Fiorenzo Gabrielli, boscaiolo di Predazzo di 57 anni, operaio del Demanio provinciale, ha perso la vita…
L’alpinista trentino Walter Nones, 39 anni, è morto questa mattina mentre tentava di scalare il Cho Oyu, nell’Himalaya, sesta cima più alta del mondo. A darne notizia, la moglie Manuela sul sito dello scalatore. Walter Nones, nato a Cavalese, in Val di Fiemme, era uno dei più noti ed esperti alpinisti italiani. Al momento non si hanno dettagli in relazione alle cause del decesso.
Walter ha avuto un incidente questa mattina. Non potremo più riabbracciarlo, possiamo solo ricordarlo per il grande uomo speciale che era». Così, sul blog dell’alpinista, la moglie di Walter Nones ha dato la notizia della morte del marito, il 39enne rocciatore trentino, mentre era impegnato nella scalata di uno degli 8mila dell’Himalaya, il massiccio del Cho Oyu. «Non ci sono ancora informazioni precise sull’accaduto quindi chiedo rispetto da parte dei mezzi d’informazione nel diffondere la notizia. Quando avrò maggiori informazioni le pubblicherò sul blog», scive ancora Manuela Nones.
Due anni dopo la tragedia consumata sul Nanga Parbat e costata la vita all’altoatesino Karl Unterkircher, allora suo compagno di cordata, è stato il trentino-altoatesino Walter Nones a perdere la vita sul Cho Oyu dove voleva salire una nuova via. Entrambi amanti delle ascensioni in alta quota, entrambi hanno pagato con la loro vita questa grande e irrefrenabile passione.
Come lo è stato per il trentino Michele Fait, lo sciatore estremo morto nel giugno 2009 sul K2, a 44 anni, precipitando in un canalone sotto gli occhi del compagno di avventura, lo svedese Fredrik Ericsson. A sua volta perito nell’agosto di quest’anno dopo un volo di mille metri in parete, sempre sul K2. La partenza per l’Himalaya era avvenuta lo scorso 6 settembre da Monaco di Baviera e il rientro fissato per il 20 ottobre. «Non è un’ossessione – aveva spiegato alla vigilia -. L’alpinismo è passione, divertimento. Se ci saranno le condizioni per portare a termine il progetto alpinistico, bene. Altrimenti si torna indietro senza patemi d’animo».
Aveva in mente una nuova linea sulla parete sud ovest del Cho Oyu, tra la via slovacca del 2006 e quella giapponese del 1994, lungo un tratto di roccia tra i 7.000 e i 7.500 metri di altitudine. «Dopo la tragedia del Nanga Parbat, solo ora – aveva detto Nones – ho la mente sufficientemente sgombra per affrontare una nuova spedizione. È chiaro che certe esperienze ti rimangono impresse come un marchio, che la vita è fatta di momenti di gioia e di dolore, ma voglio guardare avanti». Unterkircher cadde in un crepaccio. Stavolta a stroncare il sogno sembra sia stata una valanga. La notizia è stata data dalla moglie Manuela sul blog del marito. Poche righe per chiederne il rispetto della memoria.
«Non potremo più riabbracciarlo – scrive la moglie – possiamo solo ricordarlo per il grande uomo che era. Non ci sono ancora informazioni precise sull’accaduto quindi chiedo rispetto da parte dei mezzi d’informazione nel diffondere la notizia». Nel luglio 2008 Nones e il compagno Simon Kehrer riuscirono a cavarsela con una discesa dalla parete che assunse i contorni di un’odissea. La vicenda tenne con il fiato sospeso non solo gli appassionati di alpinismo italiani. Il corpo di Unterkircher non venne recuperato. I due compagni vennero salvati con gli elicotteri dopo un’odissea in alta quota. «Hanno mostrato di essere eccellenti alpinisti» disse allora Reinhold Messner. Stavolta la salma di Nones verrà restituita alla moglie e ai due piccoli figli di due e cinque anni.
Sembra sia stata recuperata dai due compagni di scalata: il collega di Arma Giovanni Macaluso, 46 anni, di Bressanone, con cui Nones aveva già condiviso due esperienze extraeuropee sul McKinley, in Alaska (1999) e sull’Aconcagua, in Argentina (2003) e Manuel Nocker, 30 anni, aspirante guida alpina di Selva, alla prima esperienza extraeuropea. Il nome di Walter Nones oltre ad essere legato alla tragica spedizione 2008 con Karl Unterkircher aveva trovato spazio nelle cronache alpinistiche anche nel 2004, quando raggiunse la vetta del K2 proprio con Unterkircher.
CHI ERA NONES Walter Nones, 38 anni, era originario di Cavalese, in Trentino, ma risiedeva in valgardena, in Alto Adige. Era appuntato dei carabinieri. Il suo curriculum alpinistico comprendeva, oltre alla salita al K2 senza ossigeno con una spedizione del 2004, numerose salite nelle Dolomiti, due cime himalayane (Island Peak, 6.189m e Lobuche Peak, 6.119m, dove aprì una nuova via), McKinley (6.194m) e Aconcagua (6.962m). Nel luglio 2008 fu protagonista di un’odissea sul Nanga Parbat conclusa dieci giorni dopo l’inizio dell’ascesa durante la quale morì Karl Unterkircher. Nones e il compagno Simon Kehrer vennero recuperati da un elicottero su un pianoro a quota 5.700, raggiunto dai due alpinisti al termine di una discesa dalla montagna avvenuta in condizioni difficilissime.
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