Predazzo - Iniziamo dalla vigilia a raccontarvi la festa di San Martino che vede ogni…
In totale sono stati finanziati circa 670.000 euro, coperti all’80% dalle Soprintendenze ai beni architettonici e ai beni storico-artistici di Trento.
Il primo intervento (realizzato tra il 2009 e il 2011) ha riguardato la messa in sicurezza del ciclo di affreschi, il consolidamento statico dell’edificio, il restauro architettonico e l’aerazione delle pavimentazioni. Nel 2012 è iniziato il secondo intervento ha portato all’installazione dell’impianto elettrico con nuova illuminazione, al restauro dei serramenti, ad interventi sulle volte e pareti interne della navata e alla sistemazione dell’intonaco esterno con la nuova tinteggiatura, che ha ridato alla chiesa il colore bianco che presumibilmente possedeva in origine. Il terzo intervento, anch’esso in fase di ultimazione, si è invece incentrato sul restauro degli affreschi dell’abside e dei monumenti funebri, dell’altare maggiore e di un gonfalone.
Ha così ritrovato i suoi colori originali il ciclo di affreschi cinquecenteschi che comprende scene della Passione di Cristo alle pareti dell’abside, i simboli dei quattro evangelisti sulla volta e i profeti nel sott’arco. Il ciclo in origine si estendeva anche al fronte dell’arco santo con la rappresentazione dell’Annunciazione: questo affresco è stato in epoche successive coperto con altri dipinti, sempre sullo stesso tema.
Per dare testimonianza di come appariva in origine, sono stati aperti dei tasselli che mostrano l’affresco sottostante. Sono stati inoltre recuperati l’Ultima Cena sulla parete nord (di cui era visibile soltanto una parte) e diversi dettagli pittorici che erano coperti da pesanti ridipinture.
All’impresa sono stati affidate opere di carattere strutturale ed interventi atti a risolvere il problema dell’umidità di risalita. In particolar modo sono state consolidate le volte, prima mettendole in sicurezza mediante centine lignee e puntellamento all’intradosso, e successivamente rinforzate attraverso realizzazione di cappa armata in calcestruzzo a base calce, posa di nastri in fibra di carbonio sull’estradosso e affiancamento di nuovi tiranti in acciaio inox, a bulbo cieco, al fine di fermare la spinta orizzontale sulle murature laterali in quanto le catene metalliche esistenti risultavano completamente scariche, in seguito al cedimento del capochiave esterno. Per quanto riguarda invece il problema dell’umidità di risalita, si è proceduti mediante catalogazione e rimozione del pavimento esistente, scavo di sbancamento, realizzazione di solaio aerato e successivo riposizionamento del pavimento originario. Di particolare interresse in questa fase di lavori sono stati i rinvenimenti archeologici riscoperti, che hanno permesso la rilettura delle geometrie originarie e delle successive modifiche dell’intero manufatto avvenute nel corso degli anni.
LA CHIESA DI SAN NICOLÒ (Cimitero)
Al centro del cimitero di Predazzo sorge la chiesetta di san Nicolò la cui parte più antica risale a prima del 1500. Fu oggetto successivamente di alcuni ampliamenti, l’ultimo dei quali porta la data del 1795. Esternamente conserva ancora il primitivo stile romanico- gotico. È chiesa del cimitero da meno di duecento anni. Il portale d’ingresso reca inciso l’anno 1601 e fu portato avanti sull’attuale facciata dopo la definitiva ristrutturazione. L’interno risulta diviso nettamente in due parti; la navata bianca e l’abside policroma.
L’arco trionfale è affrescato con un’Annunciazione settecentesca e due sante; santa Lucia e santa Caterina. All’interno dell’arco sono raffigurati i dodici profeti che hanno annunciato la venuta di Cristo (pittore d’area tedesca, attivo tra il Quattrocento e il Cinquecento). Nella volta compaiono i simboli degli Evangelisti e il sudario con il volto di Cristo. Sulle pareti dell’abside è illustrata la Passione in otto scene, una delle quali è scomparsa, probabilmente quella dell’ultima Cena. La superiore raffigurante Gesù nell’orto degli ulivi, fu rifatta, forse nell’Ottocento.
Le altre scene risalgono al Cinquecento. Complessivamente gli affreschi appaiono di notevole valore storico e artistico; le figure rivelano semplicità del racconto, colori vivaci ed espressioni intense. Importanti sono gli altari lignei con intarsi e statue di buona fattura. L’altare maggiore ha una bellissima pala di scuola fiemmese con la Madonna, il Bambino, san Nicolò e santa Barbara. I due altari laterali di sant’Antonio e della Madonna del Rosario provengono probabilmente dall’antica chiesa curaziale, abbattuta nel 1876. All’esterno verso sud fu edificato nel 1752, a ridosso della chiesa, un tabernacolo dedicato a san Giovanni Nepomuceno, invocato contro le alluvioni.
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