Mario Tozzi in Valle di Fiemme: Il Trentino è modello nazionale di forza ambientale

Da il 8 ottobre 2009

%name Mario Tozzi in Valle di Fiemme: Il Trentino è modello nazionale di forza ambientaleValle di Fiemme – Inceneritore sì, inceneritore no. Termovalorizzatore ni. La Val di Fiemme è ai primi posti nazionali nel riciclo e brilla di iniziative per la riduzione della produzione di rifiuti. Ma il problema è a valle della raccolta ben fatta, cioè lo smaltimento finale. Se ne è parlato al Palacongressi di Cavalese con Mario Tozzi , conduttore di «Gaia, il pianeta che vive» (RaiTre) e «La gaia scienza» (La7). L’incontro, seguito l’indomani da Vallewiva, la domenica senz’auto in Val di Fiemme, si inserisce in un progetto voluto dalla Provincia di Trento, dal Comprensorio e da Fiemme Servizi spa per sensibilizzare i valligiani alle tematiche legate all’ambiente. Tra le iniziative promosse a monte del ciclo di produzione dei rifiuti c’è, oltre alla distribuzione di beni di consumo sfusi e ecopannolini, l’abolizione, dal primo agosto scorso, di un milione e mezzo di sacchetti di plastica, sostituiti da altrettanti contenitori per la spesa in materiale biodegradabile. Tutto questo si traduce, per la piccola comunità di 30.000 abitanti degli undici comuni fiemmesi in un 84% di raccolta differenziata. «Allora non ho niente da dire», esordisce l’esperto ecologista. Il piano di obiettivo provinciale prevede la realizzazione di un inceneritore solo in caso di 65% di differenziata, mentre il dato si assesta per ora sul 50%. Gli ambientalisti premono il tasto dell’inquinamento dell’impianto, la provincia vuole forzare la differenziata. «Non bisogna temere gli inceneritori, sono impianti industriali come altri, rassicura il conduttore della serata. La questione è: vale la pena costruirne uno in territori piccoli? L’energia prodotta potrebbe essere minore di quella utilizzata per la fabbrica del prodotto da smaltire. Potrebbe essere pericoloso perché non incentiva la differenziata. E poi è un tipo di smaltimento in ritardo sui tempi. Perché non porsi l’obiettivo di «rifiuto zero» come San Francisco? Il Trentino è modello nazionale di forza ambientale e di sensibilità viva per la questione ambientale, con il riciclo, le case clima, la convivenza con un suolo franoso per l’85% con pochissime vittime (evidente il riferimento alla tragedia che ha colpito Messina). Qui» aggiunge Mario Tozzi «un’amministrazione intelligente deve essere all’avanguardia, porsi un obiettivo fisso di differenziata, valutare i pro e i contro. Costi, emissioni inquinanti, produzione di energia, danni all’ambiente vanno studiati a fondo per orientarsi verso la soluzione di smaltimento migliore, evitando al massimo i danni all’ambiente o il cosiddetto turismo del rifiuto, cioè l’importazione di rifiuti per alimentare grandi impianti. La soluzione potrebbe anche essere un sistema alternativo di demolizione a freddo del pattume. Sì, è molto costoso, la città di Brescia ha speso 300 milioni di euro. Serve comunque un ampio confronto con la popolazione, una forte campagna di sensibilizzazione e un po’ di coraggio».

MAURA CHIOCCHETTI

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