“FIS inspection” giovedì 26 agosto 2010 in Val di Fiemme in vista della stagione invernale,…
Di un collegamento fra le due stazioni sciistiche di Carezza e Obereggen si parla da almeno tre decenni. Troppo costoso e tecnicamente difficile da realizzare in passato, letteralmente impossibile oggi per via del Latemar patrimonio dell’Unesco.
Adesso, però, gli impiantisti di Carezza pare abbiano trovato l’uovo di Colombo per rendere possibile il sogno degli sciatori: una cabinovia fino a Obereggen, ma con partenza da Nova Levante. Un impianto trifune lungo 5,2 chilometri, con soli otto piloni, alto nel bosco, senza disboscamenti, privo di pista da sci, aperto sia in inverno che in estate come mero collegamento rapido – 14 minuti – fra le due stazioni sciistiche ed escursionistiche: lo Ski Center Latemar e la Ski Area Carezza.
Il sogno grande grande sarebbe quello di collegare Predazzo in val di Fiemme (oggi già unito a Obereggen) a Moena e Soraga in val di Fassa (tramite altri tre nuovi impianti di trasferimento, in discesa da Costalunga) passando prima per le piste da sci di Nova Levante e Carezza.
L’indiscrezione circolava da qualche tempo. Ieri una prima conferma indiretta è arrivata da una lettera spedita al governatore trentino Ugo Rossi dalla Sma (la Società di Mobilità Alternativa Moena-Soraga-Costalunga Spa), di cui sono azionisti pure gli impiantisti di Carezza e che è nata per caldeggiare e costruire due impianti dal fondovalle di Fassa – uno da Soraga e l’altro da Moena – che in cima si andrebbero ad unire in un terzo impianto con destinazione la cabinovia Pra’ di Tori, al Costalunga.
La missiva è stata spedita a seguito della sentenza del Tar 45/2015, a favore della stessa Sma, riguardo alla proposta di project financing avanzata dai fassani per i tre nuovi impianti e che Trento aveva di fatto ignorato. Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi, la settimana scorsa è stata notificata alla Provincia di Trento una diffida: si intima di prendere in considerazione il progetto e valutarlo entro tre mesi per vedere se approvarlo o meno concedendogli finanziamenti pubblici. Ieri, infine, il presidente della Sma Marco Pederiva ha scritto a Rossi, per sensibilizzarlo, anche in prospettiva di una più stretta collaborazione coi cugini altoatesini. Nella missiva si parla di “progetti in procinto di sviluppo in val d’Ega, tra cui il collegamento delle due importanti aree sciistiche”.
Da Obereggen si limitano a un: «Se arriverà una proposta, la valuteremo».
Conferma invece il direttore della Latemar Carezza Srl, il commercialista bolzanino Paul Jakomet. «Una delle due società altoatesine che costruiscono impianti di risalita – Leitner o Doppelmayr, ndr – ha già predisposto il tracciato di massima, le opzioni sono due, e al momento attuale si sta studiando il business plan. Quando sarà pronto cercheremo di coinvolgere l’intera val d’Ega».
Si sono già tenuti degli incontri informali in Provincia a Bolzano, sia con l’ufficio impianti a fune («tecnicamente il progetto è attuabile») sia con la tutela ambientale («siamo solo all’inizio, ma non sono emerse particolari difficoltà»).
Del collegamento per Obereggen si parlava dagli anni Ottanta, ma per farlo da Carezza si sarebbero dovuti realizzare almeno due impianti: un primo fino in vetta a qualche cima del Latemar e poi un altro giù verso Obereggen. Una bestialità ambientale. «Una tragedia», ammette lo stesso direttore Jakomet.
Ora, invece, si sta pensando di partire dalla base della nuova cabinovia Laurino I, in piena Nova Levante, inaugurata nel 2013. Da lì, «senza bucare montagne, si arriverebbe dritti a Obereggen, senza sorvoli di case».
Una linea diritta nel bosco, in direzione sud-sud ovest. Una cabinovia “3S” come quella del Renon, con due grandi vantaggi: «Si sta alti sul bosco senza dover tagliare alberi e si possono tenere velocità elevate: 8 metri al secondo». Si passerà a sinistra del Bewaller e a destra della Häusler Sam, in una valletta, con magnifica vista su Catinaccio e Ortles.
«Staremo fuori dalla zona Unesco, non toccheremo nemmeno la zona cuscinetto; nell’area poi non ci sono monumenti naturali. La cabinovia servirà ancora di più in estate, per trasportare escursionisti e mountain biker». (fonte: http://altoadige.gelocal.it)
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