Si sono da poco conclusi i Premondiali in Val di Fiemme con grande soddisfazione per…
L’idea è quella di realizzare un sistema di metropolitana leggera di superficie in val di Fiemme, da Cavalese a Predazzo, e successivamente in val di Fassa, per poi studiare le connessioni con la mobilità più generale, o su Ora, attraverso la linea ferroviaria Predazzo-Ora, o con il progetto originario di Metroland, con il tunnel Cavalese-Borgo Valsugana.
Negli uffici della Provincia di Trento che si occupano di tutela dell’ambiente, parchi e riserve naturali, si respira un’aria nuova, a soli cinque mesi dall’inizio della legislatura. Per anni si sono sentiti una cenerentola della struttura pubblica e la ristrettezza di personale – i cui effetti negativi si sono capiti purtroppo solo grazie al recente scandalo della discarica di Monte Zaccon – è solo il sintomo di come questo settore non sia stato in cima ai pensieri del governo provinciale, più attento ad altre esigenze. A ridare fiato ai temi ambientali è il vicepresidente della Provincia, Alberto Pacher ( nella foto ), l’uomo di punta del Pd, che a novembre – in sede di trattativa sulla composizione della giunta – chiese espressamente al governatore Lorenzo Dellai la competenza sull’ambiente, unita però anche all’energia, ai lavori pubblici e ai trasporti, perché non si può parlare di sviluppo sostenibile senza parlare di mobilità. È quindi la prima volta che questi settori rispondono tutti a una guida unica. Se Pacher riuscirà a realizzare i suoi propositi lo sapremo solo con il tempo. Per ora, lui spiega dove vuole arrivare – mostrando un ritrovato entusiasmo dopo i primi tempi di smarrimento per il passaggio dal Comune a piazza Dante – e indica alcuni obiettivi concreti. Vicepresidente Pacher, il piano anticrisi è stato approvato e la giunta ha licenziato anche il regolamento da lei presentato per l’assegnazione dei 30 milioni di contributi sulle ristrutturazioni. Ora riuscirà a occuparsi un po’ anche di ambiente? È vero che la giunta in questi primi mesi è stata assorbita soprattutto dalla manovra anticrisi, ma io mi sono sempre occupato anche di ambiente, se non fosse altro perché da subito siamo stati investiti dal problema delle discariche di Monte Zaccon, la Sativa e la discarica di Tenno. Avete promesso nuove assunzioni per l’Agenzia provinciale per l’ambiente e una nuova organizzazione dei controlli. Che tempi ci sono? L’intera giunta ha condiviso subito la necessità di rinforzare gli strumenti di controllo e il coordinamento delle attività ispettive. Per l’Appa sono previsti rinforzi di personale notevoli. Il dirigente sta già lavorando per predisporre i concorsi per ispettori ambientali e tecnici di laboratorio, poi prevediamo alcuni trasferimenti. Lei aveva parlato di dieci assunzioni: è confermato? Sì, una decina almeno. Inoltre, abbiamo deciso di costituire un comitato di coordinamento sui controlli ambientali guidato dal capo della forestale, Romano Masè. Conto molto sul fatto che grazie a questo ci sarà un miglioramento notevole del sistema dei controlli. È vero che in Appa e nei servizi ambientali in generale il personale si è sentito per anni poco valorizzato? No, non è questo. I problemi sono nati per le esigenze di contrazione delle spese correnti e blocco del turn over, che ha riguardato tutti i servizi della Provincia. Devo dire però che all’interno delle strutture ho trovato persone motivate e quasi militanti sulle questioni ambientali, sia in Appa che nel corpo forestale, con grande voglia di fare. Cosa ha cambiato in questi primi mesi? Ad esempio, ho costituito un tavolo di coordinamento che prima non c’era tra i Parchi, sia tra direttori e tecnici, che con i presidenti. Noi dobbiamo riuscire infatti ad avanzare degli obiettivi di sistema: un anno si lavora, insieme, sull’acqua, un altro sulla fauna, modalità che fino a oggi è stata trascurata. Lei aveva annunciato di voler