Ragazzo di Ziano morso dalla vipera. 2014 “Anno della Vipera”

Da il 3 giugno 2014

Momenti di paura ieri pomeriggio per una famiglia di Ziano di Fiemme durante un’escursione nei pressi di Cavalese: il figlio tredicenne è stato morso da una vipera.

Il veleno ha subito provocato malori ed il ragazzo è stato trasportato al pronto soccorso del paese dove i medici hanno subito iniettato il siero antivipera. La reazione fisica del ragazzo non è stata positiva, quindi i medici,  giudicando la situazione abbastanza grave hanno deciso per il ricovero all’ospedale di Trento con l’ausilio dell’elisoccorso del 118.  Giunto a Trento il ragazzo è stato sottoposto ad un secondo trattamento con siero antivipera, la reazione in questo caso è stata positiva. Il peggio è  stato quindi scongiurato:  il ragazzo, ricoverato nel reparto rianimazione si è ripreso rapidamente e farà presto rientro a casa.

vipera 550(1) Ragazzo di Ziano morso dalla vipera. 2014 Anno della Vipera

2014 Anno della Vipera”

A lanciare l’allarme e’ il Centro antiveleni della Fondazione Maugeri di Pavia, dove le prime segnalazioni di sospette intossicazioni sono iniziate gia’ a febbraio, con 2 mesi di anticipo rispetto al trend piu’ classico in cui il serpente montano inizia a mordere in aprile, con un picco di casi a luglio e agosto. “Fino ad oggi sono stati 14 i casi sospetti – riferiscono gli esperti del Cav pavese all’Adnkronos Salute – di cui 6 si sono confermati morsi di vipera e hanno avuto conseguenze cliniche rilevanti”: da sintomi gastrointestinali come “nausea, vomito e diarrea”, a “edema, gonfiore e dolore” nel punto in cui il rettile ha affondato i suoi denti.

Provocando, in una delle vittime di quest’anno, “segni neurologici a carico nei nervi cranici, come difficolta’ ad aprire le palpebre e offuscamento della vista”. In media sono “circa 70-100″ i morsi di vipera che ogni anno finiscono all’attenzione del Centro antiveleni-Centro nazionale di informazione tossicologica (Cav-Cnit) di Pavia, “la meta’ dei quali sviluppano sintomi rilevanti”. Anche nel 2012 si era verificato un anticipo degli avvelenamenti (marzo), ricordano gli specialisti, mentre nel 2013 e nel 2011 i primi casi erano stati registrati a meta’ aprile. Se e’ vero che “la maggior parte degli avvelenamenti si risolve con un trattamento sintomatico”, mentre “la somministrazione dell’antidoto viene indicata solo nel 20% dei casi” tra quelli seguiti dal Cav pavese, “con l’arrivo della bella stagione e l’inizio delle uscite fuori porta in montagna – raccomandano dal Centro – e’ sicuramente utile partire informati su come affrontare eventuali pericoli legati a incontri indesiderati con le specie di vipere piu’ comuni nelle nostre colline e montagne”. “Bisogna innanzitutto evitare di essere morsi”, premettono gli esperti del Cav di Pavia.

“E’ quindi necessario un invito alla prudenza: evitare di spostare massi, tronchi o peggio ancora mettere le mani in anfratti rocciosi, tra l’erba o nei cespugli. E’ sempre opportuno ‘avvertire’ della nostra presenza muovendo l’erba con un bastone prima di passare o di sedersi. La vipera, infatti, morde quando colta di sorpresa”. “Fortunatamente – precisano i tossicologi – non tutte le serpi che incontriamo sono velenose, ma in caso di morso di serpente, bisogna adottare i corretti comportamenti per non peggiorare la situazione.

Occorre mantenere la calma e chiamare il 118; se si escludono i rarissimi casi di reazione anafilattica al veleno di vipera, normalmente la progressione del quadro clinico e’ molto lenta e c’e’ tutto il tempo per attendere i soccorsi o raggiungere un ospedale. Prima dell’arrivo in ospedale e’ molto importante non posizionare lacci, non utilizzare strumenti per cercare di aspirare il veleno e soprattutto non incidere la zona nella speranza di farlo uscire. Qualora ci si debba muovere dal luogo dell’evento, l’arto colpito deve essere mobilizzato il meno possibile.

Comunque, e’ sempre indicata la valutazione presso un servizio ospedaliero dove, anche grazie alla consulenza tossicologica di un Centro antiveleni, verra’ impostato il monitoraggio clinico adeguato e praticata la terapia antidotica specifica, se e quando indicato”. L’antidoto e’ “un farmaco che puo’ essere somministrato solo in ospedale e da un medico”.

