Oggi pomeriggio, mostra fotografica, tavola rotonda sulla questione sudtirolese e presentazione del libro “Una vita,…
L’onorevole Aldo Moro dal 1964 fino al 1977 ha trascorso quasi ininterrottamente, prima a Predazzo e poi a Bellamonte le sue vacanze estive, sempre in maniera discreta e senza eccessivi clamori. Forte deve esser stato il suo legame con quest’ultima località tanto da averla scelta per costruirvi la sua casa delle vacanze dove, forse sognava, conclusa la sua vita politica, poter vivere stabilmente godendo di quella pace che solo Bellamonte sa dare.
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Aldo Moro, nato a Maglie, provincia di Lecce, il 23 settembre 1916 e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978.
Predazzo, intesa come comunità di persone, è quindi per vari motivi in debito di riconoscenza verso questa Persona che, con grande disponibilità, ha saputo consigliare ed aiutare l’Amministrazione Comunale in più di un’occasione. Di questo ne sono buoni testimoni gli amministratori comunali in carica in quegli anni.
L’Amministrazione Comunale, consapevole di tutto ciò, intende quindi ricordare ed onorare la figura di Aldo Moro con l’intitolazione alla sua memoria della Sala Convegni della Casa Sociale di Bellamonte oltre che con alcuni appuntamenti celebrativi.
Sabato 6 agosto 2016
Ore 11 Predazzo – Sala Rosa del Municipio: apertura Mostra Fotografica con immagini di Aldo Moro a Predazzo
Ore 16 Bellamonte – Chiesetta Madonna della Neve: S. Messa in suffragio di Aldo Moro animata da alcuni canti del Coro Negritella
Ore 17 Bellamonte – Casa Sociale: cerimonia di intitolazione della Sala Convegni ad Aldo Moro, saluto da parte del Sindaco di Predazzo dotta Maria Bosin, lezione “Il dovere di un politico di fronte al mondo” del prof. Paolo Pombeni, varie testimonianze sul rapporto fra Aldo Moro e Predazzo e scoprimento targa commemorativa
Martedì 9 agosto 2016
Ore 21 Predazzo – Sala Consiliare del Municipio: tavola rotonda sul tema “Aldo Moro: un uomo del dialogo al servizio della convivenza. Il Trentino e la questione Sud Tirolese” con l’intervento di ex parlamentari del Trentino Alto Adige
Giovedì 11 agosto 2016:
Ore 21 Predazzo – Sala Consiliare del Municipio: presentazione del libro: “Una vita, un paese: Aldo Moro e l’Italia del novecento” curato da Renato Moro e Daniele Mezzana e edito da Rubbettino Editore
Aldo Moro nasce a Maglie, in provincia di Lecce, il 23 settembre 1916. Si iscrive a Giurisprudenza nell’Università di Bari, e, dopo la laurea, inizia la carriera accademica. Nel 1939 pubblica il suo primo libro, che è dedicato alla ‘capacità giuridica penale’. In quegli anni matura anche l’impegno politico nella FUCI: la federazione degli universitari cattolici di cui è presidente dal 1939 al 1943. Dal 1945 al 1946 dirige il Movimento Laureati dell’Azione Cattolica.
Nel 1946 è eletto all’Assemblea Costituente come rappresentante della DC di cui è uno dei fondatori. Poco dopo entra a far parte della Commissione dei Settantacinque che ha il compito di redigere il testo costituzionale. Nelle elezioni dell’aprile 1948 viene eletto alla Camera e fino al 1959 ricopre alcuni fra gli incarichi governativi più importanti: nel quinto governo De Gasperi è nominato sottosegretario agli esteri. Nel 1955, con il primo governo Segni, è ministro di Grazia e Giustizia. Due anni dopo, è ministro della Pubblica Istruzione nel governo Zoli. È a lui che si deve l’introduzione dell’educazione civica come materia d’insegnamento nelle scuole elementari e medie.
Lavora alla costruzione del centro sinistra dalla fine degli anni Cinquanta. È d’accordo con Fanfani. Comprende che la stagione del centrismo è terminata, e che occorre spostare a sinistra la politica del governo per dare al paese le riforme di cui ha bisogno. Ma è una strada difficile. Deve superare le resistenze interne al suo partito e quelle del PSI che, fino allora, ha sostenuto una politica di collaborazione con il PCI.
Il 1959 è l’anno della svolta. Al VII congresso della DC ottiene la segreteria del partito: è il risultato di un compromesso fra le correnti democristiane. Nello scontro fra Fanfani e la destra del partito, che si oppone all’apertura verso i socialisti, Moro riesce ad imporre una linea che esclude l’appoggio parlamentare dei partiti di destra per ogni futuro governo e che equivale a sostenere l’ipotesi del centro sinistra.
Nel 1963 è presidente del Consiglio di un governo che vede la partecipazione dei socialisti. Un’esperienza politica che ha termine nel 1968. Gli elettori puniscono i partiti del centro sinistra e determinano, di fatto, la crisi di quella stagione. Dal 1970 al 1974 Moro è ministro degli esteri. Nel 1974 costituisce il suo quarto governo, ma l’anno successivo una novità importante cambia il quadro politico italiano. Alle elezioni amministrative del 1975 il PCI ottiene un grande consenso, e riporta al centro del dibattito politico la strategia che Moro sostiene da tempo: coinvolgere il PCI nella compagine governativa per dare una nuova spinta riformista al paese.
Dal luglio del 1976 al marzo 1978 l’Italia conosce la stagione della solidarietà nazionale. La guida democristiana del governo è sostenuta dall’esterno da tutti i partiti dell’arco costituzionale che si astengono. Votano contro il MSI, i radicali e democrazia proletaria. Il 16 marzo del 1978 un commando delle Brigate Rosse rapisce Moro che dal luglio del 1976 è presidente della DC. Vengono uccisi tutti gli uomini della scorta. Moro si sta recando in Parlamento dove avrebbe votato la fiducia al primo governo con il sostegno dei comunisti.
Durante i giorni della prigionia, i servizi segreti di tutto il mondo non riescono a trovare Moro. In Italia si apre un dibattito drammatico fra coloro che sostengo la necessità di trattare con le BR e coloro che, invece, rifiutano di scendere a compromessi. Lo Stato non tratta e il 9 maggio 1978 il cadavere del presidente della DC viene ritrovato dentro il bagagliaio di una Renault 4 a Roma, in via Michelangelo Caetani.
È uno degli episodi più drammatici dell’intera storia dell’Italia repubblicana
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