Domenica 16 luglio 2017 a Ziano di Fiemme Il Decanato di Fiemme propone un percorso…
VENTISETTE AL GIORNO, 192 alla settimana, 833 al mese, 10 mila in un anno. Sono i morti sul lavoro in Italia. Una cifra enorme, che smentisce il dato ufficiale dell’Inail, l’Istituto nazionale assicurazione sul lavoro, che si ferma a 1200 decessi. A dare queste nuove cifre è la Cisl che ha preparato una video-inchiesta. Il sindacato fa un conto molto chiaro: ai decessi stimati dall’Inail (che sono soltanto quelli avvenuti nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi, ecc..) bisogna aggiungere i morti di cancro, o, per essere più chiari, i morti a causa dei tumori contratti sui luoghi di lavoro. Le cifre fanno paura. Secondo l’Istat, e i dati sono fermi al 2006, ci sono stati in quell’anno 172.098 morti per cancro. Di questi, e adesso la percentuale viene fatta
dall’Inail, il 5 per cento hanno preso il cancro perchè esposti all’amianto, al benzene, alle polveri di legno, agli scarichi diesel, al piombo, alla silice libera cristallina, ecc… E qui entra in scena il ruolo del medico di base. Molto spesso il cancro si presenta negli individui di età già avanzata, [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=GQF32bl5354] a volte queste persone sono già in pensione, e il medico non chiede al malato che lavoro ha svolto, non si informa, non sa se nel corso della vita lavorativa questa persona ha trattato il cromo esavalente o gli idrocarburi aromatici, non sa se ha fatto il muratore o l’imbianchino. Dunque si parla di cancro e basta, si archivia il caso, si fanno tabelle e dibattiti parlando della terribile malattia senza guardarsi indietro, senza contare quei trenta o 35 anni passati magari in una cava d’argilla o alla sabbiatura con abrasivi . L’Inail, se per certi versi è sensibile a questo problema, dice che le malattie professionali provocano invece, fra i 250 e i 300 decessi all’anno e che queste hanno registrato un aumento negli ultimi periodi. É sempre l’Inail a dire di ricevere, ogni anno, fra le 27 e le 28 mila denunce volte a ottenere il riconoscimento di un indennizzo, ma solo il 33 per cento di queste domande viene accolto (circa 9 mila). E anche questo dato è destinato ad aumentare, se si pensa al forte aumento di decessi provocati dalla silicosi. E proprio questa è la nuova frontiera. “In Italia – dicono al sindacato – ci sono voluti 30 anni per dimostrare che l’amianto era mortale e che ha ammazzato decine di migliaia di lavoratori. Adesso bisogna dimostrare tutta la pericolosità della silice cristallina, il minerale inorganico che viene estratto dalle rocce , attraverso l’esplosione di mine, la frantumazione, la triturazione, la perforazione e la molatura delle rocce. I lavoratori esposti a questo rischio, in Italia, sono oltre 280 mila. La silice cristallina provoca il cancro e la silicosi. L’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato la silice come cancerogeno certo per l’uomo già nel 1997, ma fino ad ora questa classificazione non è stata presa in considerazione dall’Unione Europea e dai singoli Stati. La silicosi, poi, è una malattia che può portare a una morte lenta e terribile perchè prima arriva l’affanno, poi i dolori toracici e quindi l’insufficienza respiratoria cronica. Però i sintomi clinici compaiono solitamente dopo anni e sono terribilmente accentuati se il lavoratore è, o è stato, anche un fumatore.
“Ogni anno – afferma una ricerca sulla medicina del lavoro – migliaia di casi di silicosi vengono maldiagnosticati perchè il medico non è a conoscenza del lavoro svolto dal paziente e non conosce i sintomi di questa malattia professionale. Di conseguenza, molti casi di silicosi non vengono resi noti. Per questo, molti lavoratori edili non ottengono le cure e i consigli medici adeguati”. Dunque, il triste primato italiano delle morti sul lavoro è destinato ad essere aggiornato. Finora eravamo a 1200 casi all’anno, circa quattro al giorno, un record europeo perchè, se 15 anni fa era la Germania ad avere più incidenti mortali in fabbrica, poi una serie di controlli più severi ha portato i morti tedeschi a 804 all’anno, un numero ben inferiore al nostro.
A insistere sull’argomento, quasi ad ogni intervento, è tuttora il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che non si risparmia, certamente, su questo tema. Ecco, da domani, se si accetta il metodo di calcolo della Cisl e dei medici dell’Inail, ai morti caduti nei cantieri e nelle fabbriche dovranno aggiungersi i morti per malattie professionali.
Un articolo shock del Fatto quotidiano,era già considerato un dato terribile le 1200 morti bianche nel nostro paese,ora da uno studio molto più approfondito,e studiando le molteplicità delle malattie legate al lavoro,emerge questo numero di vittime sconcertante.
Le malattie professionali passano più facilmente in silenzio,colpiscono dopo anni ma sono inesorabili,merito del rapporto Cisl l’aver denunciato questa situazione insostenibile.
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