Presidente, Assessori, Consiglieri della Provincia Autonoma di Trento, ci permettiamo di inoltrarvi in allegato la…
Quando, da tre mesi, l’elicottero è l’unica speranza per avere “fuori orario” tutti gli specialisti necessari…
Pubblichiamo un comunicato stampa del comitato “Parto per Fiemme” (leggi articolo: Cavalese, parto fuori orario con elicottero in grave avaria)
Forse è meglio farsi qualche domandina e, soprattutto, cominciare a pretendere qualche risposta, magari non aspettando che siano le “solite” associazioni a porre le domande, magari accettando che un “mi piace” non basta più.
Serve invece che i professionisti di Fiemme e Fassa, siano essi giornalisti, avvocati, imprenditori, semplici valligiani comincino a premere con più forza, prendendo il tempo per interrogare, capire, pubblicare e FAR CAPIRE CHE ABBIAMO CAPITO!
Sapevate che la notizia di questa criticità, come molte altre, non sarebbe mai stata pubblicata nè ieri ( vedi http://www.ladige.it/
Ecco qualche spunto per delle domande da fare, verificando prima le indiscrezioni…
SPIEGATECI, PER FAVORE:
- come si possono ignorare queste criticità che avrebbero portato a chiedere a gran voce le dimissioni dell’assessore se il guasto dell’elicottero l’avesse fatto precipitare? A proposito, c’era la termoculla nell’elicottero di riserva in caso di trasporto a Trento?
- come si può giustificare l’assenza di assunzioni dal 25 novembre 2015 a oggi, com’è stata gestita la questione nelle altre province? È vero che nessun altro ospedale “periferico” alpino è stato chiuso di notte, nei week end e nei festivi?
- se è vero, come si giustifica il fatto che il Presidente Rossi abbia bloccato nel maggio 2015 l’assunzione del primario anestesista approvato dalla Borgonovo Re e dall’azienda sanitaria?
- come si può accettare politicamente il successo popolare dell’ex assessore Borgonovo Re per aver fatto finta di provare a riformare la sanità trentina a fronte del rifiuto evidente dell’ attuale assessore di riformarla realmente riprendendo le redini dell’Azienda Sanitaria?
- come si può argomentare il fatto che l’unico contatto di un anestesista papabile (e non ancora assunto) provenga da un’associazione valligiana ignorante in materia e non dai bandi di concorso gestiti dall’Azienda Sanitaria che, se le nostre indiscrezioni sono esatte, boicotta le assunzioni per centralizzare tutto su Trento onde evitare di assumersi quelle responsabilità normali per chi ha in mano (ma non a cuore) la salute dei valligiani?
- ….
Non abbiamo dubbi sul fatto che la politica locale, provinciale e addirittura romana si stia occupando della questione e che alcuni lo stiano facendo con merito e impegno costante rischiando addirittura di pestare i piedi dei compagni di partito o degli alleati di coalizione, ma i risultati sono questi e, apparentemente, non c’è verso di accelerare il processo se non rischiando nuovamente la vita di qualcuno…
NON c’è verso!
O TU CHE STAI LEGGENDO E CHE SENTI CHE “ORA BASTA” NON SONO 8 LETTERE VUOTE, MA L’INIZIO DI UNA REAZIONE STRUTTURATA PER CERCARE LE RISPOSTE E, CON PRECISIONE INCONFUTABILE, PORTARE LA VERITÀ ALLA RIBALTA ALTRIMENTI… riappoggiamoci al bancone del bar, al “mi piace” di circostanza, alla condivisione massiccia perchè “tanto sarà qualcun altro a occuparsene” e torniamo a lamentarci della politica, della malasanità e della poca neve…
Siamo costretti ad occuparci del bene pubblico perchè, checchè ne dica il “politico da chat”, è proprio vero che ognuno dei nostri rappresentanti deve credere a chi sta sopra di lui e, fino a quando a Trento non avranno il coraggio di riprendere in mano l’Azienda Sanitaria, l’ultima parola l’avranno loro, quelli sopra a tutti!
Chi sono?
