Le azioni a sostegno della ferrovia delle valli dell'Avisio nel corso del prossimo autunno subiranno…
Conferenza stampa, Trento, 12 agosto.
Per soddisfare la domanda di mobilità del 2,8% delle persone e delle merci ( questa è la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 km) si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore , mentre nell’insieme degli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo ( dove si muove il 97,2% della popolazione) lo Stato destina solo il 25% delle risorse proponendo in questa fascia di spesa per la maggior parte opere stradali piuttosto che investire sul trasporto collettivo e su quello non motorizzato.( Fonte Rete Mobilità Nuova)
Si tratta di un esempio nel quale si sarebbe collocata l’impostazione di Metroland con l’idea dei lunghi tunnel, altre velocità, poche fermate. Se si fosse concretizzato in un progetto esso avrebbe risposto alle esigenze di una parte minima dei cittadini, non risolvendo le esigenze di mobilità della maggior parte dei cittadini e scaricando sulla comunità gli ingenti costi di costruzione e di gestione di tale sistema.
La nuova ferrovia che proposta da Transdolomites come servizio di mobilità per la città di Trento, Lavis e valli dell’Avisio mira invece ad offrire una forma di mobilità non motorizzata alla maggior parte dei cittadini concentrando la spesa laddove si concentra la richiesta di mobilità sostenendo le scelte strategiche delle persone che quotidianamente si muovono usando i treni locali, i bus, la bici offrendo l’opportunità di scegliere un’alternativa più efficiente , più sicura più economica.
Per non parlare delle opportunità che aprirebbero per l’economia del turismo che richiede sempre più offerta di servizi per la mobilità pubblica.
Ragionare di ferrovia delle valli dell’Avisio ha lo scopo di colmare una condizione infrastrutturale innegabilmente arretrata rispetto al resto dell’Unione Europea.
Si pensi alla rete delle metropolitane in Italia dove con soli 176 KM questo Stato si colloca all’ultimo posto in assoluto ed accumulando sempre più ritardo rispetto alle altre nazioni.
Fatta 100 la media europea, l’Italia si ferma a 38,8.
Lo stesso vale per le ferrovie suburbane che contano in totale 595,7 KM di estensione, ben lontani dai 2.033 della Germania e dai 1770 della Gran Bretagna. E’ ben evidente che per milioni di utenti italiani è grave il disagio e lo svantaggio rispetto ai rimanenti cittadini europei.
Anche in questa riflessione si inserisce la proposta di Transdolomites, a favore di una infrastruttura che sia prima di tutto servizio per il territorio.
Perchè presentarci il 12 agosto?
Perché la presenza del turista nel’ambito di questa proposta è un prezioso alleato in quanto il turista , come il residente , vive i disagi e le negatività dovuti all’assenza di valide alternative alla domanda di mobilità.
Vive una qualità della mobilità che in più occasioni è peggiore di quella che trova nei luoghi ove risiede , e paga per un periodo di ferie che a parte la vista delle montagne gli offre una qualità della vita e dei servizi peggiore di dove abita.
Ed è per mezzo dei fotomontaggi che riproducono alcuni passaggi strategici della nuova ferrovia lungo il suo percorso e le citazioni di personaggi storici che intendiamo alzare il livello di attenzione della politica nei riguardi di questa proposta e stimolare in tutti la riflessione attorno al momento storico che stiamo vivendo. Siamo tornati a poco più di 100 anni fa con gli stessi obiettivi e con maggiori esigenze.
E in questo il richiamo non va solo alla classe politica ma anche alle associazioni di categoria che non possono più chiamarsi fuori dal confronto e dalla nuova programmazione del settore dei trasporti del Trentino.
Come realizzare una simile infrastruttura?
La soluzione più pratica e sensata è la realizzazione a lotti partendo da Penia per collegarsi a Pozza di Fassa, Moena, Predazzo, Cavalese come risposta alle priorità dei bisogni di mobilità in val di Fassa e Fiemme.
Una risposta ancora più immediata in questa impostazione sarebbe la realizzazione dei primi Km di linea partendo da Penia per arrivare a Campitello come terapia d’urto al collasso del traffico che in inverno blocca l’alta valle di Fassa. Due anni di lavoro possono concretizzare questo primo obiettivo. Da lì in avanti a cascata i successivi collegamenti in direzione di Cavalese.
Massimo Girardi Associazione Transdolomites
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