Ieri a Cavalese la firma del protocollo, presso il Municipio. Nel febbraio dell'anno scorso è stato…
“Il Tomba di Tonga”, così è stato battezzato lo sciatore 34enne del Regno del Tonga Kasete Naufahu Skeen che, per coronare il suo sogno olimpico, si allena sulle piste da sci della Val di Fiemme, in Trentino, dallo scorso 10 gennaio.
La sua storia ricorda quella di Kwame Nkrumah-Acheampong, il “Leopardo delle nevi” ghanese che si è preparato sulle stesse piste per qualificarsi ai Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 e per quelli di Vancouver nel 2010, grazie al sostegno dell’Azienda per il turismo Val di Fiemme e dell’azienda Vist.
Se Kwame è stato il primo atleta a portare il Ghana all’Olimpiade, Kasete intende essere il primo a portarci il Tonga, il piccolo Stato insulare della Polinesia. Il suo obiettivo è la qualificazione ai Giochi Olimpici invernali 2018 di Pyeongchang, in Corea del Sud. Intanto, è già riuscito a qualificarsi ai Campionati Mondiali di Sci Alpino che si terranno a St. Moritz dal 6 al 19 febbraio 2017. Ad allenarlo è l’ex tecnico azzurro, altoatesino, Hermann Aigner.
Nato nel 1982 a Londra, da un padre tongano e una madre inglese, ha messo gli sci per la prima volta a Kitzbüel. Aveva 12 anni e mai avrebbe pensato che un giorno, proprio lo sci, avrebbe rivoluzionato la sua vita, con l’ambizione di rappresentare all’Olimpiade la sua isola sperduta nell’Oceano Pacifico.
Il sogno di Kasete è decollato quando la Fis, nell’ultimo congresso, ha riconosciuto il suo Paese fra i propri affiliati. La sua avventura sportiva, quindi, è iniziata lo scorso settembre, quando ha lasciato il lavoro di manager all’Opera Holland Park di Londra per trasferirsi sulle Alpi.
La Val di Fiemme lo ha ospitato per allenarsi a Pampeago, fra i 48 chilometri di piste dello Ski Center Latemar, mentre la Vist lo ha sponsorizzato. La Vist è la nota azienda di attrezzatura tecnica sciistica e abbigliamento fashion per lo sci e il tempo libero che ha sede a Caldaro (in ambito agonistico, Vist è fornitore ufficiale della Federazione Russa di Sci, delle squadre di sci bulgara, ucraina e ungherese, della squadra del Tonga e della slalomista slovacca Veronika Velez-Zuzulovà. Vist è stata anche sponsor di Kwame Nkrumah-Acheampong che ha ispirato la famosa linea di abbigliamento e attrezzatura per lo sci “Snow Leopard”).
Kasete Skeen ha già raccolto oltre 7300 sterline con una campagna di crowdfunding dove si è presentato così: “Il mio nome è Kasete Naufahu Skeen. Sono uno sciatore tongano. Tento di qualificarmi per l’Olimpiade invernale 2018 a Pyeongchang. Se conoscete il paradiso tropicale del Tonga, questo potrebbe sembrarvi assurdo. Vi sembrerebbe ancora più improbabile, se mi aveste conosciuto sei mesi fa. Ma tutto questo è reale e sta accadendo. Come potete immaginare, non sono uno sciatore esperto. Non sono nemmeno uno sportivo. Fino a sei mesi fa fumavo, bevevo troppo, mangiavo male. Ma da quando coltivo questo sogno ho iniziato una profonda trasformazione. Ho smesso di fumare. Ho iniziato ad allenarmi. Ho perso 25 chili e sto rivoluzionando le mie abitudini alimentari. Lo scorso settembre, ho lasciato il mio lavoro come manager di un festival molto conosciuto nel Regno Unito, l’Opera Holland Park Festival di Londra. Mi sono così trasferito in Italia per dedicarmi alla preparazione atletica. Sono determinato ad avere successo”.
Com’è iniziata la sua carriera di sciatore?
Ho iniziato a sciare a 12 anni, durante una gita scolastica in Austria. Ho imparato velocemente, ma poi, vivendo a Londra, le opportunità di praticare questo sport si sono diradate. È passato molto tempo prima di poter indossare di nuovo un paio di sci. Devo ringraziare la mia ragazza, Anna, e la sua famiglia perché mi hanno convinto a riprendere a sciare in Svezia, dove vivono, e mi hanno fatto innamorare di nuovo di questo sport.
