VALLE DI FIEMME - «Il 2009, dal punto di vista statistico, ha rappresentato per la…
FIEMME E FASSA – La stagione era partita con il botto. Tantissima neve, quale non si vedeva da decenni, almeno in dicembre, prenotazioni a raffica, un Natale d’altri tempi (anche se questo particolare periodo dell’anno, tradizionalmente affollato, non fa testo più di tanto), un inverno che annunciava nuovi record. Poi, invece, dall’inizio di febbraio, il rallentamento: prenotazioni in calo, qualche disdetta, la clientela italiana che conferma il manifestarsi di una crisi ormai dilagante, segnali negativi anche dall’estero, specialmente dopo che, nei paesi dell’Est (da dove attinge ormai in prevalenza il turismo invernale di casa nostra) si è verificata una consistente svalutazione delle monete non comprese nell’area euro, rispetto alla moneta unica europea. Crescono quindi le preoccupazioni anche negli ambienti turistici di Fiemme e Fassa, anche se la cautela invita a non drammatizzare e ad attendere i dati di fine stagione prima di tirare le somme. «In ogni caso – conferma Andrea Weiss , direttore dell’Apt della valle di Fassa – sono sensazioni che raccogliamo anche noi. Il settore è in frenata e per marzo ci aspettavamo sicuramente qualche cosa di meglio. La partenza della stagione 2008/2009 era stata estremamente positiva e forse ci siamo lasciati prendere da una euforia anomala per il periodo di Natale e di inizio anno, quando la richiesta era fortissima. Poi, invece, le prime due settimane di febbraio sono state abbastanza deboli, specie la seconda, anche se, almeno in parte, ce lo aspettavamo, pur con la speranza di riuscire a superare indenni l’inverno, prima che le condizioni di criticità assumessero altre dimensioni». Sui motivi, Weiss non ha dubbi. «La crisi economica ormai c’è ed è sotto gli occhi di tutti. La gente ha paura di spendere ed anche la vacanza ne risente. Va detto che la nostra clientela rappresenta un target di persone che generalmente possono spendere, ma si fa strada una certa apprensione e l’insicurezza cresce. Una situazione che non ci aiuta e che potrebbe riflettersi ancora più negativamente sull’estate, stagione garantita soprattutto dal mercato nazionale, che in questo momento più di tanto non può darci». Tornando alla situazione odierna, l’invito è di attendere la fine dell’inverno. «Negli anni scorsi, abbiamo registrato uno spostamento della clientela delle famiglie da febbraio a marzo, quando ci sono le promozioni ed i bambini vengono ospitati gratis, Mi auguro che sia così, che le famiglie siano in standby e che vengano il mese prossimo. Non va nemmeno dimenticato che quest’anno la neve è caduta un po’ dappertutto e questo non premia le località migliori come le nostre. Speriamo comunque di chiudere bene il prossimo mese, anche perché abbiamo una serie di raduni molto importanti, direttamente organizzati dall’Apt. Quindi, per fare i consuntivi, aspettiamo ancora un po’». Tornando all’estate? «Siamo preoccupati, inutile nasconderselo. Cerchiamo di lavorare sui mercati esteri, proponendo soprattutto un prodotto, come il trekking, che interessa molto agli utenti dell’Europa dell’Est e del Nord e provando a recuperare anche per la stagione estiva la clientela invernale. Puntiamo ancora sui temi legati allo sport, dove cerchiamo di essere attrattivi al massimo, ma riempire 55.000 posti letto, due terzi dei quali nel comparto extralberghiero, non è facile. Sono troppi, lo sappiamo da tempo, e sono difficili da vendere. Stiamo tra l’altro portando avanti un impegnativo lavoro di classificazione degli appartamenti. Un passaggio necessario, Gli ospiti vogliono garanzie di qualità». M.F.
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