Il 25 ottobre all'ITE la Rosa Bianca di Predazzo con le classi 4A, 4B e…
MOTIVAZIONI MOSTRA ANALISI DEL CONTESTO STORICO
Le classi II A-B-D della Scuola Media dell’Istituto Comprensivo di Predazzo hanno lavorato per due anni scolastici al progetto dal titolo “Alla scoperta del nostro paese”.
L’iniziativa, di carattere interdisciplinare, ha avuto come scopo quello di avvicinare i ragazzi ad osservare e analizzare le trasformazioni avvenute all’interno del nostro paese e di quello di Ziano a partire dalla metà dell’Ottocento ad oggi.
L’attenzione si è focalizzata sull’evoluzione dei due abitati, sulle modifiche che hanno subito, sia da un punto di vista urbanistico che produttivo. I ragazzi hanno fatto delle ricerche, hanno intervistato molte persone anziane dei due paesi per scoprire quali erano i vecchi mestieri e come la nostra gente viveva.
Per la prima volta hanno sentito parlare di fucine, mulini, segherie veneziane e del duro lavoro nei boschi e nei campi. Di mestieri quali quello del boscaiolo, del contadino, del segantino, del carrettiere, del carraio, del mugnaio e del fabbro.
Hanno potuto anche venire a conoscenza che Predazzo, fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 era una rinomata borgata che attirava studiosi, geologi di fama internazionale e personalità ricche e importanti di quel periodo che durante il loro soggiorno si affidavano alle guide alpine per escursioni sulle nostre montagne.
Il turismo montano era iniziato da poco, erano quelli gli anni della “BELLE EPOQUE” in cui i paesi di montagna, e quindi anche Predazzo, avevano iniziato a dotarsi di strutture alberghiere più moderne. E’ del 1908, infatti, la costruzione dell’ Hotel Predazzo che per la sua modernità e capacità ricettiva divenne sede del comando austriaco e base logistica di tutte le operazioni austriache durante la prima guerra mondiale. Esso rappresentava il nuovo, rispetto allo storico albergo Nave d’Oro nella piazza del paese e molto famoso perché aveva ospitato nella seconda metà dell’Ottocento illustri geologi internazionali e, nel 1903, il “Primo Congresso Geologico Internazionale”.
E’ da questi primi passi che i nostri paesi iniziano ad avere i loro sviluppi turistici e quindi a modificare anche la loro fisionomia.
Questa evoluzione la troviamo anche documentata in un interessante album fotografico inedito, ritrovato negli archivi del Touring Club Italiano nel 2009, intitolato “La Valle di Fiemme nel Trentino”(1912). Attraverso le immagini è raccontata la vita delle foreste della nostra valle, si tratta di un vero elogio ai boschi della Magnifica Comunità.
Nella lunga introduzione sulla Valle di Fiemme viene esaltata la grandezza e “costumatezza” della comunità.
Si parla dell’origine latina delle genti, delle comode strade di accesso alle foreste, dello sfruttamento del bosco “che se giustamente curato, non solo difende se stesso, ma provvede a difendere e conservare anche i territori circostanti,…non si hanno mai a lamentare franamenti, né straripamenti di torrenti, né disgrazie prodotte dal vento.”
Ciò che interessa a noi è lo slogan conclusivo in cui si sottolineano i punti di forza della valle che “offre d’estate con l’ombra delle sue conifere, con la sua pura aria ossigenata, gradito soggiorno a numerosi visitatori, che cercano ristoro alle fatiche cittadine….”
I ragazzi hanno avuto parte attiva uscendo sul territorio dotati di macchina fotografica. Hanno così immortalato e poi confrontato, dalla stessa angolazione della fotografia del passato, fornitaci dal Gruppo Fotoamatori di Predazzo e dall’Apt di Ziano, ciò che oggi è visibile nello stesso luogo.
Il confronto fotografico ha permesso di riconoscere come il centro urbano era sviluppato lungo una viabilità che oggi risulta secondaria.
Le attività produttive legate alla lavorazione del legname e del ferro erano poste lungo le rogge per sfruttare l’energia idraulica. Questa dislocazione è risultata chiara dall’osservazione e confronto delle mappe catastali storiche.
In questo girovagare alla scoperta dei due abitati storici grande curiosità hanno destato le pitture sulle case, le bifore, le antiche date presenti sopra i portoni dei tabià o sulle pareti di alcune case del centro storico.
Interessante è stato poi operare sulle antiche mappe catastali in modo da mettere in evidenza quanto emerso dalle ricerche fatte e poi riscontrato passeggiando per le vie dei due centri storici.
Noi insegnanti consideriamo il progetto “Alla scoperta del nostro paese” come un’opportunità data agli alunni per realizzare esperienze fuori dalle mura scolastiche progettando, interagendo e sperimentando direttamente sul campo.
Le varie attività verso cui abbiamo orientato i nostri ragazzi sono diventate un modo per non perdere la propria identità, per favorire la ricerca del radicamento, della memoria, del recupero e della salvaguardia di tutto ciò che si rischierebbe altrimenti di perdere irrevocabilmente.
Noi crediamo di poter condividere le parole di Nicola Sordo che nel suo libro “Un mondo dove tutto torna” parla dell’importanza di ascoltare gli anziani del paese e far tesoro dei loro saperi perché “… quello che loro ci possono raccontare oggi poi non lo troveremo più, neanche nei musei, perché non è scritto, esiste solo nelle loro voci. Si è rotto il racconto del mondo, e noi dobbiamo riallacciare il filo. L’uomo racconti all’uomo chi è l’uomo”.
Gli insegnanti organizzatori:
prof. Antonella Giorio, Francesca Guadagnini, Marzio Macuglia e Giuliano Zorzi
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