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PREDAZZO – Se ne parla da qualche anno. Ora finalmente si spera possano partire, in tempi ragionevolmente contenuti, i lavori di restauro della storica ex stazione di arrivo della vecchia ferrovia Ora-Predazzo, costruita ancora all’inizio del secolo scorso, soprattutto per scopi militari, e poi dismessa, con una decisione mai abbastanza rimpianta, nel gennaio del 1963, quando al trasporto su rotaia si preferì il trasporto su gomma.L’edificio è rimasto disabitato negli anni, praticamente in uno stato di abbandono, subendo un progressivo degrado strutturale che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Per questo, il Comune ha deciso di programmare un significativo intervento di restauro, con il duplice obiettivo di ripristinare la struttura come era all’origine e di utilizzare gli spazi interni come sale espositive al piano terra ed uffici didattici, oltre a pubblici servizi, al primo piano. Il progetto preliminare, già predisposto dall’ingegner Felice Pellegrini dell’Ufficio tecnico lo scorso mese di agosto 2008, prevede il completo rifacimento della copertura e dei solai, l’adeguamento del fabbricato alle normative antisismiche, il rifacimento delle murature perimetrali, l’installazione dell’impianto di riscaldamento, la costruzione di una centrale termica interrata, l’ascensore, ricavato nella zona del vano scale, l’installazione degli impianti elettrici e degli impianti speciali (rete dati, telefono, sistemi di allarme antintrusione e antincendio) cappotto esterno, con il quale adeguarsi alle normative sul risparmio energetico.
E, ancora, il recupero dei porticati, con la chiusura degli stessi mediante adeguati serramenti in vetro antintrusione, e la sistemazione delle aree esterne, già di proprietà della Provincia ed ora cedute al Comune, come aree di pertinenza della stazione. Non va dimenticato che l’edificio è stato progettato dal famoso architetto ladino Ettore Sottsass (che a Predazzo ha firmato anche le scuole elementari e la casa di riposo) per cui è soggetto a particolare tutela ed i lavori di restauro dovranno ottenere l’autorizzazione dei Beni culturali. La spesa totale preventivata è di 1.390.000 euro, dei quali 900.000 per lavori e 490.000 per somme a disposizione. L’Amministrazione comunale ha già inoltrato in Provincia la relativa domanda di finanziamento, ottenendo per altro, all’inizio di marzo, una risposta che ha lasciato sconcertati gli amministratori locali: praticamente un contributo di 200.000 euro su una spesa ammessa di 300.000.
Da una rapida verifica presso gli uffici competenti, è stata accertata una sorta di incomprensione sull’ammontare dei costi, per cui il Comune è stato invitato a ripresentare la domanda, in vista di una rideterminazione del contributo. Una risposta definitiva è attesa nei prossimi mesi. Con la speranza che sia davvero la volta buona, onde evitare che una struttura di grande significato storico e culturale come questa vada incontro ad un degrado irreversibile.
MARIO FELICETTI
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