Questo il tema della 31^ Giornata Nazionale per la Vita che verrà celebrata l‘1 febbraio…
Valentina Maureira, la ragazzina cilena che aveva chiesto l’eutanasia, è morta il 14 maggio lodando la vita. Aveva solo quattordici anni.
Affetta da fibrosi cistica come il fratello, morto all’età di 6 anni, aveva deciso di rivolgersi al presidente Bachelet per chiedere «un’iniezione per addormentarmi». L’appello era diventato virale su YouTube ed era stato utilizzato dalla sinistra e dalle organizzazioni pro eutanasia del Cile. La giovanissima Maureira, però, a marzo ha cambiato idea.
Il papà Fredy ha parlato dell’ipocrisia dei politici che «si sono stretti intorno alla mia figlia solo ora che è conosciuta in tutto il mondo», mentre prima che la ragazzina diventasse un caso internazionale, i paladini della “dolce morte” avevano totalmente ignorato decine di richieste e lettere di aiuto da parte della famiglia.
Dopo il suo appello Valentina ha cominciato a ricevere messaggi di solidarietà da tutto il pianeta decidendo di accettare anche diverse visite da parte dei suoi nuovi amici, fra cui quella di Maribel Oviedo, una ragazza argentina affetta dal medesimo male a cui era morta una sorella.
Valentina ha spiegato così il suo aver cambiato idea: «Ho parlato con molte persone dopo aver pubblicato il mio appello, mi hanno portato a riflettere molto e a cambiare idea (…) voglio ringraziare tutti perché mi hanno sostenuto tanto», adesso «mi sembra che la scelta di vivere sia un’avventura più emozionante della morte».
Valentina ha passato gli ultimi due mesi della sua vita combattendo per sé e per gli altri bambini malati, finché la settimana scorsa è morta lodando la vita e usando la sua notorietà per chiedere al presidente Bachelet la costruzione di una casa e di un ospedale per i bambini affetti da fibrosi, e anche la pubblicazione di un libro e di un film sulla sua storia. Il padre ha chiesto preghiere «per lei e per gli altri malati».
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