creare nuovi Parchi. È ancora dell’idea? Noi vogliamo aumentare il numero delle aree protette del Trentino anche perché è calata la preoccupazione – soprattutto tra gli amministratori locali – di chi vedeva le aree protette solo come vincoli. Oggi, invece, ci vengono richieste perché viste come valorizzazione del territorio in termini turistici. Entro fine anno verranno formalizzati i due nuovi parchi naturali locali: quello del Monte Bondone e quello del Monte Baldo. Ciò su cui vorremmo lavorare è poi estendere l’area protetta su tutta la dorsale parallela all’Adige, comprendendo nel parco l’area del Monte Stivo e il lago di Loppio. Sono convinto che le aree protette aiutino a mantenere l’equilibrio ambientale in Trentino. Poi però autorizzate impianti di risalita nelle aree dei Parchi. Il rapporto tra ambiente e sviluppo economico è sempre un tema di discussione. Sull’impianto S.Martino-Rolle è stato presentato un ricorso a livello europeo da parte della Sat, staremo a vedere come va a finire. Strade, ferrovie, territorio: come stanno insieme mobilità e ambiente? Quello dei trasporti è il tema centrale. Ciò che oggi più mi sta a cuore è il raddoppio dell’asse ferroviario Monaco-Verona, e mi auguro dunque che il progetto del tunnel del Brennero vada avanti perché è vitale per il Trentino. Oggi l’asse del Brennero è la più trafficata di tutto l’arco alpino, più di 40 milioni di tonnellate all’anno di merci passano di qui, 30 su gomma e 10 su ferrovia. Noi speriamo che nel 2020-2025 più della metà viaggino su rotaia. Il Trentino ha bisogno di altre strade? Ci sono alcuni nodi da risolvere e su questi stiamo lavorando, come la variante di Rovereto, o altre realtà, come ad esempio Pinzolo e Pieve di Bono. Per il resto il sistema è abbastanza fluido, ma va affiancato dalla mobilità alternativa. Per cui avanti con Metroland, ovvero con il il mega progetto del treno sottoterra voluto da Dellai per congiungere tutte le valli a Trento in pochi minuti? Il sistema Metroland, varato dalla giunta precedente, può funzionare perché può essere fatto anche da tratte che hanno senso anche da sole. Ad esempio, il collegamento ferroviario fra Rovereto e Riva sta in piedi anche al di fuori di Metroland, che potrà andare avanti per lotti funzionali progressivi. Parallelamente, stiamo ragionando sul trasporto intervallivo, come nelle valli di Fiemme e Fassa. In che termini state ragionando? L’idea è quella di realizzare un sistema di metropolitana leggera di superficie in val di Fiemme, da Cavalese a Predazzo, e successivamente in val di Fassa, per poi studiare le connessioni con la mobilità più generale, o su Ora, attraverso la linea ferroviaria Predazzo-Ora, o con il progetto originario di Metroland, con il tunnel Cavalese-Borgo Valsugana. Ma su queste due ipotesi stiamo ragionando e ci dovremo confrontare anche con la Provincia di Bolzano. Ma il trenino di superficie in val di Fiemme è un progetto che pensate di realizzare in tempi brevi o stiamo parlando di scadenze bibliche? Per me sarebbe importante riuscire a realizzare la metropolitana leggera, con sistema misto gomma-rotaia, per i mondiali 2013. I mondiali del 1991 sono serviti per realizzare le infrastrutture stradali, con la fondovalle, che ha alleggerito notevolmente il traffico di attraversamento nei paesi della val di Fiemme. Ora abbiamo appena aperto il tunnel di Moena, che era un’altra strozzatura pesante. Fatto il sistema viabilistico, per i Mondiali 2013, con la metropolitana, potremo sostituire skibus, autobus e corriere di linea e dare una reale alternativa di trasporto ai turisti. Che rapporto ha con le associazioni ambientaliste da sempre molto critiche nei confronti delle politiche della Provincia? Subito dopo il mio insediamento le ho incontrate tutte e ho proposto di rivederci. Le riconvocherò per confrontarmi con loro su queste mie idee. Il che non vuol dire che andremo d’accordo su tutto.
