Predazzo 19 agosto 2011, bella serata con tanta musica, piatti tipici e molta gente ad…
CAVALESE – Attori per una notte. Oltre 150 volontari tra studenti e lavoratori di Fiemme hanno dato vita, mercoledì sera, per le vie del centro di Cavalese, alla rievocazione storica del «Processo alle streghe». Abiti e scenografia degni di un vero e proprio spettacolo teatrale, ricco di luci, musiche ed effetti sonori. Il «processo» si è svolto in tre atti e ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso. Inizio davanti alla Magnifica comunità, sede dell’antico palazzo vescovile nelle cui carceri furono rinchiuse proprio alcune delle donne accusate di stregoneria; è stata l’occasione per ammirare la splendida facciata di un edificio carico di storia, in attesa che il palazzo ritorni visitabile una volta che i lavori di ristrutturazione saranno ultimati. Alla «pubblica piazza» sono così state presentate le presunte streghe con le braccia legate e trascinate su carri di bestiame o direttamente per terra. Il lungo corteo ha poi raggiunto il «Banco de la resòn», nel parco della Pieve, dove si è svolto il processo. Chiamati a giudicare le nefaste donne e il loro delatore – Giovanni dalle Piatte – il vicario vescovile, il capitano di Fiemme e lo scario. Pallina nera per l’accusa, bianca per l’assoluzione. Con 3 voti a 1 le donne ree confesse sono state mandate al rogo, tranne una che è stata riconsegnata alle torture nelle carceri perché non ha ammesso di essere «stria». Dal parco della Pieve il corteo storico composto dalle autorità, dai soldati e dai popolani si è spostato nel prato dietro la chiesa parrocchiale dove è avvenuto il grande rogo simbolico. Prima dell’ultimo atto le ragazze dell’Istituto «La rosa bianca» di Cavalese si sono esibite in un balletto dalla coreografia carica di suggestione e magia. Davvero azzeccata la scelta musicale che ha scaldato l’ambiente e con emotività ha trasportato il pubblico dentro il fuoco purificatore. «Invitiamo a gettare nel rogo le streghe del nostro tempo, ben più tremende e maligne di quelle che furono», è stato l’invito conclusivo del narratore, che ha guidato gli spettatori nella vicenda fin dalle prime scene. Nonostante il freddo pungente, il pubblico, per la maggior parte formato da turisti, è apparso divertito e consapevole di assistere a una semplice rappresentazione. Gli adulti rassicuravano i bambini – spesso partecipi tra lo spavento e il gusto del gioco – sulla finzione dell’evento: «Brutta strega», annunciava la bimba sulle spalle del padre. Il Comitato rievocazioni storiche, promotore della manifestazione, ha più volte sottolineato la natura di attrazione turistica del «processo», stemperando le polemiche di alcuni concittadini di Cavalese che non hanno mai apprezzato la rivisitazione di un episodio buio per la valle. Quelle povere donne sacrificate all’alba del ‘500, messe in scena divinamente per una compagnia di non professionisti, restano comunque un allettante e affascinante richiamo.
M. Ci.
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