Il pericolo maggiore è dato, infatti, dalla mancata percezione dello stesso. Diventa sempre più necessario,…
TRENTO – Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, per contrastare la moda americana di Halloween, che da una decina d’anni ha conquistato i giovani italiani e trentini, ha organizzato nella «sua» Genova una mostra sui santi della Chiesa con tanto di dolcetti di tradizione cattolica: quella di Ognisanti e quella dei morti.
Poi ci sono i ragazzi del progetto «Sentinelle del mattino» che su Twitter hanno lanciato la campagna Holyween: holy in inglese sta per sacro cioè l’esatto contrario di Halloween che si rifà a miti pagani. L’invito rivolto ai ragazzi delle parrocchie è di esporre non zucche vuote ma immagini dei santi. Cattolicissimi e spesso antichissimi esempi.
E la Chiesa trentina cosa sta facendo? Il vescovo Luigi Bressan due anni fa mandò alle parrocchie un indirizzo pastorale perché contrastassero questa festa pagana e consumistica. Quest’anno si è scelta la strada del basso profilo anche se tra i cattolici c’è inquietudine e preoccupazione. «La festa di Halloween – afferma don Giuseppe Mihelcic , professore ordinario di storia e teologia delle religioni allo Studio teologico accademico di Trento – si è diffusa in Italia da pochi anni e ha già generato un notevole giro d’affari.
Una festa che contiene molti aspetti legati all’occultismo e può suscitare nei ragazzi il desiderio di approfondire alcune pratiche magiche come il sacrificio di animali domestici o tecniche pericolose. Non a caso la Lav (la Lega antivivisezione ndr) ha diffuso un allarme, soprattutto per quanto riguarda i gatti».
Ma c’è un fatto che viene ritenuto ancora più grave: questa festa delle zucche vuote «oscura» la vera tradizione che si è tramandata attraverso i secoli e che è centrale, almeno per quanto riguarda il ricordo dei defunti, non solo dal punto di vista religioso, ma più semplicemente esistenziale. «È vero che Halloween oscura il significato cristiano della solennità di Ognissanti – prosegue don Mihelcic – però in alcune diocesi italiane ha dato stimolo ad approfondire le figure di alcuni santi che sono di esempio e di aiuto per i giovani e non solo.
So di un parroco veneto che non si è limitato a rifiutare la sala dell’oratorio per festeggiare Halloween ma ha organizzato con alcune famiglie una festa alternativa per tutti con una cena e giochi di gruppo». «Un fatto analogo – racconta il decano di Trento e parroco di San Pietro e San Martino, don Corrado Prandi – è accaduto anche a Trento.
Qualche prete ha detto ai ragazzi: non vi do l’oratorio per festeggiare Halloween e loro hanno capito». Secondo lei questa moda è diventata pericolosa? «Certo, non è una tradizione nostra ed è molto commerciale. Basta guardare i negozi in questi giorni.
Ma attenzione: non mi piace, e ai ragazzi delle mie parrocchie lo dico, però non mi metterei a fare una crociata. Io con i ragazzi ci parlo».
Bruno Zorzi (L’Adige)
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