PREDAZZO - Il problema era emerso in tutta la sua urgenza lo scorso anno. Dapprima…
PREDAZZO- C’è chi li chiama “catanaoc”, chi semplicemente “corti”. Che siano gli stretti passaggi tra un edificio e ‘altro, o i cortili che collegano vie e viuzze del centro storico e su cui si affacciano archi ed avvolti, da qualche decennio sono diventati in ogni paese oggetto d’attrazione. E non solo in quanto riferimento per manifestazioni tendenti alla valorizzazione dei centri storici (come le “Corte deTiezer”, appunto, o i ritrovati “Catanaoc” di Predazzo).
Le corti sono luoghi di passaggio, scorciatoie abituali per i residenti. Alcune non sono nemmeno conosciute da gran parte dei cittadini e spesso lo sono solo agli abitanti del rione. Da qualche tempo, tuttavia, molte corti di Predazzo sono state chiuse. Una catenella piuttosto che una vera e propria staccionata, o un semplice cartello:“proprietà privata” hanno precluso il passaggio a chi le frequentava abitualmente.
E qualcuno l’ha segnalato anche all’Avisio. Ce ne sono un po’ ovunque, in particolare nel rione di Piè di Predazzo, a Sommavilla, per andare al cimitero, basta aggirarsi per le vie del centro. Corti o transiti, non tutti immediatamente visibili, e non tutti chiusi. La questione pone comunque alcuni interrogativi sia sul piano giuridico sia su quello culturale e urbanistico. L’aspetto giuridico è abbastanza chiaro. Si tratta di anditi privati su cui evidentemente i proprietari intendono far valere i propri diritti. Tuttavia – replicano alcuni cittadini – esiste un diritto di passo acquisito che non può essere disconosciuto. Il sindaco Silvano Longo è a conoscenza del problema. «Lo stiamo affrontando e abbiamo dato l’incarico ad un avvocato di valutarne tutti gli aspetti». La soluzione per Longo sta nella ricerca di un accordo con i proprietari e nell’intavolazione di una servitù di passo a fronte di un intervento dell’amministrazione comunale nella manutenzione e illuminazione delle corti. Ma non tutti i proprietari sembrano d’accordo, stando alla leggera smorfia del sindaco quando gli poniamo la domanda. Insomma in qualche caso sarà dura. Intanto i cittadini si lamentano. La maggior parte ritiene che attraversare queste corti sia comunque un diritto acquisito. E c’è chi, ormai, quasi ottantenne, ricorda quando le percorreva ogni giorno andando a scuola.Il problema peraltro non riguarda solo le corti del centro. Esistono sentieri che vengono surrettiziamente e progressivamente inibiti al transito come nel caso del viottolo che collega via Indipendenza con via Mazzini, ostruito da una siepe con un varco di circa 30cm che rende assolutamente difficoltoso il transito a chiunque, anche mettendosi di fianco, mentre dovrebbe essere garantito, trattandosi di passaggi di pubblico interesse, il transito agevole anche con una carrozzina. Ma al di là degli aspetti giuridici resta l’impressione di una forte contraddizione fra la dichiarata e diffusa volontà di valorizzare le peculiarità storico-urbanistiche dei centri storici e la chiusura di queste corti, che è una chiusura innanzitutto “culturale”. Una “chiusura” che contrasta apertamente con lo spirito di determinate manifestazioni come “I catanaoc” che propriosu questi aspetti fondano la loro esistenza. Sembra insomma inutile e contradditorio valorizzare da una parte gli insediamenti storici con manifestazioni culturalgastronomiche, e dall’altra chiudere proprio quegli anditi che li caratterizzano.Francesco Morandini – L’Avisio febbraio 2010
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