il primo mito da sfatare è quello di «donatore». Solitamente, chi chiede l’utero in affitto o la fecondazione eterologa (quantomeno quella che necessiti la donazioni di ovuli da parte di un’altra donna) tende a credere che vi siano persone spinte da generosità che, sotto preciso controllo medico, offrano spontaneamente i loro ovuli o il loro utero per rendere felici altre coppie. Un po’ come avviene per la donazione del seme da parte dell’uomo, che non ha controindicazioni per la salute e la dignità del donatore. In realtà, per le donne la situazione è ben diversa, come è stato ampiamente documentato daJennifer Lahl nel suo reportage «Eggsplantation», premiato al California Independent Film Festival 2011. Questo documentario (alla fine dell’articolo potrete trovarne un estratto tradotto in italiano) è soprattutto incentrato sulla situazione americana. Le donne che forniscono ovuli sono per lo piùstudentesse universitarie che hanno bisogno di soldi per pagarsi casa e studi. Sono colpite da annunci pubblicitari che promettono loro fino a 60 mila dollari se «donano i loro ovuli». In verità, non ne riceveranno più di 15 mila.
STERILITÀ, ICTUS E CANCRO
Le ragazze vengono selezionate a seconda dello stato di salute, della bellezza e dell’intelligenza. Sono successivamente sottoposte ad un bombardamento ormonale finalizzato alla cessazione temporanea del ciclo e all’ingrossamento dell’ovulo (che raggiunge diversi millimetri di diametro). Ovviamente molte di queste ragazze si informano abbondantemente sui rischi di questa pratica, per scoprire però che nella letteratura scientifica c’è scritto pochissimo a riguardo. Quando gli effetti collaterali iniziano, le donne vengono rassicurate della normalità della loro condizione e spinte con forza ad andare avanti. Il risultato è che alcune di queste ragazze sono diventate sterili, altre hanno avuto altri problemi di salute quali ictus e cancro, che le ha anche condotte alla morte. Non si può dire quante con certezza perché, molto stranamente, in questo campo non ci sono statistiche a riguardo.
L’UTERO DELLE INDIANE
L’ovulo viene poi fecondato con lo spermatozoo dell’uomo. Se è una coppia omosessuale a chiedere il trattmento, viene mischiato lo sperma dei due, perché non si riconosca subito chi è il padre biologico. Sempre in caso di coppia omosessuale maschile, o se la donna non può portare avanti la gravidanza, si utilizza un altra donna come gestante. È la pratica dell’utero in affitto. La Lahl ha mostrato come spesso si utilizzino donne indiane per questo compito, pagate 500 dollari l’una.
LA SITUAZIONE IN EUROPA
La domanda che ora tutti ci poniamo è: se costa così tanto alla multinazionale farmaceutica pagare queste due donne, quanto costerà il figlio alla coppia? «E’ come il menù di un bar -afferma la Lahl-, varia a seconda dei servizi che si vogliono: una selezione per il sesso oppure una diagnosi genetica pre-impianto, se si usa un surrogato, se si usa anche una fonte di sperma o meno. Dipende dalle cose che si vogliono. In generale, il costo varia da 50.000 a 60.000$ per un ciclo, per provarci una volta. Come diceva il video, la maggior parte di questi cicli falliscono. Ho incontrato delle donne che hanno speso addirittura un milione di dollari, per cercare di “acquistare” un bambino». Nella stessa intervista, una collega della giornalista che ha contribuito anche lei alla realizzazione del documentario, parla della situazione in Europa: «Sono una collega di Jennifer. Volevo sottolineare che si può morire per molto meno di 50.000$, in Europa e nel mercato degli ovociti: che poi non sono studentesse, non sono scelte perché sono brillanti o perché hanno il quoziente intellettivo molto alto, ma semplicemente perché sono disponibili e vengono pagati cifre tipo 200 euro, qualche volta qualche cosa in più, qualche volta molto meno.
