Si celebra oggi la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, promossa…
Grande inchiesta dell’Economist sulla “guerra globale” contro il sesso femminile tramite l’aborto selettivo di massa. Ne mancano all’appello cento milioni. Un “genocidio di genere” con conseguenze devastanti. Sette anni fa un giornale dell’establishment anglosassone, il Financial Times, aveva posto la stessa domanda: “Dove sono andate a finire tutte le ragazze?”. L’Economist fornisce la risposta con quest’inchiesta impressionante. In Cina e nell’India del nord, per ogni 120 maschi nascono 100 femmine. La media mondiale è di 103-106 maschi ogni 100 femmine. In molti stati, siamo a 130 maschi contro 100 femmine.
Si sta riscrivendo la saga dell’evoluzione per mezzo dell’aborto, facendo venire meno una delle grandi costanti biologiche della specie umana. La superiorità delle femmine sui maschi.L’ organizzazione britannica ActionAid ha diffuso un rapporto, Disappearing Daughters, contenente cifre terribili sul genocidio femminile in atto in India. Secondo questi dati (ripresi dal Foglio) apprendiamo che nel Punjab, trent’ anni fa, nascevano 925 femmine ogni 1.000 maschi (un rapporto considerato del tutto normale); oggi ne nascono solo 735. In tutto il Paese (ma anche in Cina e nelle due Coree) l’ informazione sul sesso del nascituro, disponibile attraverso l’ esame ecografico, induce molti genitori a sopprimere prima della nascita i figli appartenenti al sesso «sbagliato», quello femminile. In India, informa ActionAid, una tale pratica, che fa mancare all’ appello ogni anno 500 mila bambine, non è frutto dell’ arretratezza: appare infatti diffusa soprattutto tra la popolazione urbana a maggior reddito. Sappiamo che è impossibile interessarsi di tutti i problemi del mondo. E tuttavia la «strage delle bambine» (così Amartya Sen) non meriterebbe almeno qualche secondo della nostra attenzione? (Articolo completo su Il Foglio del 5 marzo 2010) 8 marzo/ Save the Children:ogni minuto 1 donna muore per il parto O per cause legate maternità, in Italia 3 morti ogni 100mila bebèRoma, 5 mar. (Apcom) – A tre giorni dalla Festa della donna, Save the Children denuncia che “ogni minuto una donna muore per cause legate a gravidanza o parto”. E’ di appena un punto percentuale annuo – scrive l’ong in un comunicato – la diminuzione del tasso di mortalità materna nel mondo. Sono “536.000 le donne che ogni anno muoiono durante la gravidanza o il parto, pari a una donna al minuto”, secondo Save the Children. Circa il 99% di tali morti avviene in paesi in via di sviluppo, con l’Africa sub-sahariana che detiene il primato di oltre metà delle morti – 270mila – pari a 900 mamme che perdono la vita ogni 100mila bambini che nascono. Numeri altissimi, cento volte superiori a quelli dei paesi industrializzati, dove la media delle morti materne è di 9 ogni 100mila neonati. In Italia la media scende a tre, anche se il nostro paese si “avvicina” ad alcuni paesi a più basso reddito per il numero ancora esiguo di donne che fanno ricorso alla contraccezione. “Non ci sarà parità di diritti fra uomo e donna finché tante donne non vedranno adeguatamente tutelata la loro salute e continueranno a morire in coincidenza con quello che dovrebbe essere uno dei momenti più lieti della loro vita, la gravidanza o il parto”, afferma Francesco Aureli, Responsabile Advocacy e Policy di Save the Children Italia, alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, quest’anno sul tema “Uguali diritti, uguali opportunità: Progresso per tutti”(“Equal rights, equal opportunities: Progress for all”). “La morte materna non è solo un indicatore negativo delle inadeguate condizioni di salute delle donne ma ha un impatto diretto anche sulla sopravvivenza e benessere dei bambini e su quello di un’intera comunità. E’ infatti dimostrato che all’aumentare della mortalità materna corrisponde un aumento della mortalità infantile così come c’è un nesso diretto fra il benessere della donna e il progresso economico e sociale di un paese. Garantire il diritto alla salute delle donne significa dunque garantire più diritti per tutti, come recita il tema di questa giornata internazionale della donna”.
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