11.6.12 di Roberto Dallabona - Rientrati alla base ieri sera. Grazie di cuore a tutti quanti…
Dal 16 aprile l’Avisio non è più lo stesso, l’acqua ha cambiato colore e continuano i ritrovamenti di trote morte lungo il corso del torrente.
La causa è lo svaso della diga di Pezzè a Moena, che ogni tre anni viene aperta per il deflusso dei depositi di fango che si accumulano nel lago.
Si sta dunque verificando un danno ambientale che preoccupa non solo i pescatori di Fiemme ma tutti quelli che hanno a cuore la salvaguardia della natura e del territorio.
Un tempo lo svaso veniva eseguito senza troppe attenzioni. Per migliorare la pulizia del bacino si utilizzavano anche le ruspe. Le acque torbide e povere di ossigeno uccidevano molte forme di vita e il letto dell’Avisio, specialmente il tratto più vicino alla diga, subiva pesanti danni.
Negli anni è stato introdotto un disciplinare più stringente e le procedure si sono fatte più attente. Sensori di torbidità sono installati a Soraga (ingresso dell’Avisio nel bacino artificiale) Moena, Predazzo e Tesero.
Le acque sono campionate ogni ora per valutare la quantità di ossigeno disciolto e viene misurata la portata. In base a queste variabili viene regolata l’apertura delle paratie in maniera che l’impatto sul torrente sia ridotto. Viene inoltre riconosciuto un danno quantificato in cinque mila euro annui che va all’associazione pescatori.
E sono proprio i pescatori a denunciare il ritrovamento di trote morte lungo il torrente, segnale inquietante che dimostra l’insufficienza dei provvedimenti fin qui adottati.
Il pescatore teserano Luca De Manincor ha lanciato una petizione online per chiedere «maggiori controlli sulle modalità di svaso dei bacini artificiali e l’applicazione di metodi ecosostenibili per lo sgombero dei sedimenti di deposito». Al suo appello hanno già risposto fino ad ora 625 persone e la petizione sarà presentata all’assessore provinciale alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi.
Si chiede di tutelare maggiormente gli ecosistemi fluviali e le risorse idriche. Applicare controlli maggiori sulle modalità di svaso dei bacini artificiali. Disegnare e proporre una nuova legge per l’applicazione di metodi ecosostenibili per lo sgombero dei sedimenti di deposito dei bacini artificiali.
Fino ad ora non si sono trovate alternative percorribili alla procedura dello svaso che se risolve (in parte) i problemi del bacino di Pezzè, ma che aggrava quelli di Stramentizzo. Il bacino artificiale di Stramentizzo soffre infatti dello stesso problema, si è infatti ridotta del 50% la originaria capacità del lago ed il processo continua inesorabile.
Un vero rompicapo per tecnici e politici la cui soluzione si rimanda di anno in anno.
AGGIORNAMENTO 26.5.2016:
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Giosuè
26 maggio 2016 at 19:24
Verissimo! Intanto è più di un mese che le acque defluiscono torbide e tutti i residui fangoso dono tutti li nel bacino, se non si fanno intervenire le ruspe per togliere tutta quel residuo il bacino nn sarà mai pulito per davvero!