LUISA M. PATRUNO ladige.it
VALLE DI FIEMME – È l’orizzonte ultimo che non è affatto chiaro: se per arrivare a Trento, con il nuovo sistema di mobilità, si dovrà passare per Borgo (e questa è l’ipotesi Metroland), oppure per Egna-Ora, gravitando sulla linea del Brennero. Fatta la premessa, e in attesa di una strategia più chiara, l’impegno pubblico assunto dal vicepresidente della Provincia, l’assessore all’ambiente e ai trasporti Alberto Pacher , tra Molina e Predazzo è accolto con favore. C’è la grande occasione dei mondiali di Fiemme 2013. E Pacher (vedi l’Adige del 12 aprile) dice: «L’idea è quella di un sistema di metropolitana leggera di superficie in val di Fiemme, da Cavalese a Predazzo, e successivamente in val di Fassa, un sistema misto gomma-rotaia da realizzare per i Mondiali 2013». Soddisfatto Piero Degodenz , presidente del comitato Nordic Ski Fiemme. «Vuol dire» commenta «che Pacher ha pienamente accolto la nostra idea, frutto di uno studio condiviso dagli amministratori pubblici e dalle forze economiche della valle: ne siamo felici». L’idea è racchiusa nel protocollo d’intesa sottoscritto con la Provincia in vista dei Mondiali di sci nordico del 2013. Sono tre gli aspetti di peso: formazione, mobilità-viabilità e vivibilità. Per fare in modo, spiega Degodenz, che l’eco-sostenibilità diventi, a tutti i livelli, un tratto distintivo. «Non a caso» aggiunge «al primo posto abbiamo messo la formazione, per la quale abbiamo già cominciato a lavorare con il supporto delle Casse Rurali. Per organizzare l’evento sportivo, l’esperienza maturata è notevole, non ci sarebbero problemi. Ma l’ambizione è quella di cambiare un modo di ragionare in valle. E quindi anche la nuova mobilità dovrà funzionare tutto l’anno. Per quella turistica invernale, spendiamo quest’anno 800 mila euro (70% dai privati, 30% dei Comuni). L’idea è quella di un sistema di collegamento rapido, con passaggi ogni 30 minuti in estate, che si possono diluire in altre stagioni e rendere più frequenti al mattino per gli studenti. Sul mezzo, rotaia o gomma, o entrambi, valuteranno i tecnici, non mi pronuncio. L’importante, ora, è che parta l’Agenzia per i Mondiali prevista in finanziaria per dare operatività alla cosa. Solo se sarà attivata questa metropolitana di superficie» aggiunge Degodenz «ha senso trasferire, con nuovi collegamenti, il traffico automobilistico sulla fondovalle, realizzare nuovi parcheggi e pedonalizzare i centri storici dei paesi. L’obiettivo è avere pronti i progetti entro quest’anno. Poi si valuterà se sia meglio raccordarsi con Ora o con Borgo attraverso Metroland». Anche Fabio Vanzetta , sindaco di Ziano, assessore ai trasporti del Comprensorio, ne è convinto: «L’importante è partire. Metroland è una “sbarada alta”, ma almeno indica la necessità di puntare su un nuovo mezzo di trasporto. È un’utopia. Anche perché è preferibile un sistema di mobilità al servizio del territorio, di ogni paese. Da questo punto di vista» dice Vanzetta, che presiede pure il tavolo sulla mobilità di Fiemme e Fassa «la soluzione più semplice e praticabile entro il 2013, è un sistema tramviario su monorotaia, per lo meno nel tratto Cavalese-Predazzo. Per Fiemme e Fassa, che sono più vicine a Bolzano che a Trento, è però difficile perdere il collegamento con l’asse del Brennero: se la galleria di Metroland fino a Borgo sarebbe di 27 km, quella tra Cavalese ed Egna sarebbe di 9. Una progetto come Metroland, se ha senso in Valsugana o tra Rovereto e Riva, da noi non risponderebbe alle esigenze del territorio». Do. S.
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