“I figli sono la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se non…
La voce in paese si sta spargendo molto velocemente, del resto le persone più anziane della borgata sanno bene che, nel passato, nella conca di Predazzo, l’oro era già stato trovato. Una piccola quantità, certo, ma che testimonia la ricchezza dell’incredibile varietà geologica presente nelle montagne che circondano il paese di Predazzo.
A quei tempi, verso la fine del 1800 si stava costruendo la nuova chiesa, e, dopo il ritrovamento dell’oro, i nostri avi collocarono questo prezioso metallo nel punto più alto del campanile appena costruito, e precisamente sulla punta del parafulmine per proteggere dalle saette la grande Chiesa Arcipretale, che fu dedicata ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo. Sapevano bene infatti che, l’oro, essendo un ottimo conduttore di elettricità, ha anche la caratteristica di attirare i fulmini.
La geologia a Predazzo è un elemento di prim’ordine che distingue quest’area dolomitica, unica per le sue caratteristiche che hanno richiamato in passato i più grandi scienziati del mondo per studiare e anche riscrivere alcuni tratti della storia geologica del nostro pianeta. Una ricca documentazione storica di queste vicende è conservata nel Museo Geologico delle Dolomiti che si affaccia sulla piazza principale di Predazzo, dove sono raccolti anche molti minerali e fossili di animali preistorici, che sono tutt’ora oggetto di studio da parte di molti studiosi.
E’ di pochi giorni fa la notizia che a causa di una frana di modeste dimensioni, dovuta al disgelo stagionale, sia venuta allo scoperto una vena aurifera. Un uomo del posto, (S.M.) mentre si recava a prendere della legna, si è accorto di alcune rocce staccatesi di recente dalla parete ed ha subito notato nelle pietre uno strano luccichio di colore giallo scuro. Raccolte alcune pietre si è recato nella sede del Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, dove gli esperti hanno subito notato qualcosa di interessante. Sono stati interpellati anche gli esperti geologi del MUSE di Trento, essendo il museo di Predazzo una sede distaccata di questa importante struttura, i quali sono saliti ed insieme si sono recati sul luogo della frana. Dubbi ce ne sono stati ben pochi, infatti l’intera equipe di esperti ha appurato che si tratta proprio del prezioso metallo giallo: L’oro!
Rovistando nel materiale franoso sono state trovate diverse pepite, alcune molto piccole ma anche delle altre di una certa importanza e valore, e così pure spaccando delle rocce sono state raccolte molte pagliuzze d’oro.
Secondo indiscrezioni, pare che la vena aurifera prosegua allargandosi dentro la parete rocciosa.
Naturalmente viene mantenuto il massimo riserbo sul luogo del ritrovamento, in primis per gli approfondimenti scientifici della scoperta che verrà eseguita anche con l’ausilio di una sofisticata apparecchiatura che permetterà di quantificare l’entità approssimativa del giacimento.
Non si esclude nei prossimi giorni un comunicato ufficiale da parte della direzione del Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo. Sembra sia già stata commissionata una teca in cristallo per contenere le prime pietre dorate ed alcune pepite rinvenute sul luogo della frana, che dovrebbero essere visibili dentro il museo a partire dalla mattinata di martedì 1 aprile. Per ulteriori informazioni contattare il Museo Geologico delle Dolomiti Piazza SS. Filippo e Giacomo, 1, Predazzo Trento telefono 0462 500366
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paolo
27 marzo 2014 at 21:36
sarà un caso che l’oro sarà visibile martedì 1 aprile? occhio all’amo.
ciao ciao
bruni fulvio
29 marzo 2014 at 18:11
Dal 1° Aprile? Sta qua la sona da pesce….
ilpesced'aprilesonoio
29 marzo 2014 at 20:19
Ghe pu or sul capitel del Feudo…