PREDAZZO - La comunità di Predazzo si appresta, domenica prossima, secondo turno di voto, a…
Il Trentino — 27 maggio 2010 PREDAZZO. Quale che sarà la scelta degli elettori nel ballottaggio di domenica a Predazzo il futuro di Predazzo sarà in ogni caso un futuro rosa. Il blog «Predazzo.bloglandia.it» ci scherza sopra, anche con qualche vignetta certamente simpatica. Che sia l’albergo “Rosa” di Renato Dellagiacoma, 45enne albergatore, o la quota “rosa” della commercialista Maria Bosin che domenica 30 si giocheranno al ballottaggio la carica di primo cittadino del più popoloso centro fiemmese. Dellagiacoma è molto “nuovo” (se si esclude una candidatura a consigliere comunale nel 1999). Dall’altra parte Maria Bosin, consigliera uscente e già assessora nella giunta di Silvano Longo, è la seconda donna candidata sindaca (dopo Virginia Croce) e, se lo diventerà, sarà la prima donna sindaco di Predazzo. A conclusione di una campagna elettorale in cui sono state di più le cose dette fra o dietro le righe di quelle esplicitate, e comunque caratterizzata da un certofair play ufficiale, li abbiamo incontrati per un faccia a faccia nell’ufficio della Bosin. «Un po’ per cavalleria, un po’ perché è meglio che incontrarci al mio bar», ha commentato Dellagiacoma. Ecco le loro risposte. Perché dovrebbero votare per voi? Maria Bosin: «Perché pensiamo di essere una squadra credibile che punta al rinnovamento dell’amministrazione. Speriamo che piacciano i nostri programmi. Ci impegneremo e confidiamo che i cittadini ci daranno fiducia» Renato Dellagiacoma: «Il nostro slogan è “innovazione nella tradizione”. Abbiamo un solo assessore uscente di cui non abbiamo mai rinnegato l’esperienza e la capacità, e a cui abbiamo affiancato delle persone nuove con l’apporto di una nuova metodologia di lavoro». Entrambi avete dichiarato la necessità di concludere determinati lavori della passata amministrazione. Chi per continuità amministrativa chi per altre ragioni. Chiedo a Dellagiacoma se c’è una cosa che va cambiata rispetto alla passata amministrazione e a Bosin se c’è qualcosa che va salvato. Dellagiacoma: «Premetto che non sono preparatissimo, non sono stato consigliere comunale. Dall’esterno la prima cosa che vorrei fare è un incontro col personale, che è la risorsa del Comune da sfruttare oppure da valorizzare, cosa che possiamo fare solo con la condivisione del personale e dei dirigenti». Quindi il cambiamento lo vede nei rapporti col personale. E Bosin? Bosin: «Io penso che all’interno della giunta uscente ci siano state persone che hanno lavorato. L’operosità va riconosciuta. E anche il sindaco è stato alla mano e disponibile. Ciò che è mancata è la programmazione. Anche quando ero in giunta vedevo scelte, magari anche giuste, ma estemporanee. Io penso che l’amministrazione comunale abbia bisogno di alcuni punti fermi, tra cui il rapporto col personale, ma anche con i cittadini. Un rapporto che è stato carente». Veniamo a qualcosa di concreto. Tre progetti impostati, ma ancora da definire o da realizzare: il parcheggio sotterraneo di via Dante con 220 posti, il parcheggio sotto il piazzale delle scuole elementari e la caserma dei Carabinieri all’ingresso del paese. Bosin: «Per la caserma dei carabinieri dico che quello non è il suo posto. D’accordo ad una sistemazione adeguata, ma il peggior sito che potevamo immaginare è quello. Il posteggio delle elementari non lo vedo per una questione di viabilità. Ok se venisse risolto il problema viario e se mi facessero capire come girano le automobili, ma non con questa viabilità. Il parcheggio di via Dante ci vuole per il comparto. Se poi c’è qualche posteggio in più ben venga, anche per offrire una pertinenzialità ad appartamenti nelle vicinanze. Le vetture vanno tolte dalla strada, ma va studiato l’accesso al posteggio». Dellagiacoma: «Condivido la posizione su via Dante. Tutti vogliamo vederla senza automobili, ma senza togliere il diritto ai residenti di avere un posto macchina vicino a casa. Io vivo in via Garibaldi è c’è lo stesso problema. D’accordo anche sullo spostamento della caserma. Una mia idea è un polo delle emergenze con i Vigili del Fuoco i Carabinieri, il soccorso alpino e