La lobby dei medici dirigenti che ci assicura che, nonostante i dati che certificano che chiudere o depotenziare un ospedale alpino territoriale significa creare criticità (vedi articolo), “è più accettabile un morto legale sulla strada verso il Santa Chiara” piuttosto di dover far fronte agli eventuali processi per aver sbagliato una diagnosi lontano da un reparto di neonatologia (non è mai successo in 22 anni, ma alcuni dirigenti medici al potere assicurano che è meglio, per loro, proteggersi piuttosto di assumere le proprie responsabilità…).
Allora CHI PUÒ (e siamo in tanti) AGISCA PERCHÈ, anche quando si tratta dell’elicottero È MEGLIO averne bisogno (quasi) MAI CHE (troppo) TARDI!!!
E le soluzioni, assessore Zeni, Presidente Rossi e politici influenti, ci sono :
- assumete a chiamata diretta obbligando, da contratto, alla rotazione dei medici su Cavalese, Trento, Cles ecc…
- se il problema sono i 500 parti allora, anche grazie all’accoglienza gratuita in albergo proposta da “Parto per Fiemme”, proponete con chiarezza la qualità del parto a Cavalese a quanti vogliono evitare il sovraffollamento di Trento e se un gruppo di irriducibili è riuscito ad accogliere 45 PARTI DA FUORI VALLE NEL 2015 è certo che possiamo superare la quota dei 500 se la proposta viene direttamente dall’Assessorato…
- mettetevi d’accordo, nominate un primario d’anestesia e ridate al Pronto Soccorso il suo ruolo vitale h24 e 7 giorni su 7
Non si può perchè così facendo i nodi verranno al pettine e il pettine NON lo avete in mano voi, ma i vertici dell’Azienda Sanitaria?
Il bello dei nodi nei capelli è che quando sono irrisolvibili si taglia la ciocca e si fa in modo che ricresca più sana, ma se anche questo è chiedere troppo… almeno ditecelo che così ci facciamo due calcoli e capiamo se possiamo trovare altre soluzioni.
Fino a quando possiamo sperare in voi?
FINO AL 4 MARZO è stato detto chiaramente venerdì 12 Febbraio dall’Assessore Zeni messo alle strette dai nostri sindaci (in possesso di un fascicolo contenente UNA SERIE DI TESTIMONIANZE PREZIOSISSIME e alcune indiscrezioni) nella riunione indetta dal Presidente della Comunità di Valle e della Procuradora!
IL 4 MARZO AVREMO ATTESO PER 100 GIORNI IL RITORNO ALLA NORMALITÀ!
Allora BASTA…
P.S. un ENORME GRAZIE DI CUORE alle ostetriche, alle puericultrici, agli infermieri, ai medici che andando ben oltre i limiti imposti da norme assurde stanno continuando, all’ospedale di Fiemme e Fassa e altrove, ad assumersi la responsabilità di rassicurarci, accoglierci, curarci.
Claudia V. è la mamma del piccolo Nicolò, diventata «famosa» per aver partorito senza la presenza della «squadra volante» giunta in ritardo. E racconta l’ansia che ha preceduto il travaglio e la stranezza di essere l’unica ospite con il suo bambino del reparto maternità.
«Ci pensavo da tempo a questa cosa della sala parto aperta in orario d’ufficio: e se le contrazioni mi partono la sera? E difatti è successo come temevo: sono cominciate alle 7 di sera. Alle 21 mio marito Ruben ha detto “andiamo”, già con il nostro secondo figlio era stato tutto abbastanza veloce. E per strada dicevo: “Vedrai, sicuramente mi mandano a Trento”. Non solo il dolore, anche l’ansia di non sapere». In ospedale ad accogliere la coppia, l’ostetrica, che subito si mostra preoccupata perché sa di dover applicare le direttive e disporre per il trasferimento della partoriente.
Fatto sta che ormai il travaglio è in fase avanzata. «Rivisitandomi per la seconda volta si è messa il camice e ha detto “lo facciamo nascere qui” – racconta Claudia – e io mi sono sentita subito sollevata. Poi è stato tutto velocissimo, quando ho guardato l’orologio erano le 22.30 e Nicolò era già nato». Insomma tutto è bene quello che finisce bene. «Ma non si può continuare così – dice questa mamma – noi donne siamo già in agitazione per la gravidanza, se poi dobbiamo anche pensare che non possiamo partorire nel nostro ospedale: è tutto così assurdo».
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