Com’è nata la collaborazione con Vist?
Il mio rapporto con Vist è nato l’estate scorsa. L’azienda mi ha messo a disposizione tutto l’equipaggiamento e l’attrezzatura necessaria per iniziare ad addestrarmi con Hermann Aigner, il mio allenatore. Vist mi ha dato la possibilità di realizzare un sogno.
Com’è cambiata la sua vita?
Completamente. Prima lavoravo nei teatri nell’ambito delle produzioni operistiche. I musicisti, spesso impegnati in concerti ed eventi, tendono a svegliarsi tardi. Ed io, con loro, facevo sempre le ore piccole. Adesso è il contrario: mi sveglio all’alba per allenarmi e la sera vado a dormire presto. Voglio essere disciplinato e attento alle mie condizioni fisiche.
Qual è i suo obiettivo?
Il primo è di andare alle Giochi Olimpici come atleta del Regno di Tonga, in uno sport in cui il mio Paese non è mai stato rappresentato. Credo che questo possa essere anche d’ispirazione per altre persone: se guardi oltre i limiti della cultura alla quale appartieni, come ad esempio il fatto di sciare per un cittadino di Tonga, tutto è possibile. Personalmente, amo le montagne, amo la neve. Voglio fare del mio meglio per sciare il più possibile, ovunque.
C’è un rito che compie regolarmente prima di una gara?
Prima di scendere in pista, mi metto a mixare basso e batteria su una app che ho sul mio telefono.
Oltre al sogno olimpico, cosa vorrebbe donare al Tonga?
In questi ultimi sei mesi sono stato molto attento alla mia dieta e al mio benessere. In Tonga ci sono grossi problemi di diabete e di salute, provocati da una alimentazione sbagliata. L’aspettativa media di vita si sta abbassando sia per colpa della dieta di base, sia per le povere condizioni di vita. Questa esperienza mi sta insegnando molto su come è possibile prendersi cura della propria salute, quindi, spero di poter essere un buon esempio per i miei connazionali.
Sia le sue origini tongane, sia la sua vita in Inghilterra, lo vorrebbero con una palla ovale in mano. Il Tonga, infatti, è terra di rugbisti: su 103mila abitanti, poco meno della metà, giocano a rugby. A permettere di immaginare un futuro diverso a Kasete Skeen è stato il Re del Tonga Tupou che, nell’estate 2014, ha fondato la Royal Tonga Ski Federation, per allenare i primi atleti in vista dei XIII Giochi Olimpici invernali di Pyeongchang. L’entusiasmo è scaturito nel 2014, ai Giochi Olimpici invernali di Soči, quando il Tonga ha sorprendentemente debuttato anche in una disciplina invernale con lo slittinista Fuahea Semi, detto Bruno Banani.
Fino ad ora, un solo tongano è riuscito a salire su un podio olimpico. Nel 1996, Paea Wolfgramm ha meritato la medaglia d’argento nella boxe (pesi super massimi) ai Giochi Olimpici estivi di Atlanta.
Beatrice Calamari
Tonga è un arcipelago di 173 isole e isolotti, 53 delle quali abitate. Il punto più alto del Regno di Tonga è il vulcano Kao (1.030 m) sull’isola omonima, gruppo Ha’apai. Il clima è tropicale oceanico, con una temperatura annuale media che si aggira intorno ai 22 °C.
Quasi 2/3 degli abitanti vivono nell’isola più grande del regno, Tongatapu. Sebbene molti tongani si siano trasferiti nell’unico vero centro urbano dell’arcipelago, Nuku’alofa (dove lo stile di vita locale si mescola a quello europeo), la vita del villaggio e i legami familiari rimangono molto importanti nella cultura tongana. La vita quotidiana è fortemente influenzata sia dalle tradizioni polinesiane che dalla fede cristiana: per esempio, tutti i commerci e le attività di intrattenimento vengono sospesi dalla mezzanotte del sabato fino a quella della domenica seguente, mentre la Costituzione dichiara il sabato giorno sacro.
I tongani, gruppo di stirpe polinesiana con qualche goccia di sangue melanesiano, rappresentano il 98% della popolazione. Il resto è composto da europei, meticci europeo-tongani e genti provenienti dalle altre isole del Pacifico. Vi sono anche alcune centinaia di cinesi. L’età massima media è di 70.12. Gli uomini vivono in media 67.6 mentre le donne vivono circa 5 anni in più giungendo a 72.76. LEGGI TUTTO
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