GEGEN JŰDEN Recital di Renzo Fracalossi e il Club Armonia Per la giornata della memoria Martedì 22…
MEMORIA di Suor PAOLAMARIA del Buon Pastore (DEGAUDENZ Matilde)
nata a Predazzo (Trento) ‘8 aprite 1944 morta a Cormòns 10.05.2009
Religiosa da 49 anni
“Vado a prepararvi un posto, * poi ritornerò e vi prenderà con me, perché siate anche voi dove sono io. “(Gv 14, 2.3)
E’ la promessa fatta da Gesù ai suoi nell’imminenza della sua Passione e Morte; promessa che è certezza di una ricompensa eterna per chi ne ha seguito le orme, attratto dal suo invito e dalla sua Parola carica di amore. Questa è la Parola che in questi giorni riecheggia nella liturgia e che forse in suor Paolamaria è risuonata come un invito a prepararsi all’incontro con il Risorto. Sono bastati pochi giorni di aggravamento della malattia perché il progetto che il Padre aveva disegnato per lei trovasse il suo compimento.
Suor Paolamaria, diplomata infermiera caposala presso la Scuola Infermieri di Gorizia, aveva iniziato il suo servizio nel 1965 presso il Policlinico 5. Matteo di Pavia come caposala didattica delle allieve della Scuola Convitto di quell’ospedale. Era un compito assai impegnativo, ma ella lo eseguì per diversi anni con grande intelligenza e senso di responsabilità, facendosi amare ed apprezzare da tutti. Nel 1979 fu trasferita all’Ospedale Sanatoriale di Napoli. Là continuò la sua opera caritativa fino al 1981, anno in cui venne nella nostra casa. Da allora è stata qui, per ogni sorella anziana o ammalata accolta nell’infermeria, solerte “buon samaritano”, sempre premurosa a rispondere ai loro bisogni, diligente, assidua nel sacrificio, umile e silenziosa, mentre offriva con naturalezza la propria vita come un dono fatto d’amore e di pazienza longanime. Nel 2001 le venne affidato il compito di Direttrice e responsabile dell’intera Infermeria. Sempre buona, paziente e mite, con la sua presenza competente, suor Paolamaria desiderava effondere intorno a sé ed alle sorelle, provate dalla sofferenza, quel sollievo e quella pace che potevano rendere più soavi l’anzianità e la malattia.
Anche per lei però venne il tempo della prova: fu sottoposta ad un intervento chirurgico, le cui conseguenze resero più faticoso il suo impegno quotidiano; ella però continuò il proprio servizio tenendo nascosta in cuore la difficoltà del cammino. Ha lavorato e sofferto in silenzio, trovando sollievo e forza nella preghiera e nell’adesione piena alla volontà di Dio. Mai fece pesare sugli altri le proprie sofferenze e difficoltà: si è fatta tro var
sempre pronta al dovere quotidiano, sostenuta da una forte vita di fede, certa dell’aiuto divino, conscia che il Signore tutto dispone per il nostro maggior bene. Circa sei mesi or sono è stata colpita da una nuova e grave malattia, accolta ancora con fede. Ha avuto la gioia della visita dei suoi familiari, in particolare della sorella suor Generosa, missionaria in Bolivia, che si è trattenuta diversi giorni con lei, prevedendo che poi non avrebbe potuto più rivederla, dato l’aggravamento delle condizioni di salute. In quest’ultimo periodo suor Paolamaria ha affinato sempre più il proprio spirito che, purificato dalla sofferenza, poteva aprirsi con fiduciosa speranza alla beata visione di Dio, al suo amore fedele ed eterno, al gaudio senza fine. Con san Paolo, poteva infine affermare: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giudice giusto, mi consegnerà… perché ho atteso con amore la sua manifestazione. “(cf2Tm 4, 7.8).
La Comunità di Cormòns
Questo articolo è già stato letto 3758 volte!