Predazzo, dalla Forestale i dati sullo stato di salute della fauna selvatica sulle nostre montagne.

Da il 17 gennaio 2010

camosci Predazzo, dalla Forestale i dati sullo stato di salute della fauna selvatica sulle nostre montagne.PREDAZZO – Durante la sessione forestale di mercoledì scorso, particolare interesse hanno suscitato i dati comunicati dall’ispettore forestale Maurizio Poli sullo stato di salute della fauna selvatica, dopo i problemi creati dalle consistenti nevicate dell’inverno 2008-2009. «L’inverno» ha detto tra l’altro Poli «ha fatto piazza pulita degli esemplari deboli, ammalati, feriti e comunque di quelli che sono arrivati impreparati con le riserve di grasso compromesse», con riferimento soprattutto ai cervi ed ai camosci che, rispettivamente in settembre/ottobre ed in novembre/dicembre, vivono il periodo degli amori. Nei primi nove mesi del 2009 sono stati rinvenuti morti 156 cervi (33 nell’intero anno 2008), 305 caprioli (84 l’anno precedente) e 81 camosci (96 nel 2008). Nel 2009, sono stati investiti sulle strade 98 caprioli e 46 cervi (84 e 28 nel 2008). I censimenti dell’anno scorso evidenziano comunque una situazione molto meno drammatica di quanto si potesse immaginare, con un calo di consistenze meno marcato del previsto. Nel censimento di controllo effettuato dal personale forestale nella notte tra il 5 e il 6 maggio scorso, sono stati avvistati complessivamente 765 cervi (meno 185 rispetto al 2008), 384 caprioli (meno 113), 24 volpi (più sette) e 62 lepri (meno otto). Le stime dell’Associazione cacciatori sono di 762 cervi in Fiemme e 431 in Fassa (compresa Moena), mentre i caprioli sono stimati in 1.390 in Fiemme (nel 2008 erano 1.415) e 1.170 in Fassa (esclusa Moena), rispetto ai 1.245 del 2008. Nel luglio dell’anno scorso, è stato anche effettuato il censimento del camoscio. In tutta la valle di Fiemme sono stati avvistati 2.331 esemplari, 117 in meno rispetto ai 2.448 dell’anno precedente. Da sottolineare la preoccupazione per la «rogna sarcoptica» che in valle di Fassa è arrivata nel 2001, con un calo di consistenze del 30/40%, mentre in Fiemme la malattia è ancora ferma a Predazzo, all’altezza del monte Mulat. Sono sensibili alla rogna sarcoptica il camoscio, lo stambecco e la capra domestica. La popolazione delle volpi ha invece subito una sensibile diminuzione, negli anni scorsi, a causa di un’epidemia di cimurro, ma la grande disponibilità di carcasse di ungulati morti per le abbondanti nevicate ha rapidamente ricostituito la popolazione. Sia cimurro che rogna non sono malattie pericolose per l’uomo. Diverso è il discorso per la rabbia silvestre, diffuso principalmente dalla volpe, che può colpire tutti i mammiferi selvatici e domestici e si trasmette anche all’uomo. Quando si manifesta clinicamente, non è più curabile e porta inevitabilmente alla morte. La sua causa è un virus presente nella saliva e che si trasmette per contatto. I sintomi sono la perdita di timore nei confronti dell’uomo, l’aggressività e il disorientamento. L’epidemia si sta diffondendo nel Nord Est, proviene dalla Slovenia ed ha già interessato il Friuli ed il Veneto, in particolare la provincia di Belluno. Uno degli ultimi casi accertati è nella zona del Primiero. Il presidente della Provincia, lo scorso 11 dicembre, ha emanato un’ordinanza con la quale dispone la vaccinazione dei cani nei comprensori di Primiero Vanoi, Ladino di Fassa e Bassa Valsugana entro il 31 gennaio 2010, nel resto del territorio entro il 31 marzo. Al fine di arrestare l’espandersi dell’epidemia, sia sta attuando una campagna di vaccinazione delle volpi, attraverso la distribuzione di vaccini contenuti un apposite esche. Prossimamente, ha annunciato Poli, sarà organizzato un incontro con i custodi forestali dei Comuni e della Comunità di Fiemme per fornire adeguate informazioni al riguardo. Infine un dato sui cormorani, 21 dei quali avvistati il 3 dicembre 2009 nel bacino artificiale di Stramentizzo. Poi si sono spinti fino alla confluenza del rio Lagorai con l’Avisio. Sono molto dannosi per la fauna ittica, così come gli aironi, presenti lungo l’Avisio in 40/50 esemplari.MARIO FELICETTI

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