La trasmissione di Rai Uno "A Sua Immagine" fa tappa in Valle di Fiemme, precisamente…
La mostra “Le scritte dei pastori” arriva nel paese di Silvio Gilmozzi, uno dei pastori che nel secolo scorso lasciarono testimonianze del loro lavoro e della loro vita sulle rocce del Monte Cornón. Sabato 18 maggio alle 18.30 l’esposizione che racconta tre secoli di graffitismo rupestre fiemmese sarà, infatti, inaugurata nel teatro parrocchiale di Panchià, dove resterà aperta fino al 23 giugno.
L’esposizione, a cura del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, era stata inizialmente allestita nella sede di San Michele all’Adige. Visto il grande interesse storico e culturale, la Comunità Territoriale di Fiemme ha voluto portarla in valle, per permettere alla popolazione e alle scolaresche di conoscere un aspetto del passato locale poco noto. Dopo essere stata ospitata nelle sale della Magnifica Comunità di Fiemme, ora la mostra è a Panchià, dopodiché verrà trasferita a Tesero e infine, in autunno, a Predazzo.
La mostra, curata da Marta Bazzanella, è l’occasione per scoprire aneddoti, curiosità e dettagli sulla dura vita del pastore, costretto a trascorrere lunghi periodi in solitudine ad alta quota, in zone impervie. E sarà interessante per i compaesani di Gilmozzi- molti dei quali ancora ricordano quest’uomo gentile e gioviale che per tutta la vita ha fatto il pastore- scoprire le scritte e i disegni che dipinse sulle rocce utilizzando il ból, un’ocra rossa diffusa in varie zone del Cornón e del Latemar. Gilmozzi ha lasciato, oltre ai tradizionali “appunti di lavoro” (numero di bestiame, data, segno di casa), molti autoritratti. Sul palco del teatro è stata allestita la ricostruzione del riparo del Trato, a monte dell’abitato di Ziano, a quota 1.550 metri, lungo una delle principali vie di accesso ai pascoli del Cornón.
Su queste rocce sono state trovate 68 scritte lasciate dai pastori: la più vecchia risale al 1717, mentre la più recente è datata 1901. É stata l’artista di Carano Marcella Dagostin a realizzare la suggestiva ricostruzione del riparo: “Ho utilizzato, proprio come facevano i pastori, il ból, ed è stato davvero interessante dal punto di vista artistico scoprire le potenzialità di questo materiale locale così poco utilizzato ai giorni nostri”, racconta la pittrice.
L’orario di apertura della mostra a Panchià sarà 17-19 dal martedì al venerdì, 20-22 dal martedì alla domenica, 10-12 la domenica (si possono prenotare visite guidate contattando il numero 347/0333174).
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