L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo…
TRENTO. Negli ultimi due anni si è registrato un aumento esponenziale di problemi uditivi fra gli adolescenti e i giovani in genere. La colpa è dell’abuso di quelle “radioline” portatili (tipo iPod) che si ascoltano con le cuffie ben ficcate dentro le orecchie. Solo che il vizio di ascoltare la musica a tutto volume è devastante: il pur “solido” orecchio dei ragazzi non regge. L’allarme arriva dall’Inghilterra, ma la situazione è purtroppo comune a tutti i Paesi nei quali è diffusa la moda di girare con gli mp3 accesi non solo nei momenti di svago, ma anche quando ci si muove per raggiungere un posto oppure mentre si studia o quando si lavora. I medici hanno registrato un aumento di problemi tra i giovani e l’associazione con questo fenomeno è stata confermata da diverse osservazioni. Tecnicamente si parla di acufeni o tinnito, oppure anche di ronzio. Praticamente si tratta di una degenerazione dei tessuti che trasformano le onde sonore, provocando danni irreparabili. Non c’è rimedio, se non l’utilizzo di apparecchi acustici. Il fatto grave è che queste osservazioni sono state fatte su persone della tarda adolescenza e su ventenni con il vizio di “spararsi” la musica a tutto volume nelle orecchie. Non è raro godersi della musica sugli autobus proveniente però da un mp3 piazzato nei timpani di un giovane che sta quattro posti più avanti; oppure in un bar, dove la musica “portatile” fa concorrenza a quella in filodiffusione del locale. Il problema è ampiamente sottovalutato, forse perchè anche relativamente recente come moda e quindi poco conosciuta. E si sa che i giovani stentano a valutare i danni alla salute nel momento in cui invece traggono piacere dall’ascoltarsi le band preferite a decibel sovrumani. La stessa ricerca sanitaria non ha ancora dati confrontabili perchè il fenomeno comincia appunto a manifestarsi ora in tutta la sua gravità. Però l’osservazione diretta nei reparti di otorino ha già fornito delle certezze su questo fronte. In realtà non è l’uso dell’iPod il problema. Cioè se la musica è ascoltata a un volume decente, diciamo “normale”, non ci sono problemi particolari: l’orecchio è sempre in funzione quindi compie il suo lavoro standard. Il guaio accade, come sempre, quando dall’uso si passa all’abuso, magari continuato e quando si notano i primi sintomi spesso è troppo tardi per darci un taglio. A quel punto diventa inevitabile provvedere con interventi esterni, come l’apparecchio acustico. Una volta lesi i tessuti, infatti, non esiste un rimedio naturale per ripristinare l’uso normale del senso. I medici suggeriscono di avviare una campagna di informazione a tamburo battente, soprattutto tra i giovani che sono i maggiori consumatori di mp3. La sensibilizzazione sul tema può portare alla conoscenza dei rischi che comporta un uso non corretto di strumentazione tecnologica. E come si sa ogni bella invenzione ha il rovescio della medaglia. Basti ricordare le controverse polemiche sull’uso dei cellulari, ma anche la preoccupazione per l’uso eccessivo di internet che può portare addirittura alla dipendenza. Ora anche l’mp3, all’apparenza strumento innocuo e di grande compagnia, ha il suo lato “cattivo”. Conoscerlo significa evitarsi guai irreparabili.
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