Predazzo - Ecco le foto della tradizionale festa dei Fuochi di San Martino svoltasi ieri…
È una festa popolare dalla tradizione molto antica quella che si svolge a Predazzo l’11 novembre, al calare della notte. Ecco le prime foto dei fuochi di San Martino 2008
«No brulè, no party». Hanno risposto così quelli di “Piè di Predazzo” alla decisione del Comune di offrire solo il the sulla piazza di Predazzo in occasione dei fuochi di San Martino dell’altra sera. Una simpatica manifestazione di dissenso dipinta sull’enorme sega circolare che lo scorso anno aveva accolto un’altra protesta: «no benza, no party» col disappunto dei ragazzi per l’invito dei pompieri di ridurre l’uso di materiale infiammabile.
E così è stato anche quest’anno. I fuochi sono regolarmente “esplosi” qualche minuto dopo le 20 in corrispondenza dei 5 rioni di Ischia, Birreria, Molin, Piè di Predazzo e Sommavilla.
Sopra la piazza anche una grande scritta “San Martin”, e un po’ovunque le consuete lingue di fuoco causate dai vapori della benzina su cui c’erano attenti i pompieri a vigilare. Poi tutti in paese con i campanacci alla vita dove centinaia di giovani e meno giovani hanno girato per le strade per un’oretta prima di concentrarsi in piazza che si è letteralmente riempita di almeno 2000 persone e dove si è tenuto il solito concertone, ovvero un baccano infernale. Questa è la festa di S. Martino. Il thè naturalmente è andato a ruba così come gli hot dog che il vicesindaco in perfetto costume preparava con strani fornelli che ricordavano una locomotiva.
Lì accanto l’assessore Emanuela Felicetti dava una mano ai volontari nella distribuzione delle bevande calde. Tranquillo il comandante dei Vigili del Fuoco Mauro Morandini.
«E’ andato tutto liscio», assicura.
Quanto al messaggio che il Comune ha voluto trasmettere la risposta l’hanno data con il carrello che, oltre alla circolare con la scritta “No brulè, no party”, presentava centinaia di lattine di birra e un bel paiolo fumante con tanto di brulè.
Della serie: ci pensiamo noi. Tant’è che tutto è stato consumato in breve tempo. Numerose anche le “damigiane da viaggio”. Del resto non ci si poteva mica aspettare che l’abuso di alcol cessasse non servendo il vino caldo in piazza.
Si è trattato tuttavia di un significativo passo avanti anche per l’amministrazione comunale.
Qualche ragazzo, difendendo il proprio bere, ha sottolineato l’incoerenza del provvedimento: «Non offrono il brulè a San Martino, ma alle loro feste e rinfreschi l’alcol c’è, eccome».
Chissà che questa non sia l’occasione anche per riflettere sull’uso dell’alcol da parte delle istituzioni. Certamente i messaggi rivolti ai giovani sarebbero più coerenti ed efficaci se il comune l’alcol lo bandisse anche dalle proprie tavole. Ciò che conta è che la festa non ha fatto registrare particolari eccessi e non è stata guastata da intemperanze di sorta. Il pubblico è stato particolarmente numeroso, con molti arrivi da fuori valle. Molti ragazzi e bambini: buon segno per questa festa che nella spontaneità della partecipazione trova la sua ragion d’essere.
Francesco Morandini
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