Io mi sono interessata a questo discorso perché una ragazza rumena che lavorava in una fabbrica è stata invitata a vendere gli ovociti per 150$. […] Posso dirle che le italiane sanno benissimo queste cose e le praticano come una forma di turismo. Ci sono pacchetti completi che puoi acquistare andando in Spagna dove fanno tutto, il trattamento e anche la vacanza. Non ci sono frontiere, in Europa […]. Ci sono tantissimi Paesi: c’è un’enorme industria, una delle prime in Europa, nella Repubblica Ceca. Ma anche in Spagna e in Inghilterra, dove vi pagano 750 sterline per una donazione di ovociti. Il caso è stato sollevato recentemente, perché cominciavano a scarseggiare le donne disposte a farlo. Morire si può. Ma le povere donne in Europa muoiono per molto poco».
A chi si avvicina a queste pratiche perché ha il legittimo desiderio di avere un figlio proprio, viene nascosto tutto questo. Sono coppie che hanno sofferto per l’impossibilità di avere un bambino, e per questo sono più sensibili alla sofferenza altrui, e le multinazionali sanno bene che, se avvertite di tutta la sporcizia che ci sta dietro, molto probabilmente loro rifiuterebbero di continuare con il loro desiderio, e le multinazionali finirebbero così di guadagnare.
Si chiama «Baby Bloom-Omogenitorialità» ed è l’agenzia internazionale con sede a Londra che propone un pacchetto completo di maternità surrogata e che ha organizzato una sessione informativa sulle proprie attività a Bruxelles il 29 gennaio: quella che sui media belgi è stata presentata come una vera e propria ‘fiera’ nonostante gli organizzatori fossero prudenti, temendo la curiosità dei giornalisti e le reazioni di attivisti contrari a queste derive. LEGGI TUTTO
La sala è affollata. Sono circa 500 le donne arrivate da tutto il mondo per dire no alla gestazione per altri perché, come dice la vicepresidente del Parlamento francese Laurent Dumont, che nel pomeriggio del 2 febbraio apre i lavori dell’assise all’Assemblée Nationale:”Se la dignità dell’essere umano non ha prezzo questo deve essere trattato come una persona e non come una merce”. La realtà, purtroppo, va in un’altra direzione. E poco potrà fare una risoluzione contraria del Parlamento Europe:
“Se vogliamo fermare questa pratica dobbiamo adottare una legislazione internazionale. E lo dico anche all’Italia che sta approvando la legge sulle unioni civili questa è una battaglia di sinistra perché riguarda la difesa dei diritti fondamentali”… LEGGI TUTTO
“La madre non c’è, la madre è un concetto antropologico”
“Non c’è bisogno di spiegare quanto sia barbara la pratica dell’utero in affitto. Basta osservarla senza sentimentalismi: non è nient’altro che lo sfruttamento del corpo di una donna, spesso due, per permettere a coppie naturalmente sterili di ‘comprare’ un bambino. Un processo in cui si arricchiscono le agenzie e le cliniche, ai danni delle donne povere e dei bambini ”. LEGGI TUTTO
«Prima scrisse con certe maiuscole grosse e sgraziate: LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ. Poi, quasi di seguito, senza fermarsi, scrisse sotto: DUE PIÙ DUE FA CINQUE […] Ogni cosa poteva essere vera. Le cosiddette leggi di natura erano sciocchezze». LEGGI TUTTO
Il senatore Carlo Giovanardi (Gal – Idea), nel corso del dibattito sulle questioni di costituzionalità sul ddl Cirinnà, sostiene che la normativa avrà conseguenze devastanti sul codice civile e sul lavoro della magistratura. Poi il passaggio sulla stepchildadoption, l’articolo più contestato che prevede l’adozione da parte del partner del figlio del compagno: “Favorisce la compravendita dei bambini” GUARDA IL VIDEO
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