“Il decreto prevede 51 province comprese le città metropolitane”, scrive il ministro.
Il riordino “è di tipo ordinamentale e strutturale, nella logica avviata con la spending review”, ha riferito Patroni Griffi.
“Dalle 86 province di Regioni a statuto ordinario arriveremo a 51 province, comprensive delle città metropolitane”.
“Il processo è irreversibile – ha aggiunto Patroni Griffi e da gennaio verranno meno le giunte provinciali“.
“Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province - ha proseguito – sono Province nuove per dimensioni e per sistema di governance”.
Sembra quindi che i nostri politici, abbiano infine partorito; comunque è un primo passo, verso la riduzione delle spese di questo stato…
Dal prossimo primo gennaio verranno quindi meno le giunte provinciali.
Il riassetto non prevede comunque che siano nominati dei commissari nella fase di transizione; solo da un eventuale inadempimento dell’obbligo nei termini potrebbe scattare la nomina di un commissario per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione.
Ci saranno commissari, quindi o no ?!? Probabilmente, si. Ma su questo, vedremo…
Il decreto prevede inoltre il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l’abolizione degli assessorati. Chissà se possono cumulare altro, questo non m’è chiaro; vedremo anche questo…
Quanto agli organi politici, questi dovranno avere sede esclusivamente nelle città capoluogo.
Si “salvano”, per ora, le regioni a statuto speciale, dal riordino, tra i quali, ricordiamo la costosissima Sicilia, e quella Sardegna che comunque, con referendum regionale, ha già detto la sua, sulle clamorose nuove provincie istituite negli ultimi anni…
Il governo si occuperà «in seguito», ha spiegato il ministro Patroni Griffi a Palazzo Chigi, «visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più». Chissà quale governo, comunque, vedrà a regime quanto qui si comincia, e chissà quale governo, porterà avanti l’effettivo riordino che, comunque, qui, viene delineato in una procedura cadenzata nei tempi e negli adempimenti……
Dal 1° gennaio 2014 – spiega la nota di Palazzo Chigi – diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese
Grazie al riordino, secondo il governo sarà possibile dimezzare i costi, risparmiando 40 milioni di euro l’anno.
PIEMONTE: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli.
LIGURIA: Imperia-Savona, Genova, La Spezia.
LOMBARDIA: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia.
VENETO: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia.
EMILIA ROMAGNA: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini.
TOSCANA: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.
MARCHE: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.
UMBRIA: Perugia-Terni. -
LAZIO: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.
ABRUZZO: L’Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.
MOLISE: Campobasso-Isernia.
CAMPANIA: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.
PUGLIA: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.
BASILICATA: Potenza-Matera.
CALABRIA: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.