Più famiglia per favorire solidarietà e sviluppo Organizzato dal Forum delle persone e associazioni di…
Il lavoro minorile è un problema globale.
Secondo i dati ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), nel mondo ci sono 317 milioni di bambini economicamente attivi, 218 milioni di bambini il cui lavoro è sfruttato e ben 126 milioni di minori esposti a lavori rischiosi e alle peggiori forme di sfruttamento (sessuale, traffico, ecc.).
Molti bambini lavoratori sono più visibili, come i bambini di strada; altri, come i lavoratori domestici, sono più nascosti e vulnerabili.
I bambini e le bambine che lavorano si concentrano per lo più in Asia e nel Pacifico, dove sono 123 milioni (56%). In Africa Sub-Sahariana sono invece economicamente attivi 49,3 milioni.
I bambini lavoratori, tuttavia, non sono una realtà che riguarda esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli ad economia in via di transizione e quelli industrializzati, dove la percentuale dei minori lavoratori rappresenta l’1%. In Italia, secondo i dati Istat, il fenomeno riguarda 144.285 bambini tra i 7 e i 14 anni, di cui 31.500 sono da considerarsi come sfruttati.
La ragione profonda per l’eliminazione del lavoro minorile è costituita dal diritto di ogni bambino/a ad un’educazione libera e full-time e dalla constatazione che spesso i minori subiscono le peggiori forme di sfruttamento (veri e propri crimini) anche nei Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione ILO 182 (ratificata da 163 Paesi) sulle peggiori forme di lavoro minorile.
Governi, Organizzazioni internazionali, società civile, genitori, tutti possono fare qualcosa per affermare e garantire il diritto all’educazione di qualità, aderente ai bisogni di crescita dei minori. L’educazione obbligatoria gratuita crea infatti le condizioni affinché i minori siano in grado di costruire una vita migliore, aumenta le possibilità di ottenere un lavoro più qualificato e fornisce più strumenti ai singoli e alla società per interrompere il ciclo della povertà.
Questo impegno va mantenuto anche nelle situazioni di emergenza ovviando all’interruzione dei servizi scolastici.
Combattere tutte le forme di lavoro minorile è inoltre un prerequisito per il raggiungimento dell’educazione primaria per tutti (uno degli Obiettivi del Millennio da raggiungere entro il 2015).
Contrastare tutte le forme di lavoro minorile contribuisce anche a promuovere i diritti fondamentali del lavoro per tutti, adulti e minori che hanno raggiunto l’età minima lavorativa (come previsto dalla Convenzione ILO 138, ratificata da 149 Paesi) e che hanno diritto ad un lavoro dignitoso e non pericoloso.
Nell’affrontare questi temi, Cesvi ritiene fondamentale far conoscere le condizioni di lavoro dei minori ed affermare che i bambini e i giovani non sono destinatari passivi di azioni di solidarietà e protezione, ma soggetti attivi che godono di diritti e vanno messi in condizione di esprimersi sulla natura del lavoro che svolgono e sulle speranze che coltivano.
“Stop Child Labour” è una campagna promossa dal network europeo Alliance2015 grazie al sostegno della Commissione Europea.
La nuova fase della campagna durerà fino alla fine del 2009 e vede il coinvolgimento anche del Comitato India Olandese, della Federazione Olandese dei Sindacati (FNV) e dell’Unione dei Sindacati Olandesi (AOb).
La campagna internazionale Stop child labour ha l’obiettivo di richiamare tutti i governi, le imprese e gli attori sociali alle loro responsabilità verso i bambini e le bambine vittime dello sfruttamento del lavoro minorile: una drammatica realtà che interferisce con la loro educazione ed è dannosa per la loro salute, il loro sviluppo psichico, mentale, spirituale, morale o sociale.
Il 20 novembre è la Giornata Mondiale dell’Infanzia, nata per ricordare la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC – Convention on the Rights of the Child), approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 novembre 1989.
La Convenzione è composta da un Preambolo, che fa riferimento alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, e da 54 articoli che enunciano la tipologia dei diritti e le norme di funzionamento. Oggi 192 Stati sono parte della Convenzione. Tra questi anche l’Italia, che l’ha ratificata nel 1991.
In occasione di questa importante ricorrenza, Cesvi presenta a Milano la mostra fotografica “Workers. Storie di infanzia negata”: un promemoria per ricordare che nel mondo ci sono 317 milioni di bambini economicamente attivi, 218 milioni di bambini il cui lavoro è sfruttato e ben 126 milioni di minori esposti a lavori rischiosi e alle peggiori forme di sfruttamento (dati ILO).
Bambini al lavoro: contadini, operai, artigiani ma anche soldati e mendicanti. Saranno i protagonisti dalla mostra realizzata da Cesvi in collaborazione con Canon e Contrasto e visitabile presso lo spazio fotografico di Via Custodi n. 6 a Milano dal 28 al 30 novembre, nell’ambito dell’iniziativa Fotografica 2008. La settimana Canon della fotografia. La mostra verrà inaugurata venerdì 28 novembre alle ore 18, con ingresso libero e rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 30 novembre.
E’ ancora attiva la petizione che Cesvi ha lanciato lo scorso giugno per chiedere al Governo Italiano un impegno concreto nella lotta allo sfruttamento del lavoro minorile e il gioco interattivo online, rivolto ai giovani dai 13 ai 17 anni per promuovere la consapevolezza dell’educazione come soluzione possibile al problema del lavoro minorile.
Firma anche tu! Fai la tua parte chiedendo al Governo Italiano di impegnarsi nella lotta contro il lavoro minorile. |
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Firma anche tu: www.stoplavorominorile.it
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