Predazzo: Museo delle Dolomiti, geologia ma non solo.

Da il 22 maggio 2009

geologiapredazzo2 Predazzo: Museo delle Dolomiti, geologia ma non solo.PREDAZZO – Un museo aperto sul territorio, che deve uscire dalle mura della sua struttura fisica e dai contenuti rigidi di un’istituzione tradizionale, per dialogare con l’esterno, scendere in piazza, aprirsi alla gente, locale e ospite, prevedere ogni anno qualche cosa di nuovo e di diverso, offrire segnali di crescita all’insegna della modernità. Pur senza dimenticare il suo ruolo di laboratorio educativo che guarda alla storia, alla scienza, alla geologia, quindi al passato, comprendendo la riscoperta del territorio nei suoi contenuti più classici, ma che deve proiettarsi sull’oggi e soprattutto verso il domani, immergendosi anche nel mondo del turismo per farne vivere e gustare i contenuti anche da chi viene da fuori. È questa la direzione indicata dal piano culturale e scientifico illustrato martedì sera a Predazzo, nel corso di un incontro voluto dal sindaco Silvano Longo e dall’amministrazione, per rispondere alle osservazioni che, sul futuro del Museo Geologico delle Dolomiti (questa la nuova denominazione) di Predazzo, sono emerse a fine dicembre in consiglio comunale, al momento dell’approvazione del bilancio di previsione. Peccato che le legittime richieste di approfondimento espresse da molti consiglieri non abbiano trovato riscontro in una partecipazione più massiccia, visto che gli amministratori presenti erano soltanto sei (su venti) e che anche le altre persone intervenute si sono limitate a pochi addetti ai lavori. Importante comunque aver fatto chiarezza sulla strada che si vuole intraprendere nel momento in cui l’edificio sarà interamente completato, anche per quanto riguarda gli spazi interni, e quindi si potrà cominciare a studiare il modo per valorizzarlo al meglio. «Scelte» ha subito precisato il sindaco «che non sono ulteriormente rinviabili. È giunta l’ora di prendere decisioni concrete per la valorizzazione di un museo che è significativa, peculiare, autentica espressione della comunità e inestimabile patrimonio del nostro territorio. Un bene pubblico per eccellenza, che deve interagire in modo efficace con l’intera realtà locale, contando sulla collaborazione e sull’esperienza del Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento ed interfacciandosi con gli altri soggetti presenti sul territorio, l’Ente Parco, l’Ecomuseo della Magnifica Comunità di Fiemme, la Regola Feudale, l’Apt, gli istituti scolastici, le categorie economiche, il variegato mondo dell’associazionismo e del volontariato. Il tutto al fine di creare un presidio storico, culturale e sociale, nel quale la gente del posto possa ritrovare la propria energia identitaria». Le future proposte culturali, ovviamente da mettere a punto in chiave operativa, sono state illustrate da Michele Lanzinger , direttore del Museo Tridentino, che ha ribadito comunque l’assoluto rispetto dell’autonomia dell’istituzione predazzana, pur confermando la piena disponibilità a collaborare, del resto contenuta esplicitamente in un protocollo d’intesa che sarà sottoscritto al più presto. È chiaro comunque che l’autonomia della struttura, più volte sottolineata, impone delle precise responsabilità che, da parte locale, dovranno esprimersi in maniera qualificata e convinta, attraverso proposte in grado di dare corpo ad una determinata filosofia di partenza. Certo (ed è stato ribadito soprattutto da parte del sindaco) ci vogliono non poche risorse, ma è notorio che, se le idee sono chiare e soprattutto convincenti, i finanziamenti si trovano. Pur non dimenticando che finora sono stati spesi circa 4 milioni di euro, solo in parte (un milione e 700 mila euro) coperti da contributo provinciale, e che le pure spese di gestione ammontano a circa 130.000 euro all’anno. Un problema fondamentale, sul quale il sindaco ha annunciato un prossimo incontro a breve scadenza con l’assessore provinciale Franco Panizza . Da tutti i presenti, molti dei quali hanno offerto un importante contributo al dibattito, la convinzione che la base di partenza sia affascinante ed in grado di regalare grosse emozioni. Ora per altro incomincia davvero il lavoro di messa a punto. E la comunità locale sarà chiamata a risponderne in prima persona, in termini di fantasia, chiarezza di idee, professionalità, I progetti, si sa, non nascono mai per caso.

L’organizzazione spaziale prevista dalla proposta illustrata in maniera particolarmente efficace da Michele Lanzinger , presente con quattro collaboratori del Museo Tridentino di Scienze Naturali, si articola in diversi settori. Si parte dall’esterno, nello spazio antistante l’entrata, dove sono previste postazioni ludiche mobili per i più piccoli e una macro litoteca. Al piano terra, i temi in dettaglio riguardano l’«OGGI» (il paesaggio dolomitico, con cartografia, la descrizione del territorio, le norme comportamentali in montagna, lo sport, i grandi appuntamenti stagionali), «IERI» (la storia di una scoperta, con riferimento alla geologia, alla mineralogia, al turismo) e il «DOMANI» (legato soprattutto al futuro sostenibile ed ai temi dell’energia). Al primo piano, una sezione comprende gli oceani e le scogliere milioni di anni fa ed una seconda la riscoperta della valle di Fiemme nei suoi contenuti geologici e mineralogici. Il tutto completato a piano terra da un laboratorio educativo per uso scolastico e per i programmi dei visitatori e, al primo piano, da una sala per videoproiezioni, conferenze, show geologici a programma, oltre ad uno spazio per esposizioni didattiche e mostre temporanee.

 MARIO FELICETTI

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