Guida al Primo Soccorso

Cos’è 

In Italia esistono 4 specie di vipere. Questi serpenti velenosi sono piuttosto schivi, temono l’uomo e aggrediscono soltanto per difesa.
Rispetto ad altri serpenti non velenosi le vipere si distinguono in particolare dalla pupilla, verticale e non rotonda, dalla costituzione breve e tozza, dalla forma triangolareggiante della testa, e non affusolata e appiattita.
Naturalmente, in caso di morso, non è molto facile individuarequesti particolari. Il morso della vipera, tuttavia, lascia dei segni evidenti: due piccoli fori che distano circa 1 cm. l’uno dall’altro, i segni lasciati dai denti veleniferi. Talvolta il morso può presentare anche altri segni: oltre ai fori dei denti veleniferi, infatti, possono essere presenti anche dei forellini molto più piccoli lasciati dagli altri denti, molto meno profondi ed evidenti. Il morso di altri serpenti non velenosi, invece, non presenta questi due fori maggiori.

ATTENZIONE, potrebbe capitare che la vipera abbia perso un dente velenifero, oppure che il morso non sia andato a segno completamente e a fondo. In tal caso può essere presente un solo foro del dente velenifero.

Mediamente, ma ciò non è sempre vero, la quantità di veleno iniettato con un morso da una vipera non dovrebbe essere mortale per un uomo adulto, anche se tutto dipende da numerose variabili. La media di veleno iniettata dipende infatti dalla vipera, da quanto le sue ghiandole velenifere siano piene, dal modo in cui i denti affondano durante il morso.
Inoltre, la reazione al veleno dipende per esempio dalla massa corporea del malcapitato: un bambino è più a rischio di un individuo adulto.

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Sintomi
Il morso è solitamente molto doloroso e provoca in genere arrossamento, cianosi, gonfiore e crampi più o meno acuti. Dopo circa mezz’ora o un’ora, i sintomi sono: cefalea, vertigini, tachicardia, calo di pressione, vomitodiarrea e shock che può condurre anche alla morte.

Intervento
In caso di morso di vipera è necessario rallentare la circolazione del sangue con azioni di tranquillizzazione ed evitando il più possibile i movimenti. Bisogna chiamare i soccorsi o raggiungere velocemente un ospedale.
Contrariamente a quanto diffuso nell’opinione comune è bene NON INCIDERE LA FERITA e NON SUCCHIARE.
L’incisione a croce rischia di aumentare il contatto tra il veleno e il sangue o i sistemi linfatici. La suzione è pericolosissima per il soccorritore: basta una piccola lesione, carie o screpolatura per contrarre il veleno.
Spremere la ferita immediatamente dopo il morso, è invece utile per fare uscire la maggior quantità possibile di veleno.
Recenti studi hanno dimostrato che il veleno dei serpenti si trasmette in tempi rapidi soprattutto attraverso il sistema linfatico, mentre soltanto più lentamente si trasmette per via venosa. Per questi motivi si può improvvisare o usare un laccio emostatico ma soltanto per bloccare la circolazione linfatica e venosa non quella arteriosa! Il laccio, quindi, non va stretto molto.
Ancora più indicata è una fasciatura molto stretta. Nel caso che il morso abbia interessato un braccio o una gamba, per esempio, si può applicare una fasciatura molto stretto a monte della ferita, sino alla fine dell’arto.

Il siero antivipera:
l’utilizzo del siero antivipera è decisamente sconsigliabile, perché la sua inoculazione richiede la presenza di un medico. Esistono infatti dei rischi di shock anafilattico e di allergie. Per evitare questo inconveniente è necessario un test di inoculazione di una piccolissima quantità di siero per vedere la reazione: operazione che richiederebbe la presenza di un medico.
Inoltre, bisogna ricordare che il siero va conservato in frigorifero e si deteriora portandolo in giro per alcune ore a temperature più elevate dei 2° – 6°.
A meno di non essere completamente isolati e nell’impossibilità di raggiungere un ospedale in tempi ragionevoli è perciò consigliabile cercare di trasportare l’infortunato in ospedale invece di utilizzare il siero.

La prevenzione:
durante le escursioni in montagna o in campagna è consigliabile fare attenzione a dove ci si siede o ci si sdraia, agli indumenti poggiati sull’erba che vanno scossi prima di indossarli nuovamente.
I serpenti si annidano spesso tra i sassi che è bene non rimuovere.
L’uso di calzettoni e stivali, durante le passeggiate, riduce notevolmente il rischio del morso. Ricordiamo che le vipere temono l’uomo e attaccano solo per difesa. E’ perciò buona norma picchiare con un bastone sui sentieri: anche se i serpenti sono sordi, percepiscono le vibrazioni del terreno e si allontanano immediatamente.

ATTENZIONE: In alcuni manuali di pronto soccorso, a proposito delle vipere, vengono talvolta riportate delle leggende che affondano le loro radici in alcune credenze popolari errate: per esempio che questi animali si arrampichino sugli alberi per partorire, il che sarebbe molto pericoloso perché un eventuale morso potrebbe coinvolgere dei punti molto delicati e critici come per esempio il collo o il capo. Dal punto di vista scientifico queste credenze sono assolutamente prive di fondamento: le vipere non si arrampicano sugli alberi. Tuttavia, in casi piuttosto rari, è possibile che le vipere possono per esempio trovarsi sui rami di alcuni arbusti di altezza poco elevata, quindi è sempre bene fare attenzione.

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