le ambulanze utilizzando la zona dei magazzini comunali. Assolutamente no nella campagna che è una zona di pregio dove mi auguro semmai delle strutture alberghiere. Il parcheggio delle elementari è fuori dal centro storico, ma bisogna vedere il progetto». Bosin: «Posso dire la mia sulla caserma dei Carabinieri? Perché no nella caserma della Guardia di Finanza che è semivuota?». Del museo geologico che ne sarà? E’ una questione centrale, ormai trita e quasi logorante. C’è una proposta concreta immediata e per i prossimi 5 anni? Dellagiacoma: «Il museo è un’opportunità. Si vedrà se passarlo alla Provincia. Certamente dovrà essere messo in rete. Era stato progettato con un’esposizione statica, ora le cose sono cambiate e si parla di un’esposizione dinamica. Se l’avessimo già fatto ed aperto sarebbe magari già vecchio. Vedrei di buon occhio una sala con un’esposizione sul lavoro della roccia (scalpellini e cavatori) e una parte etnografica. Penso anche ad un percorso museale esterno legato a Sottosassa, alla Bedovina, eccetera». Bosin: «Mi è piaciuta la presentazione di Lanzinger: un museo impostato su “ieri oggi e domani”, con percorsi esterni per avere un’anticipazione di ciò che si può trovare all’interno e la valorizzazione del centro storico con un percorso museale che lo rivitalizzi, magari anche con qualche forzatura, tipo dinosauri, per attirare i bambini o quelle fasce che non si avvicinano facilmente a questi temi. Qualcosa di curioso che attiri l’attenzione. Con un’attenzione anche al futuro del nostro pianeta». Ci sono state molte critiche in questi anni per l’assenza di una politica culturale, ma anche di politiche sociali verso il mondo giovanile. In che modo pensate di recuperare il terreno perduto? Bosin: «Dovremmo rilanciare il teatro e quelle manifestazioni come “Il Campiello secondo noi” che piacevano a paesani e turisti». Dellagiacoma: «Sono d’accordo a riprendere e valorizzare determinate manifestazioni. Penso che innanzitutto sia necessario rimettere in piedi una commissione cultura di un certo livello, senza guardare le persone, ma le competenze e la passione. Per il settore folcloristico ci sono le associazioni, ma per il resto, per esempio il teatro, dobbiamo dare un impulso anche valorizzando alcuni angoli del paese con manifestazioni e spettacoli». C’è qualcosa che non vi è piaciuto di questa campagna elettorale? Dellagiacoma: «Io penso che sia stato un confronto corretto ed educato, a parte qualche stupidaggine». Bosin: «Penso che qualcuno abbia fatto qualcosa non certo per aiutarci, ma che alla fine ci ha di fatto aiutato». A cosa si riferisce?» Bosin: «A commenti o giudizi personali che si sono rivoltati contro a chi li ha fatti e ci sono tornati utili». Predazzo Democratica e le liste di Silvano Longo hanno annunciato la loro equidistanza lasciando libero il voto dei propri elettori. Come pensate di catturarlo? Bosin: «È importante che vadano a votare. Noi proponiamo i nostri programmi, riconosciamo competenze e professionalità alle persone di queste liste. Gli elettori valuteranno i programmi più vicini a loro». Dellagiacoma: «Vorrei fare leva sul senso civico dei predazzani per invitarli ad andare a votare. Meglio un sindaco modesto che un bravo Commissario». Comunque sia la prossima amministrazione rappresenterà solo un terzo circa degli elettori. Non pensate sia poco? Bosin: «Se si confronta con i Comuni sotto i 3 mila abitanti è forse più alta». Dellagiacoma: «Io spero che il legislatore ci ripensi e estenda il maggioritario fino a 10 mila abitanti». In conclusione chiediamo ad entrambi se vogliono farsi reciprocamente
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na domanda. Cattiva, precisiamo. Ma la lunga campagna elettorale li ha decisamente addolciti. «Hai dormito stanotte?», scherza Maria Bosin. E Renato Dellagiacoma: «Senti, quella volta che ti sei bloccata mentre attraversavo la strada, non è che hai avuto voglia di proseguire?». Un saluto scherzoso, una stretta di mano e via verso gli ultimi impegni di una campagna un po’ estenuante. Meno male che è finita, commenta uno/a dei due.Francesco Morandini – Il Trentino
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