Il disastro di Kolontar in Ungheria, una nuova Stava. Foto

Da il 6 ottobre 2010

Il recente disastro di Kolontar in Ungheria – 4 morti fra cui due bambini, 120 feriti di cui molti gravi e 7 dispersi a seguito della fuoriuscita di fanghi inquinanti da un bacino di decantazione dei residuati della lavorazione dell’alluminio – ripropone il problema della sicurezza dei bacini di decantazione e più in generale quello della gestione dei rifiuti dell’attività estrattiva.

Mentre esprime cordoglio per le vittime e solidarietà alle popolazioni colpite da questo ennesimo disastro che ha causato anche gravissimi danni ambientali, la  Fondazione Stava 1985 Onlus nota con amarezza che il ripetersi di incidenti in bacini di decantazione testimonia dell’incuria con la quale simili opere vengono costruite, gestite e controllate.

La terribile lezione di Stava – 268 morti il 19 luglio 1985 a causa del crollo dei bacini di decantazione di una miniera di fluorite – non è purtroppo servita ad evitare il ripetersi di incidenti analoghi che – come sottolinea la Fondazione Stava 1985 Onlus – avvengono, un po’ ovunque nel mondo, al ritmo impressionante di due incidenti in media all’anno.

5 ottobre 2010

Fondazione Stava 1985 onlus

Foto 1 – Il bacino di decantazione di Kolontar prima del crollo

Kolontar in Ungheria 1 Il disastro di Kolontar in Ungheria, una nuova Stava. Foto

Foto 2 – La breccia nell’argine del bacino di decantazione

Kolontar in Ungheria 2 Il disastro di Kolontar in Ungheria, una nuova Stava. Foto

Foto 3 – Il fango rosso che ha invaso i villaggi nei dintorni

disastro ambientale ungheria Il disastro di Kolontar in Ungheria, una nuova Stava. Foto

Kolontar in Ungheria 3 Il disastro di Kolontar in Ungheria, una nuova Stava. Foto

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